Strip
serie
434, 24/10/2009 - Perché no
434
24 . 10 . 2009

L'altro The Rabbit

Stare seduti a un tavolino con Clara potrebbe indurre a credere che il reparto Pubbliche Relazioni di un editore di videogiochi sia affascinante per davvero... ma il nostro Neo non è così stolto! Da videogiocatore consumato, egli sa che il PR rappresenta una Forza Oscura, che lo vuole distruggere, e alla quale deve opporsi con tutte le forze.
Il tempo per comporre amorevolmente queste colonne è sempre ridottissimo, e mi trovo costretto a fare dei sacrifici: ma c'è un titolo misterioso il cui annuncio ha colto il popolo di sorpresa, e non posso rimanere in silenzio. È quella roba strana con Topolino, una specie di fan-fiction psicopatica a tema disneyano.
Epic Mickey potrebbe in effetti essere il sogno segreto di molti di noi, ovvero una rivisitazione dei personaggi Disney in chiave oscura, ma davvero oscura... non troppo, ovviamente, ma quel tanto che basta ad accontentarci anche adesso che siamo cresciuti. Un Topolino Epico, se volete, invece che un Topolino Tonto e pieno di buoni sentimenti.
Un Topolino spaventato in un mondo ostile, che si atteggia a gran figo mentre assalta il castello del cattivo, e dopo aver salvato Minnie la sbatte contro il muro.
Se poi si considera che il cattivo in questione è nientemeno che Oswald The Rabbit (!!!), si comprende la mia esaltazione per questo progetto (e credo che per Cymon valga lo stesso). Ovviamente non sapevo dell'esistenza di Oswald The Rabbit fino a poco fa, e di certo il nostro The Rabbit non è un personaggio ispirato a questo antenato di Topolino, la prima mascotte Disney, una creatura dimenticata la cui storia si perde nella leggenda. Però potrebbe benissimo esserlo.
Speriamo che la Disney non ci distrugga.

Mi è stato fatto un dovere morale di citare Metal Gear Solid: Philantropy, il film amatoriale su MGS girato dai nostri compatrioti, ma famoso anche all'estero.
Non l'ho ancora visto, e quindi sospendo ogni giudizio. Purtroppo sono un fan del materiale originale, e il genio di Kojima mi ha abituato a tali standard che, probabilmente, sarà una delusione. Ma forse anche no! In ogni caso è certamente un'opera che fa piacere, e le dedichiamo una strip su Multiplayer.it.

Lo-Rez: arte, storia, web design
24 . 10 . 2009

Rome wasn't built in a day

L'aggiornamento è in ritardo per lo stesso motivo dell'altra volta: Tiscali. Ma guarda un po' te.
Negli ultimi mesi vi ho tediato alquanto esibendomi in questa sede in alcune inutili disanime riguardanti il web e la costruzione di un sito. Queste disanime, che passano sotto il nome di Building web, non sono ancora finite (mettete via lo champagne), ma sono orgoglioso di poter dire che il progetto che le aveva ispirate è invece visibile a tutti sul web.
Si tratta del sito della mia casa editrice, Cabila Edizioni, non mia perchè mia, ma perché direttamente coinvolta, sapete, in quella storiella là della pubblicazione del mio libro Aprile scorso. Da subito vedere il mio libro perduto in un mare flashoso di scarsa tecnologia mi aveva un po' fatto ribrezzo, ergo, coi mesi, è maturata l'idea, ma più che altro una santa missione, di purificare quell'angolo di internet con qualcosa di più tecnologicamente avanzato.
In realtà, come Lo-Rez ben sa, le mie capacità di imbastire della grafica web è sempre stata pari a quella di un tonno morto abbandonato su una banchina, ma infatti io in tutta la grafica non ho messo becco. La ho solo recepita mentre mi industriavo, con Catalyst, a fare le impalcature interne e tutta la robetta tecnica, ma alla fine devo dire per apprezzarla, per quei motivi soliti tutti miei: è chiara, leggera, pulita e non sembra un template di wordpress scaricato da internet. Ok, lo ammetto, fustighiamoci, non è XHTML1.1, ma portare il verbo del W3C, oltretutto senza avere a disposizione roghi e inquisitori, è piuttosto complesso e per quanto apprezzi la pulizia della odierna disciplina della scrittura di siti web, ho pensato che se chi effettivamente si sbatteva per questa noiosissima parte poteva sopravvivere senza addentrarvicisi, potevo farlo anch'io.
Fare un sito dalle fondamenta al tetto è una bella soddisfazione, soprattutto quando puoi rapidamente confrontarti con chi lo dovrà utilizzare. Uno dei grossi limiti anche dei migliori scrittori di codice, infatti, è quello di ignorare spesso chi ha una forma mentis diversa dalla loro e quindi creare delle interfacce incomprensibili o mancanti di alcuni strumenti anche ovvi. Con uno stretto giro di feedback con quelli che sarebbero stati gli effettivi editor dei contenuti ho cercato di rendere tutto il più comodo possibile. Non so se sono stato perfetto, ma in fondo nemmeno ora che il sito è disponibile per tutti ritengo il mio lavoro finito quindi è giusto che ci sia ancora un po' di spazio di miglioramento.
Oltre al perl, che è un linguaggio a cui mi dedico sempre con piacere, ho dovuto barcamenarmi anche con js e AJAX. Per quello che riguarda il js ho smesso di impressionarmi per i vari trucchetti che la gente implementa nei propri siti. Per quanto il linguaggio sia schifoso e antipatico e dovrebbe morire assieme ai suoi creatori, ormai le librerie a disposizione su internet per fare la qualunque sono sterminate e ci vogliono veramente pochissimi accorgimenti pe implementarle nelle proprie pagine, tanto che certe cose sembrano quasi saltar fuori per magia. AJAX lo ho dovuto usare perché oggettivamente è l'unica alternativa sensata ai popup (che sono il male) per quello che riguarda la possibilità di fornire in una stessa pagina più informazioni senza ingolfarla. Qui magari un po' più di intelligenza ci vuole, ma se non si decide di implementare un mondo virtuale e si deve solo far vedere qualche paginetta non è che si tratta di scrivere paginate di codice assassino.
Comunque il sito è online, se i più pignoli fra voi vogliono dare qualche feedback è il benvenuto, volevo quasi scrivere beta accanto alla versione che fa sempre trendy, ma visto che la versione è una cosa seria ho pensato di non renderla troppo confusa. Bene, questo nuovo editoriale ritardatario va a finire. Ho cambiato la base della tastiera. Prima avevo un'asse di legno grezza su cui c'era tutto, adesso ho invece una di quelle cose moderne in plasticone, con il muretto tutto intorno e la zona mouse retrattile. All'inizio ero un po' perplesso, ma adesso della zona mouse sono molto contento, più efficente della situazione di prima in cui usavo un cadente tappetino. Per quello che riguarda la tastiera sono ancora un po' in rodaggio, appoggio i polsi sul pordino che credo sia il motivo per cui esiste e sono cosciente che così stanco meno le mani, ma personalmente la mia resistenza alla scrittura è sempre stata decisamente elevata quindi non è che sentissi l'esigenza. La mia precisione invece sembra risentirne un po', ma probabilmente basta tarare un pochino meglio.

“You'd better watch out, you'd better not cry / You'd better not pout, I'm telling you why / Santa Claus is coming to town”

Cymon: testi, storia, site admin