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1098, 21/01/2023 - 2023, Anno del coniglio
1098
21 . 01 . 2023

Conigli da Mercurio

In certi posti è l'Anno Lunare del Coniglio, ma non vuol dire che dobbiamo trasformarci tutti in coniglietti batuffolosi come i nostri Neo, Clara e Gödel in questa illustrazione celebrativa. Certo, se fossimo tutti coniglietti batuffolosi forse il mondo sarebbe migliore... ma poi chi fermerebbe i furry? Furry dappertutto: no, grazie.
Abbiamo già ricordato che una dozzina d'anni fa celebrammo il precedente anno del Coniglio con un evento Epico & Allegorico (l'ultima serie di Grand Theft Rabbit, che forse è tuttora la mia opera preferita), che per la solita coincidenza sovrannaturale capitava proprio per il decimo anniversario di questo sito... ma basta! Sì, siamo vecchissimi! Si capiva già dalle battute sui furry che andavano di moda nei forum a fine anni '90.

Mai guardare indietro, come Orfeo ed Euridice, o come le amanti lesbiche di Ritratto della Giovane in Fiamme (2019): la considero anch'io una buona regola, eppure in questo momento carico di ricorrenze voglio guardarmi alle spalle quel tanto che basta per autocongratularmi: “Quest'anno hai disegnato molto più del solito!” Ebbene sì: stendiamo un velo pietoso sulla qualità, e magari non pensiamo alle opere di artisti veri come questi incredibili coniglietti di James Jean, ma la quantità è decisamente aumentata rispetto agli ultimi anni.
Nel 2022 conto ben sei illustrazioni, mentre solitamente mi limitavo al minimo indispensabile delle ricorrenze Estiva e S. Valentino (???). Vedremo come va quest'anno.

Un'altra tendenza degli ultimi mesi, un po' meno lusinghiera, è che questi editoriali si sono spesso ridotti a un'eco: con me che parlo degli stessi argomenti di cui ha parlato Cymon qui di fianco, ma a una settimana di distanza. Da un lato si tratta di un fatto super-bizzarro perché non ci diciamo mai assolutamente nulla su quello che scriveremo o su quello che abbiamo visto, dall'altro è forse inevitabile che siamo attratti dalle stesse cose... anche se spesso con opinioni divergenti.
Ebbene sì, anche io ho visto il nuovo cartone animato di Gundam. Sì, lo so, io sono quello che non guarda anime perché “sono una perdita di tempo”, ok, ma stavolta ci sono ricascato perché ero attratto dal livello tecnico eccezionale dell'animazione.
L'Episodio 0 è straordinario perché non sembra un cartone animato giapponese: promette una serie adulta di gente sposata che fa mestieri scientifici e di grandi manovre politiche da space-opera e di improvvise esplosioni di violenza militare molto ben orchestrata... poi arriviamo all'Episodio 1, ed è ambientato in un liceo. Protagonisti: tante liceali adolescenti multietniche (ehm!!!) che gridano e piangono mentre pilotano robot giganti. Breve storia triste.
I sedicenni li posso anche accettare, sono io che dopo vent'anni ancora non mi capacito che i cartoni giapponesi sono così, e insisto a farmi del male. Colpa mia. Ma la vera delusione sono stati i chara-design e i mecha-design (cioè tutto), che fanno schifo.
Sul piano artistico ho apprezzato di più Orbital Children, sia come tratto che per l'estetica da Era Spaziale molto ispirata, realistica e credibile sia nei materiali che nei design. Spoiler: anche gli “orbital children” sono stramaledetti “children”, e anche quella serie è una perdita di tempo, ma ha il vantaggio che sono pochissimi episodi.

Per essere uno che non guarda i cartoni giapponesi, certo che guardo tanti cartoni giapponesi! Si potrebbe dire. Ma giuro che tutte le volte che sono caduto in questa debolezza sono state rese pubbliche su queste pagine. In mia difesa, non ho visto altri cartoni al di fuori di quelli che cito qui. Sono proprio un coniglietto cattivo.

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21 . 01 . 2023

Disease

Questo doveva essere l'editoriale di Avatar, non lo è perché, passata la pandemia, la gente ha ricominciato ad avere malesseri mainstream come il mal di gola fastidioso che ti suggerisce che è meglio non uscire di casa. Così eccomi qui, che mi sono bruciato l'argomento per una discettazione da k e k di testo e adesso devo decidere se dire lo stesso quello che avevo in mente (anche senza aver visto il film) oppure soprassedere.
Perché sarebbe stato buffissimo, l'editoriale su Avatar, perché FTR sarebbe stato uno dei pochi siti ad avere una lunga discettazione a riguardo. E, in realtà, noi qui siamo abbastanza abituati a parlarci addosso di cose di cui non si occupa nessuno, fregandocene di quello di cui là fuori la gente parla usualmente. Però stavolta l'argomento sarebbe stato Avatar, un film di James Cameron che è già tra i dieci film più visti al mondo, con un incasso che è già sopra i due miliardi di dollari. Ce lo ricordiamo quando un tempo eri un reietto a non aver visto il primo Avatar, con la zeitgeist police che ti portava al cinema a forza. Stavolta invece che tu l'abbia visto o no non interessa a nessuno. No, un momento, non sembra interessare a nessuno.

Lungi da noi di FTR dire che i soldi sono il metro di giudizio su cui basare tutte le valutazioni, non lo crediamo e infatti a volte supportiamo dei progetti i cui autori hanno stipendi inferiori al nostro (o meno regolari). Eppure una cosa che abbiamo sempre creduto è che i soldi guidassero le decisioni delle grandi aziende, rappresentassero il metro morale della loro anima. Qui ci troviamo di fronte a un progetto che, sostanzialmente, se ne è andato per i fatti suoi mentre la comunicazione nazional-popolare stava su tutt'altra direzione. Un universo limitato, nessuno sfruttamento dell'immagine social, nessun intricato collegamento o ammiccante easter egg. Un prodotto che, insomma, su come si parla al pubblico non sembra aver imparato niente da quando è uscito il suo capitolo precedente (TREDICI ANNI FA) ed si è fatto convinto che il mondo da allora non fosse cambiato. Di solito chi è così stolido nelle sue posizioni va a schiantarsi, perché è ovvio che il mondo deve essere cambiato in tutto questo tempo: Netflix nel 2010 non faceva streaming, non avevamo una terza saga di Guerre Stellari o gli Avengers, i cofanetti DVD erano ancora il metodo principe per godersi un film a casa. Se provate a mettere in fila le cose che sono cambiate da allora a oggi sono così tante che probabilmente se poteste incontrare il voi stesso di allora non lo riconoscereste (io, per esempio, avevo più capelli).
Invece Cameron se ne frega, esce Avatar 2 all'incirca secondo le stesse meccaniche di Avatar 1, l'internet a riguardo tace, quasi a volergli dimostrare che non può essere ignorato, che lui LO SA dove sta andando il mondo e non si può certo cercare di evitare di mettere in giro un progetto del genere senza passare da lui, senza avere LA SUA BENEDIZIONE. Cameron ascolta l'internet due minuti, fa spallucce, va avanti per la sua strada senza nemmeno essersi preso una spruzzatina di acqua santa digitale. Avatar 2 fa DUE MILIARDI DI DOLLARI.

Quello che impressiona me non è che Avatar 2 abbia fatto tanti soldi, non avendo visto il film non posso dirvi perché li ha fatti o (arroganza delle arroganze) se li merita, quello che mi impressiona è che nessuno sembra intenzionato a scoprire come li abbia fatti semplicemente perché ormai gli analisti del mercato e del pubblico ormai si sono così convinti che le cose vadano in una certa maniera che non possono accettare che si possa fare altrimenti. Il fatto è che il motivo per cui facciamo quello che facciamo ormai è che non abbiamo il coraggio di fare diverso perché il rischio di uscire dal solco non è mai accettabile e la paura di non piacere è soverchiante. Questo fa sì che tutti si sia convinti che è meglio lasciarli lì, tutti quei soldi, non stare a chiedersi come si fanno. Continuare a farne meno, continuare a creare meno è comunque più conveniente.
In fondo la strategia "moderna" è la stessa strategia che ha portato alla creazione del film che sta lassù in cima alla classifica dei film più visti, Avengers: Endgame ha sfiorato i TRE miliardi. Ma Endgame ha sfiorato i tre miliardi dopo essersi arrampicato su un impianto di prodotti cinematografici costruito in vent'anni, con un supporto di comunicazione mostruoso e un strategia di investimento possibile solo a una multinazionale tentacolare come la Disney. Io ho elogiato a più riprese il progetto che ha portato a Endgame e tutti i soldi che ha guadagnato li ha meritati, ma è, per l'appunto, una valutazione su un "progetto", non su un "film".

Quindi non ho visto Avatar 2 e non so se avrò occasione di vederlo, ma sono riuscito comunque a parlare di Avatar 2 semplicemente perché non mi andava di non parlarne come tutti gli altri. Ricordatevene, però, domani, quando qualcuno giudicherà un film dal fatto che "non ci hanno fatto su i meme" che forse questo tipo di metro è un po' come guardare il mondo dal buco della serratura. Si vede qualcosa. Non si vede tutto.

Per un malessere che piomba addosso sul mio fisico un malessere che si risolve informaticamente. Ho risolto il mistero che mi impediva di giocare a Death Stranding, una cosa da terzo mondo videoludico di cui quasi mi vergogno di parlare. In pratica Windows, non so come e non so perché, si era deciso di fare paging di memoria sul mio disco lento, lo scassone da un tera che immagazzina i dati, invece che sul disco veloce del sistema operativo. E' incredibile come il paging, fatto sui moderni SSD, sia praticamente come avere della RAM GRATIS (o al prezzo della vita dell'SSD, ovviamente. Ma in fondo dobbiamo bruciare la nostra candela). Ho ripreso quindi a giocare, di tutte le impressioni che ho l'unica perplessità è il rapporto con le CA. Nel senso che per ora in nessuna situazione in cui le ho incrociate sono riuscito a sfuggirgli. Sono sempre stato un brutto caprone nello stealth però il modo in cui supero le situazioni con CA è sempre farmi trascinare nella fangazza e poi correre via dai tentacolosi. Mi sembra un po' barare, perché se sono finito nella fangazza significa che sono ormai andato, ma i tentacolosi non mi raggiungono proprio mai e quindi in un modo o nell'altro riesco sempre a svicolare via. Non so però se andrà sempre così bene, in fondo sono ancora all'inizio (nonostante le decine di ore di gioco). Il giudizio però rimane positivissimo per X ragioni che, come vi ho spiegato, non voglio star qui a raccontarvi.

“Qui a Dewmont, invece, ognuno aveva il suo letto, il che era una meraviglia, visto che io avevo appena scoperto le gioie della masturbazione. Non che mi fosse ancora ben chiaro di cosa si trattava, ma certo era sempre meglio che giocare a dama da solo.”

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