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serie
932, 14/09/2019 - Diagrammi
932
14 . 09 . 2019

A Hideo Kojima Game

Il sole di settembre splende come quello estivo, ma è più gentile; l'angolo di incidenza dei suoi raggi ci permette tuttora di apprezzare una giornata al mare, o di ammirare un Effetto Tindall perfettamente formato su un paesaggio di montagna.

Ma non fa bene a questo sito, perché FTR può nascere solo nel buio di una stanza rischiarata appena da uno schermo.

E dunque per questo dovremmo odiarti, dolce Settembre? O dolcissime domeniche di settembre, che ci attraete irresistibilmente lontano dal buio e dagli schermi retroilluminati!
Ma il nuovo restyle di questo sito, che abbiamo inaugurato la settimana scorsa al rientro dalle ferie, ha pensato anche a chi si lascia ammaliare dal sole e dal mare e dall'aria aperta, e può ritagliarsi soltanto una lettura veloce e notturna. Da sempre infatti (beh, dal 2006) FTR supporta diversi temi, ma francamente i precedenti erano tutti illeggibili a parte lo storico Créme Caramel... e dunque abbiamo pensato di ritoccare i colori per aumentare il contrasto di tutti e tre i temi, lasciandone però uno con fondo scuro.
In altre parole, FTR aveva il dark theme già tredici anni fa. Lo dico solo per vantarmi. E un dark theme c'è ancora, se avete pazienza di premere un paio di volte “Cambia Colori” da qualche parte là in alto.
Questa è solo una delle non-novità di questo restyle. Le altre sono un tempo di risposta al fulmicotone, sbattete le palpebre e si è già caricato. Oppure i punteggi stellari nella sicurezza (A+) e nell'accessibilità.

“Ma quanto ti è costato fare tutto ciò?” si chiederanno in moltissimi. E io sarei tentato di seguire i meme e rispondere “Tutto”. Ma in realtà ci ho messo solo una minima frazione del tempo che impiegai per il secondo restyle nel 2006. Tecnologie come la grafica vettoriale e i progressi negli standard CSS hanno semplificato enormemente la vita del programmatore frontend di oggi. Mi spiace dirlo, avrei voluto dire che ai vecchi tempi era tutto più bello, e invece no, era un incubo in confronto a oggi. Pazienza.

Ma basta parlare di noi, c'è stato il Tokyo Dannato Game Show 2019! Dove sono stati presentati due dei videogiochi massimi di sempre, ovvero Death Stranding e Final Fantasy VII Remake.
Sul secondo tutto bene, non ho nulla da dire. Ho tantissime opinioni invece sul nuovo “Hideo Kojima Game”, anche perché sono usciti due video di gameplay, uno da 48 minuti (!) e uno da 30. E in più c'è un filmato narrativo che introduce la missione del protagonista, il Briefing. La missione è: unire di nuovo l'umanità sparsa, e salvare la Principessa prigioniera nel castello del cattivo.

L'aspetto estetico di Death Stranding è quanto di meglio abbia mai visto, giochi o film senza distinzione. I vestiti del protagonista sono disegnati dalla mia casa di moda preferita, ACRONYM.
Le interfacce e la grafica HUD sono curate al punto che qualsiasi altro videogioco al confronto sembra opera di dilettanti pressapochisti (per una frazione di secondo si vedono perfino i loghi all'avvio di sistemi operativi fittizi).
Un gioco in cui nessuno uccide mai nessuno, al massimo ci si prende a valigiate in faccia.
Un gioco dove i nostri nemici, le Creature Arenate, sono allergiche agli umani e possiamo combatterle tirando loro addosso granate fatte con la nostra pipì raccolta.
Sono sconvolto, non riesco a continuare. Vedremo se tra una settimana mi sarò ripreso.

Lo-Rez: arte, storia, web design
14 . 09 . 2019

With 45%+ STASI!

Me la figuro così: uno sceneggiatore giapponese va in vacanza, ma non qui da noi in piazza Duomo a Milano come fanno tutti, lui invece va a Berlino. Dopo un mese di fotografie con il telefonetto torna a casa e va in riunione in azienda. "Sai capo?" dice "in Germania c'è stata questa cosa terribile e molto affascinante: la STASI. Dovremmo proprio fare un anime con dentro la STASI". "Vabbè" fa la dirigenza "Noi però abbiamo bisogno di un anime con dei robottoni giganti e degli alieni" "Ok" fa allora lui "ma ci metto dentro la STASI". Senza che nessuno ci trovasse niente di male, il progetto Schwatzesmarken viene approvato.

A onor del vero Schwarzesmarken va parte di un universo più ampio, ovvero quello di MUV-LUV, ma ve lo scrivo giusto qui, per completezza. Non avete bisogno di sapere niente di MUV-LUV per seguire la serie e ovviamente io ho intenzione di scrivere tantissimo comunque, quindi lascio giusto un appunto, prima di andare a trattare la ciccia, dove per cicca intendo la carne polposa e soffice dei mostri che hanno invaso la Terra, ma pure una quantità invidiabile di tette.

La trama narra della più classica delle ucronie: è il 1985 e negli anni '70 la Terra è stata sconvolta da un invasione aliena. I BETA, creature mostruose e prive di carisma, hanno impiantato i loro nidi nel est dell'Europa e cercano di conquistare tutto il resto. Il pianeta, per reazione, si dota di robot giganti (cosa che fa qualsiasi civiltà a qualsiasi livello se viene descritta da dei giapponesi) per combatterli. Il fronte più caldo, per pura geografia, è fuori Berlino. La Germania Est, quindi, è il primo baluardo di difesa, ma parliamo di una Germania Est non molto dissimile da quella del "nostro" 1985: una "repubblica" socialista in cui la società viene tenuta sotto il tallone della STASI, la polizia segreta, ancora più determinata a mantenere il controllo su tutto (con o senza la compiacenza dei russi) per massimizzare lo sforzo bellico contro gli alieni. I protagonisti della storia sono i piloti dei robot giganti della squadra 666, la miglior squadra di tutta la Germania Est. Ovviamente la maggior parte di loro sono ragazzine adolescenti, ovviamente la maggior parte di loro hanno le tette enormi, ovviamente il loro duplice scopo è difendere l'umanità e ribaltare la terribile dittatura interna del loro paese.

Quando ho scelto, per pura noia, di guardare Schwarzesmarken, l'ho fatto col timore che fosse una perdita di tempo. La sua trama in fondo rientra in una precisa categoria di anime mecha e temevo di vedere il riproporsi di schemi già visti, senza niente che rappresentasse un vero stimolo per seguire la serie. In realtà, invece, l'anime ha una profonda consapevolezza di quello che sta facendo e questo gli da quel quid in più che lo rende molto coinvolgente. Usualmente, quando ci sono guerre definitive contro irrazionali alieni polposi, la trama comincia mostrandoci lo scenario di guerra contro l'altro diverso da noi, ma poi degenera rapidamente in una lotta interna tra diverse fazioni nell'esercito umano, con complotti e macchinazioni spietate. In Schwarzenmarken le cose funzionano esattamente così, ma è evidente fin da subito che l'invasione BETA è un pretesto, non c'è nessun ingannevole tentativo di mantenere i dissidi interni segreti. L'invasione aliena è posta esplicitamente come cornice di un conflitto tra la STASI e chi vuole il bene della Germania Est. Un conflitto che trae grande forza dal parallelismo con la storia reale che l'ha ispirato, perché mette in campo tutti quei meccanismi crudeli e spietati che effettivamente caratterizzano una polizia segreta. Questo, unito anche un certo gusto nella scelta dei luoghi delle battaglie, fa intendere che gli autori hanno veramente studiato la Germania Est prima di dedicarsi alla scrittura di questo anime, fornendolo di una vita tutta sua, che lo fa spiccare anche all'interno del genere in cui banalmente bisogna metterlo.

A corollario un notevole lavoro di mecha-design che non può che mandare in sollucchero gli amanti dei real robots. I vari TSF non sono particolarmente sgargianti, sono macchine da guerra brutte e cattive (ma che non disdegnano l'uso di spada!), con altisonanti nomi che ricordano i caccia reali delle varie nazioni (con varie, ovvie licenze), definiti nei minimi dettagli e utilizzati con intelligenza. Questo si riversa su diversi momenti di battaglia esaltanti, soprattutto contro i BETA, che tirano fuori tutto il carisma della 666 e il suo spirito di squadra simil-suicida, di stampo evidentemente sovietico, che quindi non disdegna di sporcarsi le mani affondandole nella mota (e nel sangue) fino ai gomiti).

La storia si chiude perfettamente su sé stessa senza lasciare nulla fuori. L'unica pecca, forse, è il solito momento onicciàn che, pur funzionale, per certi versi, è un po' troppo trascinato. Nella miglior tradizione gundamiana la morte dei regular è dietro l'angolo per tutti. La opening è piuttosto dimenticabile, ma non fastidiosa. Il timbro è di vivamente consigliato e il link Crunchyroll lo rende facilmente accessibile.

“No matter what happens, i'll wipe your ass for you”

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