Strip
serie
1065, 14/05/2022 - Darsi importanza
1065
14 . 05 . 2022

I miti moderni

Le strip che sorgono lassù ogni settimana hanno abbandonato ogni presa sullo Zeitgeist da molti anni oramai... tranne in rari casi, come oggi, in cui i fatti del Mondo sono allineati con il flusso della nostra, ehm, “ispirazione”.

Questo editoriale invece non sarà allineato affatto, e non mi sentirete parlare di date di uscita o strategie commerciali: no, il mio spirito deve volare alto, dicevo la volta scorsa. E quale altezza più vertiginosa di Elden Ring? A costo di essere banale, non posso fare a meno di tornare e ritornare con la mente a questo gioco stupefacente, che è riuscito ad evitare qualunque influenza videoludica degli ultimi trent'anni, per realizzare una visione che discende direttamente dai giochi grezzi e spietati degli anni '90, giochi rossi di denti e di artigli... non i coniglietti batuffolosi e mansueti di oggi!
Come un amante esigente, Elden Ring respinge con sdegno chiunque gli si accosti senza offrirgli la dedizione più totale, corpo anima e cervello.
Non stupirà dunque il fatto che io personalmente non lo sto mica giocando davvero... come confessavo tempo fa, sto facendo esperienza di questo gioco per interposta persona, guardando i video fatti da altri: una pornografia di Elden Ring, se vogliamo, che è tutto ciò che posso concedermi con due ore alla settimana a disposizione.
Questo però non mi impedisce di partecipare alla mitologia sorta attorno a questo titolo mitopoietico, come la leggenda di Let Me Solo Her.
Let Me Solo Her è l'eroe leggendario, nudo e armato solo di katana, che compare in risposta alle richieste di aiuto dei giocatori alle prese con Malenia, il boss più difficile di un gioco difficile. Come i guerrieri erranti di tante tradizioni cavalleresche, anche questo eroe dei nostri tempi ha un passato misterioso e un codice d'onore inflessibile: arriva solo per combattere Malenia, e non tollera alcuna interferenza da parte del giocatore che lo ospita nella sua partita. E una volta compiuto il suo dovere, si allontana solitario verso il tramonto.
Purtroppo è un eroe dei nostri tempi, e dunque non ha resistito alla tentazione di documentare tutto in streaming, sui social e le altre miserie che ci affliggono. Peccato, ma almeno ha deciso di smettere una volta raggiunto il traguardo di 1000 Malenia uccise. Mille volte Malenia, e poi l'oblio eterno.
Ma quindi com'è, questa Malenia? La fulva Malenia, Spada della Dea... il suo spirito indomito e il suo braccio possente non sono stati fermati nemmeno dalla lebbra che la affligge fin dalla nascita. Il classico personaggio tragico ed enigmatico in un gioco pieno di roba enigmatica e tragica: ma siccome sono giapponesi, almeno sanno ravvivare il tutto con tantissimo stile. E allora vediamola insieme, la presentazione di Malenia, che è una cosa da ossessionare il nostro sonno per mesi.
Così si presenta un boss: no cinquanta tizi tutti uguali con un contatore sulla testa, che se non te lo dice un messaggio grosso e chiaro manco t'accorgi che era un boss (come avviene in troppi open-world e in troppi RPG occidentali).
Peraltro quel video è stato realizzato da un'altra leggenda, SunhiLegend per l'appunto, specializzato in questi brevi filmati oltremodo epici, nei quali sfoggia una tecnica superlativa per battere i mostri più tremendi nel modo più spettacolare possibile. Le sue movenze valorizzano in modo incredibile le animazioni di titoli come Monster Hunter o Nier: uno spettacolo che apre gli occhi, e anche se avete giocato tutti questi titoli personalmente non potete dire di averli visti davvero senza aver visto giocare questa Leggenda contemporanea.

Lo-Rez: arte, storia, web design
14 . 05 . 2022

Calciomercato

Come le persone importanti si presentano alle feste solo quando queste sono già nel vivo, anche i progetti vengono rilasciati quando tutti sono già in trepidante attesa, cioè quando sono in ritardo rispetto alla loro data di rilascio. Potrebbe sembrare questo un segno di sciatteria o scarsa professionalità, ma non è per niente così, è solo classe. Ricordatelo alla prossima riunione in cui direte di essere in ritardo.

Ormai qui su FTR si parla sempre di soldi e mai una volta che siano i nostri. Nelle ultime settimane ha tenuto banco la vendita, da parte di Square/Enix, di un bel po' di cose, tra cui spicca sicuramente il marchio Tomb Raider, un marchio ultimamente comparso spesso sulle nostre pagine, che sembrava sul punto di avere un remake/nuovo capitolo lussuoso e che invece si è trovato legato, imbavagliato e allungato al migliore offerente.
Mercimoni di questo tipo, nell'ultimo periodo, sono stati un po' troppo frequenti perché non si cominci a ragionare su un quadro generale che, a mio parere, si identifica con la Nuova Era che sta arrivando, l'era console-less dei mercati digitali globali di cui abbiamo denunciato spesso i prodromi. Caso per caso, però, ogni vicenda ha certamente una sua storia e questa, visti gli attori coinvolti, ci interessa certo tantissimo.
Personalmente non vedo in quanto accaduto qualcosa di sconvolgente. Tomb Raider non è mai stato un mario Square/Enix, la grande azienda giapponese acquisto Crystal Dynamics e tutto quello che le competeva una mezza dozzina di anni fa e, ingoiato il marchio Tomb Raider, avviò il progetto di remake di cui tanto bene abbiamo detto. Non possiamo però certo parlare di un titolo che avesse l'impronta del grande marchio giapponese, anzi, si trattava del proseguimento di un'avventura occidentale che, editorialmente, aveva già attraversato rocambolesce vicende societarie.
Esaurita così la magia che voi potreste aver visto intorno a questa transizione rimane da interrogarsi perché Square/Enix, dopo un tale importante passo in occidente, abbia deciso di ritrarsi e ritornare entro i confini dell'arcipelago nipponico, rinunciando a investire nei progetti certamente più lontani dai suoi istinti. Lo-Rez, che di fondo è una persona buona, dice che in questo modo l'azienda potrà concentrarsi sui progetti che contano davvero, ovvero principalmente quelli con la doppia F, ma un intento tanto ascentico non pare proprio dello spirito dei tempi. Si sta forse preparanzo, l'azienda, a un'altra clamorosa acquisizione, magari sotto Playstation, facendo rientrare queste dinamiche nel Grande Gioco di cui parliamo da settimane? E' una possibilità interessante, non è un mistero che certi titoli Square/Enix siano stati dei traini notevoli per le console Sony delle varie generazioni, forse, sempre parlando di Nuova Era, questa saldatura potrebbe essere solo una fisiologica evoluzione.
Un altro interessante aspetto da valutare parlando di Square/Enix potrebbe essere il suo desiderio di entrare nel mondo degli NFT, il Peccato Mortale a cui le aziende si avvicinano per essere poi linciate dalla folla urlante "perché sì". L'ingresso di un grosso player giapponese in queste meccaniche potrebbe essere molto interessante perché sappiamo bene che i giapponesi non sono abituati a dover gestire sommosse popolari dal basso, anzi, il loro pubblico (in Giappone) accetta sempre con devoto entusiasmo qualsiasi cosa decidano di fare i loro dei/idoli/aziende di riferimento. Potremmo quindi vedere stavolta un progetto che arriva a compimento e poterne studiare una serena evoluzione. Quale sarebbe il rapporto di questo con la Nuova Era? Beh, la Nuova Era non è semplicemente il consolidamento di grandi aziende, ma anche il fatto che il business come si deve è fatto di ecosistemi (o metaversi, per dirla con altri termine) autosufficienti che si alimentano degli utenti che intrappolano. Square/Enix ha un grosso potenziale a intrappolare utenti in trame digitali e sociali di varia natura, trame che potrebbero dipendere anche da queste nuove tecnologie.

E' inutile nascondercelo: più scriviamo di questo tipo di vicende più il nostro cuore, già difficile da risvegliare, gela. Questo tipo di tattiche e strategie delineano un futuro che ulteriormente inaridirà il mondo del videoludo, continuando a erodere quell'aura di mitologia che vorremmo avesse sempre, quel senso di nerd chiusi in garage che disegnano cose geniali, quel piglio di artisti che decidono di comunicare qualcosa. Tutto appare sempre più macinato sotto le ruote di un processo supino all'industria come può essere nel mondo delle latte di vernice, dei tondini di metallo o delle abat-jour di design.
Che finaccia.

“Merge trenul, parcă zboară, / Dintr-o țară-n altă țară. / Merge și nu poate pricepe: / Care țară? Unde-ncepe? / Țară veche, țară nouă, / Parcă-i una, parcă-s două. / Ba aparte, ba-mpreună, / Parcă-s două, parcă-i una. ”

Cymon: testi, storia, site admin