I laghi di montagna
Ora che la luce e il caldo non si possono più dare per scontati, ora che il sole ambrato ci accarezza gentile invece di azzannarci il coppino, e l'azzurro brutale dei cieli è velato di malinconia... ora FTR torna con noi.
Lo terremo vicino al cuore come un amuleto, e ci accompagnerà nel lungo viaggio dell'estate addentro al cuore buio dell'inverno.
Ora dobbiamo ricordarci che lavoro facciamo, e anche come arrivarci se lavorare da remoto non è più l'unica modalità della nostra vita, e dobbiamo dimenticare le escursioni mediamente impegnative verso i laghi alpini più famosi di Instagram (!!!), intraprese al mattino il più presto possibile per non mescolarci alle masse del popolo in fila su un costone di roccia a strapiombo come se fossero in coda alla cassa del supermercato il sabato mattina. Dimenticheremo in fretta il peculiare colore celeste polveroso di quei laghetti incontaminati, le montagne di granito arrossate dal tramonto, i rifugi in stile biedermeier gremiti dalle solite folle malefiche attirate dal sopracitato Instagram, così come i vigneti assolati con vista sulle acque luccicanti, e l'odore della notte in aperta campagna.
Almeno Neo in questa strip ha la decenza di non farsi vedere nella webcam... non ancora, andiamo per gradi.
È il capodanno del settore dell'intrattenimento: i colossi che si contendono l'attenzione delle masse hanno già iniziato a sparare i loro fuochi d'artificio, più alti e più forti degli altri, per elemosinare un'oretta del nostro tempo quando siamo stravaccati davanti a uno schermo.
Quell'oretta diventa sempre più preziosa, perché nella corsa agli armamenti cinematografica i prodotti di intrattenimento diventano sempre più costosi, follemente costosi, troppo grandi per fallire: come Cleopatra, dicevamo. O forse no... forse sono tutti giochetti contabili, polverina di fata sparsa sui libri di bilancio, per gonfiare i budget esentasse in Nuova Zelanda e gabbare il Fisco nel resto del mondo... i colossi non si meritano la nostra compassione, o l'ansietta per le sorti degli universi di finzione che abbiamo amato.
E poi che cosa resta, ormai, da amare? Abbiamo assistito con orrore e sgomento alla violenza sistematica perpetrata ai danni delle guerre stellari che tanto ci piacevano da piccoli (ci sono mille di questi editoriali a comporne la cronaca dolorosa). Amazon ed Apple hanno entrambe calpestato con selvaggio abbandono tanti mondi di fantasia che avevano conquistato un cantuccio nel nostro cuore. Non con malizia, beninteso: semplicemente i loro interessi spesso non collimano con i nostri... e i nostri perdono sempre.
Ma ogni tanto capita che persino queste zaibatsu cyberpunk dell'anno 2022 imbrocchino una scelta artistica felice e producano qualcosa di buono. Non so se sarà questo il caso con le Serie del Momento™, o se ancora una volta gli eserciti di orchi brutti faranno scempio della Contea, e i draghi faranno terra bruciata di città e campagne.
Oggi invece sarebbe il momento opportuno per parlare di qualcos'altro, per prendere le distanze ancora una volta dallo Spirito del Tempo e dalle mode mondane, e snocciolarvi qualche visione elitaria di cosine di nicchia, in lingue incomprensibili e con budget microscopici, che mi sono piaciute tantissimo in questa estate...
...Ma nemmeno io oso essere tanto antipatico.
Siamo appena tornati, abbiamo tanto di cui scrivere, ma non ci corre dietro nessuno. Siamo noi, casomai, che corriamo dietro a un coniglio. I conigli non sembra ma fanno tante pause, si fermano spesso a rosicchiare qua e là. Lo sappiamo perché gli andiamo dietro da vent'anni. Non c'è fretta, se la sorte ci sorriderà.
Pensiero magico
E' finita? Ci si alza la mattina, si apre la finestra, si sente la brezza e si prova un certo stupore. Il sole è alto, c'è luce, ma non sembra di sentirsi dentro un forno. Certo, la situazione durante il giorno peggiora, camminare alla luce a mezzogiorno è quasi impossibile, nemmeno fossimo moderni Lestat (o altri vampiri che hanno un po' più problemi che LUCCICARE) però in fondo è ancora Agosto, c'è un livello di sofferenza che è normale, per Agosto, in una città come Milano, con il cemento che trasforma ogni strada in una pietra ollare e se ti appoggi sulla superficie sbagliata perché sei stanco ti parte una reazione di Maillard sulla pelle nuda che la crosticina croccante ti rimane per settimane (e quelli vicino a te cominciano a provare un certo appetito).
Eppure forse è finita, la grande calura, quella sensazione ossessiva di caldo che prendeva da quando ti svegliavi a quando andavi a letto e tra scienza, valutazioni catastrofiche, giornali e pareri autorevoli l'idea era che quella situazione non dovesse passare mai, quello era il tuo presente e il tuo futuro, era semplicemente la lenta, placida marcia verso la fine.
Non sono un negazionista climatico, lungi da me, quello che è successo quest'estate non è normale anche se a guardare i grafici forse è stato persino meno normale dell'atteso, però quello che mi ha incuriosito è stata quella sensazione, che a un certo punto abbiamo provato tutti, che il caldo non dovesse finire mai, che l'estate fosse infinita, non solo il generale aumento delle temperature, proprio la stagione del fuoco.
E' un'idea affascinante perché è l'idea che ha sagomato la nostra razza quando ancora barcollavamo fuori dal mondo animale e guardavamo verso l'alto. L'uomo primitivo primitivo primitivo, quando veniva l'inverno (che ai tempi era certo più pericoloso dell'estate) non sapeva che sarebbe finito, non sapeva che bastava aspettare e questa ansia innescava in lui il bisogno di fare qualcosa per dominare questa cosa tanto più grande di lui che era il ciclo delle stagioni. Da qui i sacrifici umani, i grandi rituali, le feste come il Natale (e si, l'uomo preistorico a scopo propiziatorio istituiva dei mercatini in cui si vendevano muffole di Mammuth), l'uomo preistorico convinceva sé stesso che poteva far finire l'inverno e quando alla fine questo finiva a volte se ne prendeva pure il merito.
Sembra banale, ma l'avvento del calendario (che pure ha portato con sé un altro grande bagaglio di pensiero magico) è servito a spegnere una certa paura, lasciando dietro diverse cicatrici che poi hanno continuato a cambiare, ma hanno smesso di farci credere che l'inverno fosse infinito. Non credo che la nostra civiltà possa capire cosa rappresenti un'angoscia del genere (che infatti si ripropone più e più volte nelle storie che ci raccontiamo, in diverse forme, con diversi punti di partenza).
In un certo senso un assaggio di quell'angoscia l'abbiamo provata di nuovo. Con tutta la nostra scienza, con i nostri telescopi che fotografano pianeti a centinaia di anni luce di distanza e missioni sulla luna, questa estate abbiamo avuto il dubbio che non finisse mai e sebbene questa paura fosse alimentata da altra scienza in realtà il panico che ha generato ci ha portato indietro ai tempi delle caverne.
E state attenti, perché l'uomo moderno è, almeno, patologicamente privo di fantasia. Per questo, assieme all'angoscia, non sono tornati anche i sacrifici umani, i grandi rituali e i cerchi di pietra, ma per la direzione in cui stiamo andando, a occhio, non è detto che anche queste cose, piano piano, non tornino nella nostra esistenza.
Tutto questo per dirvi che, anche se non ve lo aspettavate, FTR è tornato, è ancora qui, tutte le volte rispetta la data che vi scrive a agosto per il momento in cui riprenderà a pubblicare. Potreste credere che con i grandi soldi guadagnati con la notorietà dell'anno precedente usiamo le ferie per fuggire non visti e invece no, la Vita Reale, prima di tanti altri, ci costringe di nuovo sulle nostre poltroncine ergonomiche con loghi tamarri (no, non ce l'ho, è per dire) e allora già che siamo qui continuiamo a vergare editoriali per la tana.
C'è molto, in fondo, moltissimo di cui parlare. Draghi, Anelli, Supereroi, superserie, maghette, carte collezionabili (oh noes!) e poi videogiochi grossi e piccoli, videogiochi finiti e videogiochi che non sono ancora usciti ma prima poi usciranno (oppure no, visto che questo è un mondo bellissimo). Riaccendiamo tutte le luce e cominciamo questo nuovo grandioso anno.
Però un altare per i sacrifici umani lì lo comincerei a mettere.
Cymon: testi, storia, site admin“Il Johnny Gentle, Capo del Governo, che tira sul podio un pugno guantato di gomma così forte da far quasi staccare il Sigillo e dichiara che, Cazzo, ci deve essere qualcuno, a parte noi, a cui dare la colpa. Per unirci nell'opposizione a qualcuno. E promette di mangiare leggero e dormire molto poco fino a che non lo troverà”