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20/12/2k25 - AI in agguato: Disattivate l'AI, ma non voltatele le spalle
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20 . 12 . 2025

La terza età

Le “Funzionalità AI” vorrebbero essere inevitabili come i Borg, ma risultano al momento solo patetiche come Clippy (o come il suo amico cagnolino della ricerca di Windows XP).

Le Polemiche sui The Games Awards 2025 invece sì, che sono inevitabili come i Borg, e altrettanto orride e noiose. Lo abbiamo già detto e ridetto: passeremo sopra tutti i premi, scordiamoci o' passat', a noi interessa guardare al futuro.
L'annuncio più sorprendente ed emozionante della serata, incredibile dictu è italiano: Bradley The Badger. Un platform 3D con protagonista mascotte animale antropomorfo come andava negli anni '90? Un genere talmente terrorizzato di confrontarsi con i pilastri della storia del videogioco che non lo fa più nessuno da vent'anni? Una satira del settore videoludico, in cui saltelliamo per mondi ispirati ai videogiochi più famigerati per il crunch, da The Last Of Us II a Cyberpunk 2077? In cui i cattivi a quanto pare sono i mali che affliggono l'industria del divertimento elettronico? Fatto tutto da italiani in Italia e a budget medio-alto?
Ma che bella sorpresa!
Certo, è risaputo che gli inglesi hanno una cucina molto migliore della nostra... ma almeno noi ci facciamo valere in campo videoludico!

Superato lo shock iniziale, sono stato ri-folgorato da CONTROL Resonant, il seguito di un titolo che abbiamo amato perfino qui (anche se io ci ho giocato solo un paio d'ore, nella grande abbuffata dei giochi gratis di Epic, distratto poi da altro). Mi è sempre sembrato un gioco nato vecchio, ma l'atmosfera e la direzione artistica invece sono assolutamente da frontiera del medium, e anche questo seguito tiene altissimi gli standard.
Colori e scenografie da mangiare con gli occhi. Solo Death Stranding gli tiene testa in quanto a deliri surrealisti.
Aspetto tantissimo di non giocare neanche questo (?).

Ma questi sono stati i The Games Awards degli anziani: la Terza Età alla riscossa! Interessantissimo il gioco della vecchia, ad esempio.
Di Leon splendido quarantanovenne abbiamo elogiato le doti la volta scorsa (per gli standard giapponesi ormai a quell'età ha un piede nella fossa).
E poi c'è un altro protagonista di mezz'età, magnifico nella sua stazza tarchiata in Gang Of Dragon. Una faccia da pugni e una taglia forte come non si vede spesso, né nei videogiochi né nel cinema, ma assolutamente perfetta per questo titolo sulla Yakuza. Un altro Like A Dragon fa benissimo in quest'industria: i giochi belli non sono mai ridondanti. Speriamo che sia grezzo e feroce come si presenta.

E infine un gioco non di vecchi ma per i vecchi: Orbitals.
Lo stile anime anni '80-'90 è reso alla perfezione, è un linguaggio marchiato a fuoco negli strati più ancestrali del nostro cervelletto, e ci suscita una risposta quasi del tutto involontaria.
È difficile però accettare nel 2025 la crudele tirannia di un'esclusiva per Switch 2: anche in questo, purtroppo, è un titolo che si rifà al passato. Speriamo che venga liberato prima o poi. Un altro ostacolo che si frappone tra noi è il genere: un gioco rigorosamente co-op per due persone, a quanto pare. Ah, che crudeltà!

Una carrellata di vecchi alla ribalta. Un anticipo delle riunioni familiari di queste prossime festività. Ci risentiremo, forse, dall'altra parte di brina e alberelli e una confezione intera di focaccia dolce al caramello, albicocca e amarena.

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20 . 12 . 2025

Sengoku jistrike

Alcuni furbissimi giornalisti del web cercheranno di dirvi che Turkey! Time to Strike li ha fregati perché loro si aspettavano uno spokon sul bowling e invece si sono trovati davanti tutt'altro. Questa è ovviamente una narrazione assurda, fin dal primo trailer si capisce che Turkey parte col bowling, vero, ma poi la sua storia prende una tangente piuttosto bizzarra. Anche perché non credo che nessuno sia interessato a uno spokon sul bowling, io almeno un anime del genere non lo avrei toccato neanche con una pertica, mentre quello che mette effettivamente in scena questo prodotto è... interessante.

La storia narra di un gruppo di ragazzine che appartengono a un club del bowling e che, a seguito di un violento litigio fra di loro, si ritrovano sulla loro pista di bowling preferita durante una tempesta. La tempesta, per una serie di sfortunati eventi (maddai) innesca un viaggio nel tempo che le riporta nel pieno del sengoku jidai, presso un piccolo villaggio nei guai.

Le ragazzine di Turkey sono color-coded come se fossero maghette anche se non lo sono: abbiamo la rosa che è incommensurabilmente buona, la blu che è la cagacazzo perché tiene i suoi problemi, la gialla che è tr... vanesia e vorrebbe fare l'idol, la verde che è grossa, goffa e timida e infine la viola che è la saputella nerd con gli occhiali. La serie si sviluppa in modo un po' meccanico, nel senso che a ognuna delle ragazze viene assegnato un corrispettivo personaggio nel villaggio medievale. Ognuna ha quindi un episodio, grossomodo, in cui si sviluppa in relazione a tale persanaggio (ovviamente similmente color-coded) mentre sui bordi di questi mini racconti si sviluppa la trama principale che naturalmente non riguarda il viaggio nel tempo (che continua a essere un espediente un po' casuale), ma il destino del villaggetto insidiato da un signore della guerra prepotente manipolato da un insopportabile indovino.

Turkey è uno di quei prodotti in cui non si capisce mai bene il target, tanto che alla fine, probabilmente, riesco ad apprezzarli solo io. In un certo senso è una favola cucciolosa in cui tutti i personaggi sono carini e il bowling è un simpatico superpotere per superare i problemi, dall'altra parte però non si fa problema a portare in scena teste mozzate, massacri, suicidi rituali e giochi mortali. E' anche uno dei pochissimi anime che abbia mai visto prendere di petto il tema delle mestruazioni, è un particolare che sottolineo sempre perché, a fronte di un industry fondata sulle ragazzine di terza media, le opere che tirano fuori l'argomento sono una quantità irrisoria.
In un certo senso la natura ibrida di Turkey è il suo maggior pregio, ma anche, in ultima analisi, il suo difetto più grave. E' un pregio perché l'impressione è sempre quella di ritrovarsi davanti un racconto maturo, sia per quello che riguarda gli sviluppi nel passato sia per le problematiche personali che affrontano i singoli personaggi, è un difetto perché l'anime non riesce ad andare in fondo con nessuno dei suoi temi e fa di tutto per essere una storia incredibilmente semplice e di facile fruizione, spingendo poco sul senso del tragico e tenendo molto lineare la trama. Nonostante questo il finale, con tutte le sue contorterie su regolamenti e strategie funziona moltissimo e crea tanto crudele pathos.

Anche dal punto di vista tecnico Turkey fa il suo dovere, con quella resa forse un po' troppo elettronica (a prezzo contenuto) ma non raffazzonata, personaggi ben definiti e ottimi colori. Ha anche una opening molto carina in J-Rock con un'ottima sequenza video collegata che racconta le vicende dell'anime quasi con più intensità dell'anime stesso (soprattutto la tragedia della protagonista).

Turkey è consigliato? I suoi dodici episodi volano via che è una bellezza, l'idea è ottima, alcuni spunti sono rilevanti. Rimane un anime piccolo, che non osa, che non può finire in testa alle classifiche di gradimento e che forse a lungo andare dimenticherete. Non dovete odiarlo per questo, ma se lo mettete in qualche lista di anime da guardare non dategli priorità.

“Nel bowling c'è sempre un secondo tiro!”

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