Il Grande Fratello dei Lagomorfi
Gödel maestro di vita: chi l'avrebbe detto che questo fumetto sarebbe vissuto abbastanza da vedere questo giorno!
Ma questa storia va avanti da sedici anni e ormai questi personaggi, e forse perfino i loro dannati Autori, hanno accumulato esperienza a sufficienza per farsi carico di formare giovani allievi. Che i cieli abbiano misericordia di questi apprendisti padawan, con maestri di tal fatta!
Mi perdonerete se ancora una volta, nel cuore di questa estate atomica, lascio che l'animo mio si sollevi sulle ali del ricordo, stavolta per Final Fantasy XII.
Questa settimana infatti esce il remake, e in tutto il mondo piccoli ewoks pelosi danzano in cerchio alla luna per celebrare questo evento. Perfino un sito asservito al popolo grezzo come il nostro Multiplayer.it ha voluto pubblicare una monografia sull'universo di Ivalice, che sarebbe l'ambientazione in cui si collocano vari giochi che portano il nome di Final Fantasy, tra cui appunto il più importante è proprio FF XII.
Ho già detto che, se proprio fossi costretto a scegliere, tra tutte le meraviglie con cui Final Fantasy ci ha incantato in questi 30 anni, la mia preferita per direzione artistica resta Ivalice: quelle aeronavi mi fanno impazzire, e poi ci sono i moogle migliori che si siano mai visti.
A proposito di questi ultimi, questa settimana ha visto l'iniziativa pubblicitaria migliore di tutti i tempi: per promuovere l'uscita del remake di FF XII, Square Enix ha organizzato un glorioso evento di streaming in diretta su Twitch, chiamato Moogle Watch. Per circa una settimana le telecamere sono state puntate giorno e notte su un recinto per conigli in quel di Londra.
Pieno di conigli.
Cammuffati da Moogle di Final Fantasy XII.
Con fiocchetti e cravattini e cuffiette! Non per tutto il tempo, perché altrimenti si sarebbe configurato un caso di maltrattamento su quelle povere bestiole. Quando mi sono collegato io, ad esempio, i conigli dormivano.
(Non voglio rivelare per quanto tempo sono rimasto a fissare questo Grande Fratello Dei Lagomorfi.)
Come vuole la moda, questo streaming ininterrotto era anche interattivo: la gente poteva votare il menu da servire a pranzo ai poveri coniglietti, nonché scegliere i loro nomi.
Iniziative come questa mi fanno ritrovare la fiducia nel genere umano.
Il crogiuolo
Voi magari vi aspettate che mi sia messo a scrivere l'editoriale di FTR nel pomeriggio di domenica così da poter avere la notizia del nuovo Doctor Who e poterlo commentare. Non è così e sinceramente non mi sento proprio fisicamente pronto a gettarmi nel ginepraio che può essere giudicare la scelta, millantata per tanti anni, di avere un dottore donna. La realtà dei fatti è che questo è solo un piccolo tassello in qualcosa di molto più vasto che dovremo andare a sondare e che probabilmente, anche se dipenderà anche da questa decisione di cambio di sesso, sarà causato da tutt'altre motivazioni.
Dottor Who è in costante declino da diversi anni. Potete anche non accorgervene, perché l'onda degli entusiasmi è sempre piuttosto alta, ma la serie ha ormai finito l'ossigeno da molto tempo. Lontani anni luce gli anni miracolosi di Russel T. Davies, anche il buono che Moffat è riuscito a mettere insieme negli anni di Smith si è ormai perduto. Capaldi è un attore geniale, la cifra tecnica della realizzazione è ancora elevatissima, le potenzialità sono enormi, ma la scrittura delle ultime due-tre stagioni di Dottor Who è tra il mediocre e l'irritante, con pochi sprazzi di gioia.
Ora, malizia vorrebbe che io ricordi che quando una serie arriva a toccare il fondo del barile delle idee cambiare sesso a qualcuno dei suoi personaggi è una mossa disperata che si è soliti intraprendere. Non è questo naturalmente il caso, visto che Moffat sparge indizi di questa trasformazione da anni, ma credo sia altrettanto sgradevole che il Moff, in accordo con la produzione, nel lasciare lo show abbia voluto dare questo ultimo colpo di coda di clamorosità, dopo essersi mosso nella continuity e nella mitologia di Dottor Who come un elefante in una cristalliera, buttando giù e abusando di tante cose che fin lì erano state trattate con rispetto. Io vedo in questo cambio di sesso nient'altro che la reiterazione del consueto bisogno di Moffat di fare sempre il di più, di riavviare sempre l'universo, di distruggere sempre le cose un po' più degli altri, di far passare mille anni tra una scena e l'altra solo per il piacere del suono del numero mille... tutte cose malsane nello sviluppo di una serie TV che dovrebbe anzi centellineare certi tipi di azioni.
Personalmente credo che ogni giudizio oggi sul dottore donna sia sterile, credo sia tutt'oggi più importante chiederci cosa farà Chris Chibnall della serie. Broadchurch è stato un lavoro importante (che s'è venduto bene anche negli USA, aspetto che da Moffat in poi la BBC tiene abbastanza in conto), ma dalle caratteristiche completamente diverse rispetto alla fantascienza per ragazzi. Ovviamente depone invece a suo favore aver lavorato per Torchwood, mentre gli episodi che ha scritto proprio per Who (mi sono andato a riguardare la lista) non rappresentano esattamente delle opere epocali.
Detto ciò, ora limitiamoci ad aspettare natale per questo mix tra primo e ultimo dottore (e probabilmente pochissima Josie, come da tradizione). Una storia che temo, come è già accaduto all'addio di Smith, cadrà nella sdolcinata melassa rapidamente, rosicchiandoci le gonadi. Intendiamoci, non è che la mezz'ora finale di Tennant con lui che visita tutti i personaggi e frigna non fosse un'opera un po' autocelebrativa e sdolcinata, ma comunque era una coda concessa a una vicenda mostruosamente epica. Lo Smith vecchietto che se ne sta sul pianeta padulo per millemila anni (ah come suona bene millemila anni) era invece qualcosa ai limiti del ridicolo (e cercava anche, figurarsi, di chiudere un po' di punti di continuity, riuscendoci in modo terribilmente goffo). Chi vivrà vedrà, io non smetterò mai certo di guardare Dottor Who, ma l'impressione è che il meglio sarà sempre alle spalle.
Cymon: testi, storia, site admin“il 4 Luglio si arrende il bastione / il 4 Luglio c'è la rivoluzione ”