Il fantasma dell'E3 passato
Ah, la sublime ironia: presentarsi al cospetto del Diabolico Direttore e beffarlo con l'inganno... proprio lui, il Signore Della Menzogna. O era quello della Distruzione? Ad ogni modo ancora una volta Neo & Gödel, Ingegneri Delle Tenebre, hanno messo nel sacco la satanica entità che fa loro da capoufficio.
A beneficio della Guardia di Finanza che indubbiamente tiene sotto controllo tutte le attività del sito, mi sembra doveroso puntualizzare che FTR non intende in alcun modo incoraggiare e/o giustificare le attività di pirateria informatica che i giovanotti d'oggigiorno chiamano “caricare a dorso di mulo” oppure “pescare nel torrente”.
Detto questo passiamo oltre, c'è un E3 da commentare.
Non che ci sia molto da dire, in effetti... l'E3 dei vecchi tempi, quello dell'Età dell'Oro, non esiste più e oggi c'è solo un pallido fantasma al suo posto. Gli editori maggiori preferiscono farsi le loro festicciole private, orge di stravizi offerte ai giornalisti del settore per accattivarsi la loro benevolenza.
Certo sono stati presentati tanti nuovi giochetti, ma senza la cornice dei grandi eventi. Di quei giochetti però a me importa molto poco, i miei gusti oramai si sono spostati altrove... se non fosse per l'Annuncio shock.
Final Fantasy XIII su Xbox 360.
È senz'altro un bel regalo a Microsoft, e a tutta l'umanità in genere, che potrà godere delle primizie di SquareEnix... Sony sarà un po' meno contenta, considerato che l'esistenza stessa della PS3 in occidente si fonda su un paio di esclusive, una delle quali è appunto venuta meno.
Ma queste sono sciocchezze, sono giochi di potere, quel che conta è il gioco vero: e del gioco vero non s'è visto assolutamente nulla di nuovo. L'unica sequenza di gameplay mostrata finora risale al 2006, e la frustrazione mi sta facendo impazzire. Maledetta SquareEnix, sei davvero un'amante crudele.
Il destino ha voluto che anche stavolta, come al tempo di Final Fantasy XII vs Neverwinter Nights 2 (usciti insieme in Occidente), al campione nipponico Bioware abbia opposto la quintessenza del gioco di ruolo per PC, l'erede di Baldur's Gate, Dragon Age.
Il quale, manco a dirlo, mi suscita amarezza e compassione: il filmato mostrato è di una povertà sconcertante, la solita battaglia fantasy coi tizi in armatura contro gli orchetti malvagi, vista mille volte da quando il Signore Degli Anelli l'ha riportata di moda. In un paio di minuti trovano conferma tutte le mie paure: la direzione artistica è un cesso come al solito, anzi proprio non esiste (secondo me alla Bioware prendono dalla strada 100 tizi, gli danno in mano un computer e gli ordinano di disegnare della “roba fantasy”, e di non smettere finché non hanno messo insieme un gioco da 50 ore). La trama vede come principale, straordinaria novità l'assenza dei non-morti, e per il resto ci sarà il solito party di sfigati senza identità, dei quali non importa nulla a nessuno, che combattono per salvare il mondo dai demoni cattivi.
Ammetto che i dettagli sul gioco sono troppo scarsi per farsi un'idea precisa della qualità finale, ma se leggete queste colonne in cerca di obiettività siete dei pazzi. Comunque sia, Dragon Age ha esordito nel modo peggiore possibile. Rimpiango ancora di più The Black Hound, il vero Baldur's Gate 3, che fu cancellato tanti anni fa perché appunto era diverso da queste vaccate che, su PC, chiamano gioco di ruolo.
Lo-Rez: arte, storia, web design“And if you want it too, then there's nothing left to do
Lets start a band
Lets start a band
Lets start a band
Lets start a band”
Bassa linkeria
(questo editoriale è stato scritto due volte per una distrazione mia. Non so se capiate quanto è irritante)
Non penso che possiate conoscere i Vulgaires Machins, il gruppo che ho nelle orecchie in questo momento. E' una cosa voluta, perchè mi piace dedicarmi a cose misconosciute ogni tanto. Dopo essere incappato per caso in una canzone e aver scoperto che chi la canta è assolutamente ignoto ai più capita spesso e volentieri che provi a ascoltarmi un'intero CD. Piuttosto che provare l'ascolto di un gruppo famoso preferisco esplorare lande inesplorate. E' la differenza che corre tra la spiaggia affollata, piena di topa e divertimento e la caletta misconosciuta e deserta. Dedicarsi a cose per nulla famose, ben lontane dal flusso principale dello zeitgeist, permette di farsi un'idea genuina su di esse, non contaminata da niente. Provateci qualche volta, se vi va.
Le circostanze che mi hanno portato a scoprire i Vulgaires Machins sono legate alle bizzarre ricerche in cui mi imbarco ogni tanto. Un bel dì volevo recuperare la musichetta di sottofondo di Patapon in MP3, impresa miseramente fallita. Nei download a tappeto compiuti per recuperare la canzoncina, però, è rimasta impigliata Petit Patapon, canzone molto carina del gruppo di cui sopra (qui in un video da 10mila lire). Da lì è sceso tutto il resto, tanto per farvi capire come everything is connected...
Non è bassa linkeria se non si sviscera anche un videogioco e il videogioco di cui voglio parlare oggi è decisamente un signor videogioco, ovvero Dawn of War II che, già da questa anteprima, sembra aver deciso di prendersi le sue belle responsabilità, allontanandosi dal gameplay piuttosto classico del suo predecessore per prendere una strada tutta sua. Dawn of War è stato uno dei migliori RTS della sua epoca e uno dei successi commerciali più notevoli di sempre. E' quasi impossibile, infatti, trovare altri giochi che siano riusciti a vendere bene espansioni per quattro anni senza avere un nome che cominci per S e finisca per ims...
Secondo me il gameplay originale poteva ancora dire molto, ma la scelta di cambiare completamente direzione, quantomeno, evita che qualcuno pensi che questo nuovo capitolo sia solo un restyling grafico (tipo quello che alcuni credono di S*******t II) e mette in chiaro le cose. Dawn of War II potrà trovarsi il suo posto al sole nel panorama in forte crescita degli strategici in tempo reale senza la zavorra di pesanti genealogie.
Personalmente, guardando al quadro completo come spesso mi piace fare, si potrebbe quasi pensare che i Relic abbiano deciso di muoversi in questo senso per far sì che la comunità del primo capitolo continui a sopravvivere anche dopo l'uscita del nuovo gioco, senza migrare in blocco verso esso. Il popolo dei fan degli RTS è noto per essere capace di tenere in vita videogiochi per tempi molto lunghi e in fondo DoW, con tutte le sue espansioni, ha messo carne al fuoco abbastanza per cucinare per il prossimo decennio. Non mi stupirei se questa idea di cambiare il gameplay di fondo sia stata una precisa strategia per poter continuare a prendere sia a destra che a sinistra, raddoppiando l'utenza invece di travasarla. Ormai per campare nella giungla dei giochi online devi farti più furbo e malizioso del gatto e della volpe.
Passiamo ora a link molto classici, ma sempre graditi. E' già capitato, in passato, che P-A e PvP mi abbiano dato soddisfazioni in contemporanea e direi che è così anche in questo momento. Se non siete soliti visitare questi due siti quotidianamente e avete bisogno che qualcuno vi segnali quando fanno qualcosa di notevole, sappiate che la Storyarch dell'accoppiamento del panda di PvP è decisamente esilarante. Per quello che riguarda P-A, invece, credo che meriti la lettura Paint the line. Si tratta della solita idea stupida, da cui nessuno potrebbe trarre qualcosa di buono, ma è realizzata alla Penny Arcade... il che significa che contiene ottima arte e, alla fine, ha un'epica e un lirismo clamoroso, che fa venire i brividi nonostante riguardi solo... ping pong.
Bene, anche questo editoriale estivo è stato sfangato, oltretutto abbastanza in scioltezza se tralasciamo il fatto che ho cancellato la prima stesura. Sono anche abbastanza in anticipo rispetto alla deadline di pubblicazione, niente male, quindi posso proprio parlare di consegna impeccabile. Purtroppo non possiamo parlare così anche della nostra sezione M.it, di cui abbiamo mancato le consegne per alterne vicende negli ultimi tempi. Ma, in fondo, si affronta l'inverno per poter raggiungere la primavera...
Cymon: testi, storia, site admin“The best debugger in the universe is print”