Strip
serie
371, 26/07/2008 - Lich king
371
26 . 07 . 2008

Niente è reale, tutto è lecito

Certo è stato un azzardo, ma sebbene l'estate stia raggiungendo il culmine proprio in questi giorni vi proponiamo la prima strip di una mini (mini mini) serie... temo che questa dose di Continuity, a cui il lettore medio di FTR è poco avvezzo, possa mettere a dura prova le vostre limitate capacità mentali, già spossate dalle distrazioni estive.
Tenete duro, amici roditori, e vedrete dipanarsi di fronte ai vostri occhi l'affascinante, tenebrosa saga del Signor Artasio! Possibile che l'ombra gelida dei Non-Morti sia scesa a reclamare vendetta contro i server pirata di WoW installati alle isole Paya Paya? Riuscirà l'angioletto obeso Bob, che si scola super-alcolici per dissetarsi sotto il sole dei tropici, a sventare questa terribile minaccia? Non lo so, Cymon non mi ha ancora mandato tutti i copioni.

Chi è venuto qua cercando qualcosa di morboso e perverso da leggere in spiaggia sarà prontamente accontentato: c'è questo articolo estremamente profondo dedicato alle curve esagerate di Ivy in Soul Calibur IV, che fa al caso nostro.
A dire il vero quella roba è stata scritta da una donna, per cui la prospettiva potrebbe deludere alcuni: il livello di perversione infatti è decisamente basso. Si tratta comunque di riflessioni interessanti, in particolare quella sull'immedesimazione dei maschi in questo genere di personaggi femminili... Io ho giocato spessissimo a picchiaduro 1 vs 1 e i miei personaggi favoriti sono quasi sempre femminili (ancora rimpiango l'assenza di Rainbow Mika e Cammy da Street Fighter 4, seppur necessaria per questioni di coerenza), ma i lottatori in questi giochi sono solo strumenti nelle mani del giocatore, che non perde mai la sua identità vera.
È diverso il discorso per altri generi, e ad esempio Tomb Raider mi ha sempre messo a disagio perché non è possibile immedesimarsi, e Lara è lì soltanto per dare a chi la controlla qualcosa di piacevole a cui guardare per una dozzina di ore.

Il tempo stringe, e prima che l'effetto Doppler si porti via la mia voce narrante vorrei sparare ancora un paio di idee: la prima è che Devil May Cry 4 è uscito anche per PC, ed è uno spettacolo. L'arte del precedente episodio resta la migliore in assoluto, ma anche questo ha i suoi momenti ispirati.
La seconda è questa: Assassin's Creed è un platform. Ho avuto modo di giocarlo pienamente, e prima o poi scriverò qualcosa al riguardo, ma il concetto di fondo è questo. Il platform è parecchio cambiato dai tempi di Mario, ma Assassin's Creed appartiene comunque alla stessa famiglia.

Lo-Rez: arte, storia, web design
26 . 07 . 2008

Il cavaliere all'oscuro

Quando ti fanno lavorare il sabato notte e una buona fetta di domenica puoi arrivare al week-end dopo senza avere molta capacità di stabilire che giorno sia. Questo il motivo per cui sono andato a letto venerdì convintissimo che fosse giovedì e non ho predisposto l'aggiornamento e mi trovo quindi a scrivere in tutta fretta l'editoriale oggi. Una volta avevo più fisico per reggere il jet-lag da lavoro notturno, evidentemente sto invecchiando e rammollendo. Ieri sera (quindi venerdì, anche se sembrava un giovedì e aveva tutte le connotazioni di un mercoledì) sono andato a vedere Dark Knight al cinema e ho finalmente visto la luce, in un universo di film supereroistici che non sono mai riusciti a emozionarmi veramente. Io ho sempre apprezzato molto Begins perchè ha avuto il pregio di mostrare Batman come tutti noi fan di Batman avremmo sempre voluto vederlo, però questo Cavaliere Oscuro ridicolizza anche quello, visto che la guerra senza quartiere tra pipistrello e Joker è qualcosa di molto molto più grosso di quella che fu la scaramuccia con Ra'sal'gul e lo spaventapasseri.
The Dark Knight non è la solita storia in cui un grosso e brutto personaggio con superpoteri cerca di conquistare il mondo mentre un altro glielo impedisce o almeno si lamenta molto se si cerca di ridurlo a questo. E' l'affresco di una città al collasso, molto più allo sbando di quella del primo capitolo, in cui la scelta di mettersi un costume nero e combattere è visto come un atto disperato, rabbioso, di contrasto. Con queste permesse non è possibile elevare poi il pipistrello a paladino o messia, ma il suo ruolo viene messo in discussione, a partire da Bruce Wayne, un conflitto morale che viene ben sviscerato nella pellicola che si ritrova quindi una maturità di temi elevatissima.
Bertold Brecht diceva "Beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi", quindi maledetta Gotham per aver ottenuto Batman. La sua venuta infatti ha trasformato un ambiente statico, di molle corruzione e decadenza, in un teatro di guerra aperta, dove possono prosperare creature come Joker e dove la lotta è veramente senza quartiere... in cui l'uomo comune può decidere di uccidere (come anche no...) e in cui qualcuno deve cominciare a valutare realmente la possibilità di bruciare la foresta. Sono tutti pensieri che ben funzionano nel meccanismo a orologeria di Nolan e tengono in vita una storia estrema, in cui ad ogni passo il limite viene spostato avanti. Non c'è spazio per le gag, se non sangunarie, non c'è spazio per sprazzi di normalità e quieto vivere, c'è solo un combattimento perpetuo che lascia caduti da una parte e dall'altra, una guerra sporca tra freaks mascherati che non sono veramente supereroi, ma riflessi deformati del nostro lato oscuro.
In un ambiente così costruito il Joker del defunto Ledger troneggia, mostro terribile, reso con incredibile realismo, con un trucco sporco dato con follia, una logica geniale e crudele, un modo di fare grottesco. Non è possibile paragonarlo al Joker di Nicholson che partiva da altri presupposti e aveva altri obiettivi, pedina del teatro barocco di Burton, ma la sua forza è notevole perchè riesce ad essere reale proprio nei suoi momenti più assurdi (come nella scena vestito da infermiera).
E quindi, Dark Knight, un film consigliatissimo, che ridà speranza al cinema di supereroi che stava cominciando a dare idea di essere una scialba fabbrichetta. Superiore a tutti gli spiderman, hulk, ironman e compagnia dimostra che si può fare cinema tout-court partendo dal fumetto, proponendo storie che possono camminare con le proprie gambe anche senza essere fans della carta stampata.
Bene, le recensioni cinematografiche erano da molto assenti da questa colonna, a essere sicero mi sono un po' trattenuto perché su questo film si poteva davvero spendere fiumi di parole. Mi rammarica, come solito, notare che i wallpaper ufficiali sono piuttosto squallidi e quindi non posso celebrare l'opera sul mio desktop, comunque al massimo, come mi capita a volte, mi riguarderò a rulo i trailer su youtube.

“ I believe whatever doesn't kill you simply makes you... stranger.”

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