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1084, 15/10/2022 - Analisi di vendetta
1084
15 . 10 . 2022

Domeniche dorate

È autunno quando la prima castagna della stagione ti fora la bici con le sue spine.
E quando sei sulla panchina al parco e sarebbe tutto perfetto ma le mosche non ti lasciano in pace. Ma va bene lo stesso, la luce ambrata e gentile trasforma ogni ora del giorno in una Golden Hour e il clima mite ci fa sentire quasi ben accetti su questo pianeta.

A una settimana di distanza ancora la visione di Santa Marilyn mi ossessiona: questa dea dell'amore è dolcissima e mite, modesta e buona, non algida e superba come tante dive del cinema reali o immaginarie. Sono sempre più rari i film con protagonisti che sfoggiano queste qualità. Oggigiorno vanno di moda solo Donne Forti: bisogna essere bravi per costruire un personaggio che invece è vulnerabile, è vittima, ed è un essere umano molto migliore di tutti gli altri.
Nonostante tutto, anch'io subisco il fascino delle stelle del cinema, credo che siano parte della magia del cinema stesso... e deve crederci anche Kojima, l'uomo fatto di cinema, che anche per il suo nuovo gioco ha ingaggiato attori famosi. Me lo voglio annotare qui solo per dovere di cronaca: il Maestro ha rimesso in moto la sua consueta macchina di fumo e specchi, che monterà le aspettative per la sua prossima opera a livelli insopportabili. Per ora non voglio aggiungere altro.

La volta scorsa ho anche parlato di IMMORTALITY, il gioco-non-gioco che sembra fatto apposta per piacere a chi ha un'opinione molto bassa dei videogiochi... proprio il genere di cosa che potrebbe stare in mostra qui, nella Sala delle Arti della Venaria Reale. Forse dovrei essere soddisfatto di vedere qualche giochino in una mostra così antica e prestigiosa... e invece avverto solo un certo disagio, come se stessi guardando una belva della giungla in gabbia. Più che elevato, il videogioco ne esce degradato, esposto agli sguardi di odiatori altezzosi e condiscendenti.
O mi sbaglio? Forse dovrei andarci e vedere com'è davvero... è che la scelta di titoli esposti mi mette addosso una gran voglia di non visitarla mai, quella mostra.
Ma no, non datemi retta, sono solo un vecchio videogiocatore, e la vecchiaia a un certo punto ti libera dal bisogno dell'approvazione altrui. Magari andateci in queste domeniche dorate, se non altro l'edificio che ospita la mostra è molto bello. Solo, mettete da parte il vostro amor proprio di giocatori: queste iniziative non parlano a voi, non lo sanno nemmeno loro a chi parlano, a volte purtroppo sembrano fatte ancora per i vostri genitori di vent'anni fa.
Questa invece sì è una mostra che mi piacerebbe visitare: quella per il decimo anniversario di Bravely Default. Oltre 200 illustrazioni di Akihiko Yoshida et al., senza la pretesa di Spiegarti Il Fenomeno Mondiale dei Videogiochi™. L'arte sa parlare da sola.

Lo-Rez: arte, storia, web design
15 . 10 . 2022

Cosa è un eroe

Dopo che ti sei fatto le spalle larghe a furia di guardare cartoni con maghette che soffrono credi che non ci sia più niente che possa colpirti basso, ormai puoi sopravvivere a tutto. E' esattamente, in quel momento, mentre ostenti spavalderia, che compare Yuki Yuna is a Hero a pugnalarti alle spalle, in un punticino che avevi lasciato scoperto e dove non sapevi il colpo avrebbe fatto così male. (SPOILER)

La serie parte apparentemente come un anime di maghette "buono". Negli anime di maghette buoni le protagoniste soffrono e affrontano indicibili sofferenze, ma tuttosommato stanno salvando il mondo, hanno uno scopo lineare e alla fine ci riescono pure quindi se anche si fanno un po' male nel percorso la cosa è tutto sommato accettabile. La storia di Yuki Yuna narra di come lei (disgustosamente buona) e le sue amiche (disgustosamente buone) hanno questo club, all'interno della loro scuola, chiamato semplicemente "Hero Club" che si dedica a qualsiasi attività serva per aiutare il prossimo. In realtà però la fondatrice del club, Fu, dietro quest'attività disgustosamente buona cela il suo intento di compiacere la Taisha, un'organizzazione politico-religiosa che trasforma le ragazzine in eroi e le manda a combattere contro i Vertex, bizzare creature che cercano di distruggere l'Albero della via (o quel che l'è).
Yuki e le altre, una volta informate della loro missione, si mettono quindi a combattere contro queste creature. Le prime battaglie non appaiono particolarmente difficoltose, il che contribuisce a rilassare lo spettatore, poi però lo scontro finale con i mostri definitivi si svolge all'episodio 5, su una run di 12 episodi e a quel punto l'esperto maghettologo non può che capire che di lì in poi sarà una pioggia fitta fitta di indicibile sfiga.

Da quella puntata in poi, infatti, scopriamo non solo che la battaglia delle nostre eroine non è finita (e, in un certo senso, non può finire), ma anche che nel momento in cui usano i loro poteri vengono private di qualcosa, sia questo il senso del gusto, la voce, l'uso delle gambe o anche vere e proprie parti del corpo. La loro battaglia risulta essere un continuo e incessante sacrificio, alla fine del quale rimarrà di loro proprio poco.

Usciamo un attimo dalla fredda cronaca per dire, a questo punto, qualcosa di importante: Yuki Yuna is an Hero è un anime sulla disabilità, un tema che non abbiamo visto spesso affrontare dai giapponesi, che per anni è anzi stato considerato un po' tabù e che invece qui ci viene sbattuto in faccia con estremo realismo, a suo modo, con tutte le implicazioni personali e emozionali che comporta.
Mimori viene presentata come una ragazza che ha perso l'uso delle gambe e, indipendentemente da come questo è avvenuto, ci vengono presentati diversi stralci della sua quotidianità che ci fanno avvicinare a lei e alla sua condizione. Quando anche le altre ragazzine cominciano a essere menomate a seguito della battaglia il confronto con la realtà di perdere la possibilità di fare cose anche semplici è molto crudo e, nuovamente, poco importa che tutto sia dovuto alla divinità crudele che protegge il mondo, quello che viene esposto è proprio il confronto con questa condizione, il modo in cui modifica drasticamente la vita e costringe a fare i conti con quello che si può e non si può fare.
E' abbastanza interessante (per quanto metta a disagio) vedere come in un certo senso si prova meno angoscia a pensare alla possibilità della morte dei personaggi piuttosto che pensare al destino a cui vanno incontro che progressivamente diventa una non-vita.

Yuki Yuna is an Hero, a suo modo, è un anime semplice. Sotto molti punti di vista il suo sviluppo è minimale. I combattimenti sono estremamente lineari, i personaggi presentati il minimo necessario. Riesce a esaurire effettivamente ciò che voleva dire nei suoi dodici episodi. Non ci sono nemmeno grosse note tecniche da fare, i cattivi hanno un'idea di disegno un po' più apprezzabile della media delle macchie scure malvage che vediamo ultimamente, i costumi sono senza infamia né lode, le canzoni appartengono ormai a un genere che si sta pericolosamente standardizzando.
Yuki Yuna, però è anche un anime che si prende grosse responsabilità nel lanciare contro lo spettatore interi treni sentimentali, costruendo diverse trappole emozionali e spingendoci dentro tutti coloro che lo guardano. In questo senso, la sua visione non è affatto semplice. Però, proprio come tutte le cose non semplici, dà soddisfazione. Consigliato con cautela. Oltre alla run iniziale qui raccontata ci sono altre stagioni, il che mi appare misterioso, considerando come vanno le cose in questa storia. Non ve ne parlo perché non conosco, ma quanto accade nel primo capitolo, a mio parere, è ottimamente autosufficiente.

1. Give people a good greeting.
2. Try not to give up.
3. Sleep well, eat well.
4. If you're troubled, talk to someone!
5. You're likely to succeed if you try.
6. Don't push yourself and make sure you're happy as well.

P.S. Come sapete la maghettologia è per me un hobby abbastanza importante. Vi riporto qui il link di Maghette, un mio progetto personale. Si pubblica tutte le settimane ma giuro giuro che è finito.

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