Strip
serie
373, 09/08/2008 - Bug!
373
09 . 08 . 2008

Gerusalemme liberata

Lasciamo Bob e il Signor Artasio a crogiolarsi su spiagge tropicali, e riprecipitiamo nei tetri cubicoli popolati di ingegneri che non vanno mai in vacanza: a meno che la vostra idea di vacanza non sia passare le notti a replicare con insulti arguti alle lamentele dei beta-tester.
Gli argomenti che reclamano la mia attenzione in questi giorni sono numerosi come gli zombi presenti contemporaneamente su schermo che ha promesso Capcom in Resident Evil 5. Sarà l'effetto delle ferie. Per cominciare però devo assolvere al mio dovere e fare rapporto sull'evento SquareEnix per pochi amici intimi che si è tenuto qualche giorno fa.
L'aspetto più sconvolgente era il titolo dell'evento: DKƩ3713. Del resto SquareEnix ha sempre avuto un debole per la follia, quando si tratta di dare dei nomi alle sue creazioni. Basta pensare che i tre titoli in sviluppo per la serie di Kingdom Hearts si chiamano (in un crescendo di assurdità) Coded, Birth By Sleep e 358/2 Days. Ci vorrebbe un oscar per queste cose.
L'altro aspetto degno di nota (in assenza di nuove immagini dei giochi che tutti aspettiamo) è stato l'annuncio di una linea di abbigliamento ispirata a Final Fantasy Versus XIII. Ad esempio c'è questa giacca, disegnata da Roen, uguale a quella indossata da un personaggio del gioco. I prezzi sono da alta moda, ma presentarsi al lavoro vestito come un personaggio di Final Fantasy non ha prezzo.

Dopo aver a lungo rimandato, voglio parlare di Assassin's Creed: meglio tardi che mai. Come ho già detto è un platform, l'evoluzione moderna del genere. Si salta, si fanno acrobazie, si collezionano bandierine luccicanti senza alcun motivo: certo la presentazione raggiunge una raffinatezza impensabile alcuni anni fa, ma il cuore resta quello.
Le bandierine sono lì per essere raccolte, appunto, solo che non serve assolutamente a nulla... e questo è probabilmente il difetto di design più clamoroso. Per il resto il gioco diventa un po' ripetitivo a lungo andare, ma a me stranamente non è pesato: sarà perché andarsene a spasso con Altaïr per i vicoli di Gerusalemme è un'esperienza sublime di per sé.
Semplicemente gironzolare per le città e le colline, senza meta e senza un obiettivo preciso, è abbastanza divertente da giustificare l'intero gioco, anche se poi ti arrabbi un po' quando finalmente ti accorgi che non c'è una meta e non c'è nessun obiettivo. Le enormi risorse di Ubisoft sono state spese per realizzare un ambiente nel quale muoversi, con la folla che reagisce a ogni tua mossa, e bei panorami che tolgono il fiato ogni volta che giri l'angolo... e basta. Manca il gioco vero e proprio: c'è solo il contorno.
Gli unici momenti in cui senti di avere uno scopo sono le missioni di assassinio vero e proprio, ma su 40 ore di gioco ne occupano davvero una frazione minima.
Di solito quando un gioco è pubblicato con troppa fretta risulta essere troppo breve, ma non è questo il caso: le città sono davvero enormi, ogni metro quadrato è diverso, e i territori circostanti sono vastissimi e realizzati con la stessa cura... Ti passano accanto mentre galoppi sul tuo cavallino (rubato!) come i paesaggi visti dal finestrino del treno, e hanno le stesse possibilità di interazione: nessuna.
Assassin's Creed è un gioco che non riesco ad odiare, nonostante tutto: perché è troppo bello correre sui tetti con venti guardie alle calcagna che imprecano in arabo e francese; inciampare tra la folla e cadere mandando a gambe all'aria un mercante; accoltellare un tizio a caso perché oggi hai le palle girate e allontanarsi col cappuccio calato mentre la gente si ritrae spaventata; spingere un ubriaco in mare; scegliere a caso una torre all'orizzonte per poi raggiungerla e scalarla, solo per goderti la vista da lassù.

E poi c'è l'arte.
Assassin's Creed ha i filtri sul colore e sulla luce più belli che si siano mai visti in un videogioco. Tutti ormai sono capaci di darci una Gerusalemme fotorealistica, ma solo questo gioco ha il coraggio di tingere la luce di verde (mentre a Damasco è gialla e ad Acri è azzurra), e di aggiungere una grana digitale in stile Matrix. E le nuvole? Le nuvole si muovono! Vedere le loro ombre che scorrono a perdita d'occhio sulla città è semplicemente magnifico. La luce cambia in continuazione: un momento sei inondato da un sole accecante, e sembra di guardare una fotografia sovraesposta; il momento dopo passa un'ombra e tutti i colori sono desaturati.
Davvero è una festa per gli occhi senza precedenti, almeno per coloro che fanno caso a questo genere di dettagli.
La trama è interessantissima, e negli ultimi istanti si rivelano improvvisamente scenari ben più ampi di quanto si poteva immaginare: con queste premesse, il seguito potrebbe andare letteralmente in qualsiasi direzione, ed essere ambientato in qualsiasi epoca o località. In conclusione ci sono buone prospettive per il futuro della serie: le basi di partenza sono solide, basta dare al giocatore qualcosa da fare e Assassin's Creed potrebbe diventare un marchio memorabile.

Gli aggiornamenti sia qua che su Multiplayer.it riprenderanno dopo le ferie, per cui mi raccomando: non prendete troppo sole e non andate in acqua appena dopo mangiato.

“Si sieda, signor Miles!”

Lo-Rez: arte, storia, web design
09 . 08 . 2008

Bacarospi

Se vivete nel mondo dell'IT, quella landa in cui l'immaturità è a livelli molto molto superiori di quanto non lo sia nelle scuole materne, probabilmente vivete l'esperienza quotidiana di aprire bug verso sviluppo o di subire bug che arrivano dal test o veder passare bug che vanno da sviluppo a test e che tornano indietro. Molto spesso i bug significano SOLDI, una prosaica robetta di cui gli informatici veri non tengono granché conto, ma che di solito manda in ansia i loro capi. Per questo motivo intorno a ogni segnalazione di questo genere nascono dei veri e propri processi sulla falsa riga di Perry Mason in cui ognuno perora la sua causa barcamenandosi tra linguaggio leguleio, prove, indizi, perizie e robe varie, una guerra snervante e feroce in cui, vi assicuro, quanto trattato in questa vignetta non sfigurerebbe, ma, anzi, risulterebbe terribilmente plausibile.
Anelo le ferie come un toporagno perso in una giungla di carrube anela un gin tonic (storia vera) e non credo che questo sia sano. Non dico che non faccia bene staccare dal lavoro, ma arrivare a un livello di lavoro tale da esserne nauseati e volerlo lasciare alle spalle è un po' più di quanto mi aspettavo accadesse in questo periodo. Forse questo mio stato si riflette anche su questi racconti deliranti sull'IT e, perché no, anche sui contenuti delle vignette. Dal mio punto di vista Neo e Godel sono proprio i miei paladini, sono gli eroi che mettono in ridicolo ciò che ridicolo è, nonostante qualcuno abbia ancora, a sprazzi, il coraggio di chiamarlo lavoro professionale.
Avvelenarvi il sangue di agosto, però, mi sembra una cattiveria gratuita, quindi cerchiamo di essere un po' più propositvi. Jappilas, che conoscerete per il fumetto di Jappilas, appunto, ha deciso di buttarsi nell'avventura di un nuovo fumetto: VPM, una roba molto più bloggosa, certo, ma nella speranza che il ragazzo si ravveda e torni criptico e elitario metto tanto di link promozionale. E' passato un po' di tempo da quando ho promosso un webcomic italiano l'ultima volta, probabilmente l'epoca d'oro di quando i fumetti online spuntavano da ogni angolo è finita e, nonostante sia stata una piccola cosa, possiamo cominciare a predisporci per raccontarla con nostalgia, come un periodo di pionieri e glorie in cui gli dei camminavano sulla terra eccetera eccetera. La verità è che avere un presente ricco è solo divertente, ma avere un passato melanconico che puoi venderti per epico è una FIGATA ASSOLUTA.
I livelli di fanboysmo intorno al Dark Knight non si abbassano, ho deciso addirittura di pubblicare online il mio desktop da cavaliere oscuro. Sono consapevole che disgusterà Lo-Rez perché, per contratto, i nostri gusti devono essere più o meno opposti, ma spero che almeno apprezziate lo sbattimento per splittare conky ai due lati dello schermo, la mia sempre pulitissima barra icone con gli strumenti essenziali e l'orologione che incombe su tutto. Il desktop in sé non è che mi faccia impazzire e non trovo esaltanti nemmeno le versioni pasticciate dal Joker, ma noto che è sempre molto difficile che un film, più o meno interessante, si impegni a produrre dei buoni wallpaper. Le locandine a volte sono geniali, certe scene dei trailer sono superbe, ma quello che viene poi tradotto per essere appiccicato sullo schermo è sempre piuttosto scialbo e spento, ignoro le motivazioni. I manga, per adornare il proprio PC, rimangono sempre e comunque il bene rifugio migliore, anche se sul lavoro, per tenere alto il mio vessillo nerd, mi sono piazzato questo. Penso che la tradizione estiva di fare editoriali stringati sia da rispettare, soprattutto se hai il cervello che non connette bene. Mi capita di arrivare in questo periodo e tirare più somme di quanto non faccia a capodanno, che è un momento patetico per fare i conti (tolto l'almanacco, ovviamente). Devo dire che questo 2007-2008 è stato un anno terribilmente lungo, lungo e complicato, credo sia proprio ora che finisca.

“ha la luce calda e rossa di un tramonto / di un giorno ferito che non vuole morire mai”

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