Orrori
“Ascolta! I figli della notte... Che musica fanno!”
Ma dubito che Dracula si riferisse ai giovinastri di oggi che schiamazzano sotto le finestre di noi gente per bene, vestiti da mostri commercialissimi in una delle notti più amate dai cioccolatai. Fiuuu! Ma è passata anche questa.
Abbiamo celebrato il macabro con un omaggio ad Ann Radcliffe, o meglio al personaggio letterario di Ann Radcliffe come compare in La Città Vampira (o La Sventura di Scrivere Romanzi Gotici) di Paul Féval.
È una lunga storia.
Cosa non farei per riaccendere la verde fiammellina della mia ispirazione artistica... del resto “le sue nere fantasie diedero vita a una voga che i nostri più grandi successi contemporanei sono ben lungi dall'uguagliare”, dicevano a fine Ottocento, e un pochino resta vero ancora oggi, se non altro per debito artistico.
Ci sono infatti ancora storie di fantasmi che terrorizzano fanciulle, perfino nel nostro tempo smaliziato: ad esempio in Personal Shopper, che citavo la volta scorsa. Una visione piuttosto suggestiva a cui è meglio arrivare completamente impreparati, aspettandosi soltanto una tipa che fa shopping per un'altra tipa a Parigi.
L'orrore gotico è il nostro orrore preferito: quello fintissimo, tutto atmosfere notturne tempestose e castelli solitari, capace di trasportarci per un'ora e mezza via dall'orrore concreto dell'esistenza. Da bravi adolescenti di fine anni '90 abbiamo guardato Buffy L'Ammazzavampiri come tutti, eppure ho riscoperto solo ora quel che apprendo essere l'episodio più leggendario dell'intera serie TV (e di tutte le serie TV?).
S05E16, The Body.
Non ricordo di averlo visto a suo tempo, forse perché mi fermai alle prime stagioni e poi venni distratto da Dark Angel (aaargh!). Ma l'ho visto ora, con vent'anni di ritardo, e forse è stato meglio così.
Quaranta minuti di televisione che sovvertono le aspettative create in tutte le decine di episodi precedenti: in questo senso, l'intera serie di Buffy con le sue telenovele adolescenziali e le maschere di halloween pacchiane è servita a canalizzare un'aspettativa che è poi esplosa con una deflagrazione assordante in questo episodio. Quaranta minuti che agiscono per sottrazione, senza colonna sonora e suddivisi in quattro sole scene protratte all'infinito. Lo si è definito straziante, sconvolgente, ma bisogna vedere per credere: è un'opera d'avanguardia artistica concepita da un genio assoluto (peraltro uno coi suoi demoni interiori, pare si sia scoperto poi).
Un orrore filmato che ti sprofonda nell'orrore concreto dell'esistenza... può servire anche quello, a volte.
E poi ci sarebbero i videogiochi, ma è meglio che rimangano una nota a margine per stavolta.
La polemica del giorno ruota attorno a Dragon Age: The Veilguard. Un caso curioso, che ha spaccato in due la critica videoludica. Un caso tristissimo, che rimescola i soliti ingredienti incendiari che alimentano le polemiche oggigiorno. Dal canto mio, ho detestato i precedenti Dragon Age (non ho neppure voglia di andarmeli a cercare nell'archivio) e dunque il dibattito se questo sia o no un degno esponente della serie non mi tocca: anzi, io ero fomentato dal feeling da gioco di ruolo d'azione di una volta, con una storia lineare tutta combattimenti e una direzione artistica che prova a fare qualcosa. Eppure pensa un po', alla fine anche a me pare ributtante. Non solo un gioco superficialone e scialbo, scritto da undicenni sotto stretta supervisione di un Comitato: ma un gioco di una bruttezza proprio scostante, repellente.
Brrrrr! Che orrore, torniamo ai vampiri e ai fantasmi che ci confortano.
Operazioni bagnate
Era un po' di tempo che non ricordavamo ai nostri utenti che Bob oltre a essere un angioletto è anche un alcolizzato. Come sistemista è abbastanza pacifico che ami la birra e la bisboccia, ma qui parliamo di una persona che forse ha un problema o comunque una way of life non propriamente accettata dalla maggior parte della società.
Bob è un personaggio che ormai possiamo considerare tutto nostro, in realtà viene anche lui da un videogioco, Messiah, che probabilmente non ricordate o più semplicemente non sapete che esiste (anche se su Steam è ancora a 15 euro eh) e che uscì all'incirca quando cominciammo FTR e quindi era all'epoca un personaggio effettivamente abbastanza famoso per metterlo in un fumetto. Purtroppo rispetto a tutti gli altri nostri protagonisti non è rimasto nella storia in modo tale da essere ancora riconoscibile a 23 anni di distanza e quindi ormai, almeno qua dentro, immagino lo vediate tutti solo come un sistemista un po' imbarazzante. Non so se sia meglio o peggio di quelli che ancora additato Cloud dicendo "Ehi Cloud!", le radici di ciò che facciamo solo così lontane che possono venire buone solo per la nostalgia del cappello introduttivo di un editoriale come questo.
Il gioco "Wow wow" che impazza sui banner pubblicitari oggigiorno è indubbiamente Call of Duty: Black Ops 6. La serie di Call of Duty è una di quelle serie che qui su FTR usualmente ignoriamo, si tratta di uno di quei brand a cui l'industry rimane aggrappata per farmare soldi (soldi veri) in modo assolutamente ignorante, continuando a reiterare il marchio in sempre nuove uscite spinte da un clamoroso battage pubblicitario, forte di una base di utenza devota, che ne ha fatto una disciplina esportiva e anche un culto. Non abbiamo niente contro quelli che ogni tanto riescono ad avere un'idea profittevole anche considerando che stanno diventando piuttosto rari, ultimamente, solo che le cose di cui ci interessiamo qui di solito passano ben lontane da certi prodotti e sicuramente i nostri vecchi cuori hanno bisogno di scosse più intense per battere.
Stavolta, invece, mi ha incuriosito un articolo di M.it sulla campagna single player che è anche un articolo sulla storia di Call of Duty. Perché sì, anche se non è esattamente strombazzato ai quattro venti Call of Duty: Black Ops ha una storia e anche dei personaggi. Mh, interessante.
Sono un autore di Segretissimo e vi ho già menato il torrone abbastanza sull'argomento. Stiamo parlando di una pubblicazione piuttosto di nicchia che si rifà a un genere che, nella letteratura anglosassone, ha avuto ampi momenti di gloria negli anni 90, ma che oggi vive ancora dei suoi vecchi miti. Ci sarà pure un motivo, insomma, se continuano a uscire giochi di Tom Clancy anche se Tom Clancy è già morto da un pezzo. Questo potrebbe far credere che le nuove generazioni non siano interessate a certe storie e che quindi tutto il resto sia di conseguenza. Anche guardando la serie Call of Duty, quello che ho sempre creduto è che la gente volesse scendere sul campo di battaglia in co-op dicendosi nei microfoni dove sparare e cose del genere, non sentire un racconto. Oggi invece scopro che il racconto c'è sempre stato e che ha una certa importanza, anzi, come sempre accade, un buon racconto è parte della chimica che porta un capitolo ad avere un buon successo.
Tra i milioni di giocatori di Call of Duty quindi ne esistono centinaia di migliaia che seguono le storie dei loro eroi, tra queste centinaia di migliaia possiamo anche ipotizzare che decine di migliaia siano italiani. Possibile che tra loro non vi siano anche poche migliaia che leggono libri? E' per me importante capirlo perché a questo punto sarebbe da capire perché quelle poche migliaia non potrebbero leggere storie come quelle dei Call of Duty dentro dei libri? Perché insomma questa utenza giovane, moderna, spigliata, non potrebbe rivolgersi a Segretissimo?
Uso raramente questi editoriali per vicende personali, ma in fondo questa vicenda tanto personale non è. Ancora una volta parliamo di come si comportano i fandom, di dove possono andare e di quali percorsi possono intraprendere per arricchirsi. Poco importa che a una delle tappe di questi nuovi viaggi possa esserci io in un altro ruolo rispetto a quello di editorialista di FTR. Almeno credo.
Il prossimo passo della mia indagine, a questo punto, sarebbe riuscire a mettere in contatto questo mondo di appassionati di Call of Duty con Segretissimo, almeno per mostrargli di cosa si parla. Ho provato alcune timidissime esplorazioni dell'internet, tra canali discord, youtube e altri social nel tentativo di capire come entrare in contatto con questa gente. Complice il fatto che i motori di ricerca hanno ormai smesso di funzionare al momento non ho ancora capito come mettere in piedi un qualche dialogo, ma è una ricerca che vorrei approfondire ulteriormente e in fondo quale posto migliore di FTR per documentarne i risultati?
Lo so, se si trattasse veramente di una Black Ops, che in italiano viene usualmente tradotta come "operazione bagnata" per motivi che mi sono oscuri, non dovrei dirvene così in pubblico, ma questa è l'era dei social e della comunicazione pervasiva, quello che non viene raccontato online non esiste, nemmeno se si tratta di una missione da agenti segreti.
Editoriale chiuso. Come vedete, mentre questo 2024 volge al termine, nuove avventure spuntano fuori davanti ai nostri eroi. Riusciranno a fallire in modo divertente (sapete che non chiediamo mai di più)? Lo vedremo presto. Voi rimanete incollati ai vostri cifrari per i prossimi messaggi in codice!
Cymon: testi, storia, site admin“I will not be seeing you bassooner or later.”