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27/12/2k25 - Buon Natale 2025: Se era una mail c'era allegata l'immagine con i pupazzi di neve e il vischio
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27 . 12 . 2025

2025A

Nemmeno il panettone era scontato. Amarena o no, caramello o no: a quest'età non ci formalizziamo. Reduci dalle Battaglie Stradali che come ogni anno di questi tempi hanno infuriato nelle piccole città come nelle grandi, ci siamo infine seduti, e abbiamo condiviso il panettone con più o meno commensali del solito.

Non è mai scontato, il numero dei commensali.

Anche perché viviamo ormai nell'anno 2025A, per usare la terminologia di Ritorno al Futuro Pt.2: ce lo illustra il Doc con invidiabile chiarezza (e rispettando l'intelligenza dello spettatore, anche bambino, come usava ancora negli anni '80)... Il suo 1985A rappresentava, beata innocenza, una tempo-linea corrotta che è diventata esattamente il nostro presente attuale.
Ci è toccato vivere proprio così, funestati da Biffs dalla pettinatura riconoscibile anche quarant'anni dopo, che regnano in alti palazzi pacchiani che portano il loro nome. I bei quartieri residenziali della nostra infanzia sono assediati da criminalità dilagante e violenti d'ogni risma. I manifestanti mettono a ferro e fuoco le strade e si menano per la Pace tra loro e con tutti gli altri, cercando un Altro purchessìa su cui scaricare rabbia e frustrazione, mentre lontano lontano altri degenerati combattono guerre per procura (come in Patlabor 2, quando il funzionario spiega che la principale esportazione della Tokyo futura è la violenza militare, come in tutte le lunghe ore torturate di Metal Gear Solid 4, come i bombardamenti satellitari scatenati con un cenno in Blade Runner 2049).

Il 1985A alla fine veniva cancellato come un brutto sogno, riconsengnando noialtri bimbetti degli anni '80™ al rassicurante lieto fine di una commercialata raccapricciante, con un trailer del terzo film accluso addirittura in coda al secondo.
Ma dal nostro 2025A non c'è scampo, pare. La realtà alternativa ha preso il sopravvento su quella naturale.
Vien da chiedersi dove abbiamo sbagliato: se c'è stato, come nelle favole per bimbetti, un punto preciso in cui il destino del mondo ha deviato... ma no, ovviamente. La realtà alternativa è sempre stata quella vera: soltanto che certi film o certi giochi per qualche momento di beatitudine ce l'hanno fatta dimenticare, arrivando talvolta a convincerci che un mondo più bello era nel nostro destino.

E allora non avremo piani concitati da mettere in atto correndo esagitati di qua e di là come il protagonista fighetto di Ritorno al Futuro (a proposito di destino amaro!), ma ci restano sempre quegli attimi di beatitudine.
Ognuno li cerca dove può. Al cinema, per dire, in queste feste scarseggiano assai: meglio cercarli sul piccolo schermo, se proprio dobbiamo cercarli su uno schermo. Possiamo sempre per trasferirci a Night City nel 2077, restaurata dopo cinque anni di intenso lavoro: chi lo credeva un disastro irrecuperabile è stato smentito, e oggi quel gioco è una delle esperienze ludiche più memorabili degli ultimi due decenni, con la giusta predisposizione di spirito.
E poi c'è Silksong, ma ne abbiamo già parlato e ne parleremo ancora in futuro, quando mi sentirò pronto. Nel mio futuro, chissà, dovrebbe esserci anche Hades 2, spero. E Strange Antiquities: un altro balsamo per animi in pena, non totalizzante come quegli altri due titoli, più a misura di mezz'ora distratta in una giornata uggiosa... c'è bisogno anche di giochetti così, eccome.

Almeno è uscito il sole. Natura non constristatur.

Lo-Rez: arte, storia, web design
27 . 12 . 2025

Merry Hissmas

Forse dovremmo aggiornare le componenti della "magia del Natale" e metterci dentro anche lo sterminato flusso di comunicazioni che riempie i giorni lieti. Ogni chat, social, sistema di telecomunicazione e telegrafo viene saturato dalla frase "Buon Natale" o una sua qualche variante. Se veramente ci sono alieni là fuori che ascoltano le nostre onde radio di certo, nella loro università aliena con il dipartimento segreto che studia gli alieni degli alieni (noi) c'è qualcuno che impazzisce chiedendosi perché ogni tot tempo tutto sembra uniformarsi in una sola nota. E' il momento in cui questa razza del pianeta azzurro forma l'entità alveare con cui invadere un nuovo mondo (gli alieni invasori sono SEMPRE entità alveari, pure noi)? E' il momento in cui acclamano la nascita di una Nuova Regina? O è quando si spostano in una diversa dimensione per ricaricare le loro coscienze iperevolute?
No, Buon Natale, anche a te e famiglia. Beh, a te e a struttura nucleare fondativa della tua società che comporta strette interazioni con tuo simili. Eccoti una sciarpa.

Su questa colonna abbiamo parlato solo del brutto dei Game Awards ovvero quei salotti astiosi dove ci si guarda con sospetto e si fa finta di essere adulti nonostante intorno a noi ci siano solo luci, colori, grossi personaggi sballonzolanti in plastica e adolescenti urlanti. Eppure anche noi abbiamo un cuore. Non ho affrontato l'impresa di guardare l'evento come ha fatto Lo-Rez, non avrei la forza di compiere una cavalcata del genere, ho già avuto bisogno di prendere il coraggio a quattro mani per affrontare i film di Madoka Magica (e non li ho ancora finiti), figurarsi se sto lì a vedere le folle urlanti del videoludo. Non credo meritino una tale devozione gli oscar, figurarsi i Game Awards.

Nei giorni appena successivi, però, dopo aver commentato astiosamente da adulto i premi vinti, ho lasciato che il mio fanciullino andasse su Youtube a recuperare qualche trailer, per il solito motivo che tutti i giochi che usciranno domani non li giocheremo mai, ma i trailer sono belli. A parte il cringeverse di Street Fighter che ho visionato più come un atto dovuto, non mi sono potuto esimere dal guardare il trailer di Control - Resonant perché, voi lo sapete bene, per motivi completamente irrazionali Control è parte di me. Control è così parte di me, per dirvi, che tutt'oggi ho Jesse come sfondo del desktop in ufficio. Quello, ok, è anche pigrizia, ma comunque qualcosa dovrà pur dire.

E' ovvio che quelli che posso fare adesso non sono commenti su come sarà il gioco ed è ovvio che non avete alcuni motivo per dare peso alle mie parole però sapete, ho vissuto con un certo fastidio la scoperta che stavolta guideremo il bell'addormentato Dylan al posto di Jesse. Ci sono ovviamente infinite possibilità di trama che possono metterci in questa condizione e la storia potrebbe giovare del suo punto di vista, ma da giocatore, appunto, avvelenato di Control sento un po' come un tradimento non poter più impersonare il nostro Direttore preferito e entrare nei panni di suo fratello. Jesse sembra essersi ribellata (gone rogue/fishy???) e finalmente Dylan si risveglia dal coma intorno a cui girava il primo Control per armarsi di putrella (???) e andarla a cercare. In un certo senso mi sembra che tutto questo "normalizzi" la situazione, rispetto al contesto meravigliosamente capovolto del primo capitolo.

Lo-Rez ha parlato in termini abbastanza felici dell'arte del gioco, io personalmente ho questa cosa che vado sempre in brodo di giuggiole quando in questo tipo di prodotti mettono cori di voci bianche a caso, però non mi è sembrato di vedere niente di nota. La PUTRELLA non è certo un'arma elegante (soprattutto quando si trasforma in un martellone da clown abbastanza imbarazzante) e anche se ci vogliono certo delle palle così per disegnare livelli come città accartocciate di Inception, i giochini con gli occhi magici e i cristalli a rappresentare il Male Cosmisco Inconoscibile mi sono risultati un pochino cheap anche se ammetto che le scene corali e quelle in grandi spazi hanno un loro perché.

Ho guardato altro? Devo ammettere che mi sono dedicato un momentino alla lista completa delle rivelazioni fatte all'evento, ma ho trovato pochino che volessi cliccare. Sono tornato sui Tomb Raider, ma quando clicco sui Tomb Raider, alla fine, è solo nella speranza di ritrovare l'anima che ho vissuto nella inarrivabile trilogia Square/Enix. Qui invece mi è sembrato di vedere solo il remake di un gioco vecchio e un gioco nato già vecchio. La pubblicazione più o meno parallela di due prodotti del genere mi è incomprensibile, ma per me il successo tutto di Tomb Raider è qualcosa di misterioso, quindi non credo di essere il migliore a poter giudicare. Oltre a questo ho voluto guardare Ace Combat 8 perché veramente nel 2025 non credevo di poter vedere un gioco di caccia spinto a un grande evento. Sui simulatori, soprattutto di volo, un giorno dovremo fare un lungo discorso di carattere videoludico-scientifico-antropologico. Non mi aspetto che Ace Combat 8 sia un simulatore, un simulatore propriamente detto, però sembra un prodotto comunque avventuroso da mettere in campo, chissà se sarà capace di sedurre il pubblico.

Non potete aver chiesto i giochi presentati al Game Awards a Babbo Natale. Devono ancora uscire e pure lui ha firmato l'NDA che anche se ha la master copy per la recensione non può darvela prima che sia il giorno dell'uscita. Magari gli avete chiesto i giochi che hanno vinto i premi, magari gli avete chiesto quelli che non li hanno vinti oppure magari vi siete accontentati di cliccare tutti i giorni sul negozio Epic per vedere cosa vi regalava. Giuro, giuro, giuro, Disco Elysium l'ho installato, ma ho deciso, intanto, di dedicarmi ad altri titoli, quindi forse lo avvierò la prima volta verso Pasqua. A capodanno pensatemi e brindate anche a questo.

“Non voleva ammettere, non poteva tollerare che la superstizione dei secoli vaniti la si riscotesse di bel nuovo a magia, ad arte valida a promuover cancheri nella gobba del prossimo, carabiniere ora ch'egli era, da quel digitar di strega. Un utero c'è sempre, in noi, un ragionevole utero, che si sconturba d'un ammicco, d'un accenno, d'uno spolpettare di polpastrelli di che, a dispetto d'ogni nuovo lume del Regno e d'ogni diplima in carta grande, si attoscano le più illuminate certezze.”

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