Un uragano in Florida
Scrivere questi editoriali è un incantesimo di scissione: è come se l'accesso ai miei ricordi fosse determinato da fattori spaziali tramite un microchip impiantato nel cervello. (Dove l'ho già sentito?)
In queste ultime due settimane il mio corpo mortale e la mia coscienza di adulto funzionale sono stati trasportati attraverso varie località del mondo, non lontano da qui ma comunque in altri microcosmi: sempre rigorosamente viaggio, non vacanza. Eppure quando mi metto a scrivere questa colonna non importa cosa stavo facendo: si attiva il suddetto microchip e avviene la magica scissione... subentra l'autore di FTR, batte i tasti sulla tastiera, fa qualche sghiribizzo col pennino, ed ecco che anche questa settimana, come accade da ventiquattro anni, viene alla luce un nuovo numero di Follow The Rabbit.
Gli argomenti con cui alimentare la bocca sempre affamata di questo sito non mancano: son successe fin troppe cose! Il mondo cospira contro di me, succede tutto sempre quando non ci sono, ecc.
Io sarei andato dritto imperterrito a parlare dell'RPG Giapponese Francese, Clair Obscur. Non mi è bastato infatti accennarvi per dovere di cronaca la settimana scorsa, ho tutta un'eruzione di sentimenti tumultuosi che mi preme in petto per uscire.
Ma credo che attenderò: quelli che provo per gli RPG a Turni, siano o meno Francesi, sono sentimenti profondi, che non se ne vanno nello spazio di una diretta su tiktok o qualunque altra diavoleria moderna usino i giovinastri in deficit da attenzione per soddisfare la loro dipendenza da dopamina.
Dovranno attendere anche le imprese di Mai Shiranui, presente in ben due titoli contemporaneamente, uno di SNK e uno di Capcom che ai bei tempi erano acerrime rivali e oggi... vabbé. Sono trent'anni che scegliamo Mai per le nostre disavventure nei picchiaduro 2D, non c'è fretta.
Rimarrà relegato in sala d'aspetto perfino il Maestro, il Sommo Kojima. Il quale ha scelto proprio questi giorni per elargire ben “trenta ore” di gioco in anteprima a certi giornalisti selezionati. Informarsi su Death Stranding 2, a questo punto, può solo far male: meglio restare ignoranti. Anche perché ho un certo sospetto, io come tanti altri, che quelle “trenta ore” siano un elaborato meccanismo di fumo e specchi creato per sviare. Sarebbe la... ehm, terza volta che Kojima lo fa nell'ultimo ventennio? A questo punto sarebbe più sorprendente se non ci fosse nessun inganno.
Accantoniamo dunque per un momento i francesi, i giochi da bar, il vecchio volpone: tutti devono scansarsi. Tutti devono cedere il passo, volenti o nolenti. Sull'industria dell'intrattenimento si è abbattuto un uragano di forza spropositata proveniente dagli USA. GTA VI.
Nessuno ce la fa contro GTA.
Tutta l'attenzione del pubblico pagante e tutte le risorse del giornalismo videoludico sono state redirette bruscamente verso quell'unico punto focale: un vortice che tutto consuma, un buco nero di densità infinita.
GTA VI è talmente grosso che interessa perfino a me, che sono poco interessato al nostro brutto mondo reale.
Io che qui sarò anche scisso ma sono a casa mia, che pago del denaro per il privilegio di scrivere questa pagina e non viceversa, che qui non devo rispondere di nulla a nessuno (men che meno alla mia coscienza)... scelgo di parlare di GTA di mia spontanea volontà.
Tale è il potere di quest'opera. Di questo prodotto.
Un iper-oggetto irresistibile perché ci mostra un modo di fare i videogiochi che va oltre la portata di qualunque altra azienda, che ha accesso a risorse inconcepibili per il resto del settore. Di qualunque settore: 2 miliardi di dollari e otto anni di lavoro da parte di un team i cui crediti scorreranno a schermo per una buona mezz'ora nei titoli di coda scritti in piccolo.
GTA VI ha ottenuto il risultato che vediamo (mediato da ritocchi, trucchetti, piccole bugie, quel che volete, la sostanza non cambia) con un solo mezzo: la forza bruta. Ha comprato persone e mezzi tra i migliori in assoluto in ogni campo senza badare a spese. Il risultato sono le animazioni del fondoschiena di Lucia che occupano quasi tutte le inquadrature di questo filmato fuori di testa, e tutte le altre meraviglie.
GTA VI è un'opera di ingegneria ciclopica, che in virtù del denaro speso ha avuto accesso a risorse inaccessibili a chiunque altro. Dai bilanci dell'industria farmaceutica risulta che gli investimenti per la ricerca sulle cremine antirughe sono di molto superiori a quelli sulle malattie mortali: ecco, la visione del trailer di GTA VI mi provoca una reazione simile. Amarezza, nichilismo. Con la differenza che GTA VI è un'opera artistica creata per lenire lo spirito dolente, e di quegli investimenti potrò beneficiarne anch'io, forse, un giorno.
Mi interessa perché sebbene sia ambientato in un angolo di mondo rivoltante, che mi annoia e mi infastidisce come nessun'altro, sono comunque sensibile alla sua offerta, che è: vivere un'altra vita. Assaggiare altre vite molto diverse dalla nostra.
Vite belle o brutte, ma sempre perfette, perché resta pur sempre un gioco.
Pronto in tavola
La gag di quelli che non riescono a trovare il tempo di cottura della pasta sulle scatole non mi ha mai colpito. Io sono di quelli che la pasta l'assaggia e proprio non riesco a concepire questa idea di dover scoprire che numero impostare sul timer. In fondo sono un maschio e sappiamo tutti perfettamente che i maschi non si fidano dell'acqua e quindi la fissano mentre bolle per tutto il tempo di cottura della pasta. Tra quello e l'occhio che uno butta a Luca Pappagallo su Food Network ci si può anche prendere la briga di assaggiare, ogni tanto, e capire se è cotta.
Lo so, però, che voi non siete venuti su FTR per ottenere da me consigli di cucina (e sareste ben strane persone se lo faceste), ma per sapere che cosa è successo nel mondo dei videogiochi. Immagino che la notizia del giorno sia che Death Stranding 2 è in Gold, ovvero, per spiegarlo a voi che non siete del mestiere, Kojima ha scritto a chiare lettere "Death Stranding 2" su un DVD riscrivibile preso dalla sua scrivania e ci si è fatto un selfie. Questa noizia (il gold, non il selfie) fa pensare che anche DS2, come il suo predecessore, rispetterà la sua data d'uscita. Questo è già un evento ed è una cosa che succede solo a Kojima e pochi altri. Succede non perché lui ha dei superpoteri (forse), ma perché è più intelligente. In Death Stranding si vedevano perfettamente tutte le direzioni in cui il gioco avrebbe potuto andare per essere ancora più enorme e come in quelle direzioni non ci sia andato. Ciò che gli è stato sottratto è anche ciò che ha permesso che uscisse quando era stato detto che doveva uscire e soprattutto che uscisse stabile, un evento ancora più clamoroso di un evento estintivo. Probabilmente DS2, che ha avuto una gestazione piuttosto simile al suo precedessore, avrà dovuto anche lui fare delle rinunce (non dei DLC mascherati, delle vere e proprie rinunce), ma le avrà fatte in nome di un bene superiore. Spero bene che nessuno avrà la miopia di rinfacciargliele.
L'altro aspetto interessante della gold di Death Stranding 2 è che ora i giornalisti e i blogger e i youtuber faranno le stesse idiote previsioni di prima sul gioco, ma premetteranno prima di qualsiasi scemenza "quelli che hanno avuto modo di provare la Gold dicono..."
Potreste però prenderci per degli incompetenti (e non avreste esattamente torto) se però su questa colonna non dedicassimo qualche parola anche a Clair Obscure: Expedition 33, il gioco che ha colto di sorpresa l'intero mercato diventando uno dei più giocati dell'universo nonostante il suo team di sviluppo e il tempo impiegato (aka: i costi) siano stati relativamente contenuti. Da quello che ho visto dei trailer (altro, come di consueto, non ho avuto modo di provare) ci troviamo di fronte a un titolo che racconta una storia non esattamente fantasy, tendente al weird e di conseguenza un po' più fresca del solito, con un design degli ambienti e dei nemici disturbante, come Elden Ring ci ha insegnato essere un bene. Potrei parlarvi di arte e estetica, ma sapete che non sono io quello che deve occuparsene da queste parti, quindi sorvolo.
Clair Obscure è un GDR, è fatto da dei francesi, ma sembra aver imparato bene le lezioni dei vari Final Fantasy piuttosto che gli insegnamenti della scuola occidentale. Le scosse telluriche che sta facendo propagare in tutta l'industry potrebbero essere la scossa che ci voleva, ovvero l'idea che il vero business non sia arrivare esattamente al centro di quello che piace a tutti e fare una media semplice rimestando per bene perché i colori non si distinguano, ma cercare di fare qualcosa di nuovo, qualcosa che sia stimolante e magari contestualmente farlo bene, con una filiera di lavoro decente.
Direi che sono successe abbastanza cose anche questa settimana per tenervi impegnati. Se doveste staccarvi dai videogiochi e decidere, chessò, di leggere, quest'attività controcorrente, ho di nuovo da propinarmi un link che mi riguarda (spiace): questa antologia mi vede tra gli autori. E' un altro titolo nel solco dei Segretissimo, ma è anche un pezzo di storia dell'editoria italiana che rinasce e un punto fermo per la rinascita del pulp e per la letteratura action sotto la nostra bandiera. A parte me ci sono pure degli autori bravi nonché diversi pezzi di saggistica a contorno. Mi piacerebbe parlarvene più in dettaglio, ma la mia copia non è ancora arrivata, quindi a parte del mio racconto del resto non so nulla. Sapete che con i videogiochi mi arrangio lo stesso, ma con i libri ho un approccio totalmente diverso. Facciamo così, prendetela prima voi e poi mi dite.
Cymon: testi, storia, site admin“La Birreria Bavarese era nata nel 1936, quando il nazismo, almeno visto dai ristoranti, sembrava una faccenda di tutto riposo, associata soprattutto ai canti tirolesi: ma nonostante i successivi disinganni, il locale aveva resistito più a lungo della Latteria Svizzera, della Pasticceria Ungherese e della English Tea Room che in altri momenti storici erano venute a portare un'effimera ventata di esotismo nella gastromonotonia di Torino” - A Che punto è la notte, F&L