Gli antipodi: il ritorno
Ed è con questa strip, così gioconda e gaia, che FTR accoglie il mio ritorno...
Grazie, FTR!
Neo divorato dal Nulla esistenziale, però, mi ricorda molto da vicino la mia condizione attuale, dal momento che la mia anima è assediata “dai lupi del ritmo circadiano interrotto”. Cioè soffro di jet-lag. Capita, quando si va e viene dall'altro capo del mondo. Nel momento in cui scrivo in realtà ci sono soltanto andato, e il ritorno è solo una speranza piuttosto vaga. Mi sa che dovremo tutti attendere la prossima settimana per sapere com'è andata a finire.
Un Fato beffardo ha voluto che il mio viaggio coincidesse circa con l'Electronic Entertainment Expo 2017 di Los Angeles, quindi ho potuto seguirlo soltanto a sprazzi e con molto ritardo.
Grazie, Fato!
Ma grazie per davvero, perché un po' di distanza dal carrozzone del divertimento elettronico è sempre salutare. Quest'anno non ho trovato davvero nulla di interessante nella nostra fiera a parte un nuovo Assassin's Creed, come dicevo la volta scorsa, e un favoloso filmato di Beyond Good and Evil 2.
Del gioco non so nulla e poco m'importa, ma questa ambientazione da Space Opera basata una volta tanto sulla cultura indiana mi è molto piaciuta. Era anche ora che qualcuno cominciasse a variare un po' la sua direzione artistica per prendere in considerazione qualcosa di diverso dall'Occidente o dal Giappone.
Per trovare un gioco interessante, nel senso di pigiare davvero i tastini e scuotere le levette, ci voleva un miracolo: Monster Hunter World. A quanto pare CAPCOM si è accorta che finora ha evitato il fallimento solo grazie al fanatismo dei giappi per questa serie, e ha deciso di provare a farci vedere un Monster Hunter su uno schermo finalmente diverso da quelli piccini del misero 3DS e della sciagurata PS Vita. Alla buon'ora.
Grazie, CAPCOM!
Soft-porn con la trama
Cross Ange (sottotitolo: parole inglesi a random con parca sintassi) mi è stato consigliato, quindi non l'ho visto con le piattaforme di streaming che ci sono in giro al giorno d'oggi, ma ho dovuto recuperarlo lottando con i pop-up che cercavano di farmi installare tutto l'installabile. Comunque non è stata una visione malvagia, quindi ne è valsa sostanzialmente la pena.
Angeliquesama è la principessa di un utopistico mondo dove la gente ha a disposizione una blanda magia per fare le cose. E' però buona in maniera eccessiva e così, in modo molto drammatico, si scopre che è in realtà un norma, ovvero una specie di aberrazione che distrugge la magia ed è violenta e crudele. Per questo motivo viene rinchiusa in Arzenal, una prigione-base militare dove le viene insegnato a pilotare i para-mail, consueti robot giganti così che possa difendere la terra dai DRAGON che sono... beh... draghi.
Data questa premessa no-spoiler la serie si dipana naturalmente scrostando l'utopia dall'utopistica società della magia, rivelando le sporcacciate dei centri di poteri che hanno portato alla creazione di Arzenal e infine rivelando il solito villain evangelionicamente metafisico che crea e distrugge mondi e quant'altro.
Affrontiamo subito il tema del titolo di questo receditoriale. Ci sono, in Cross Ange, molti topos dell'anime di robottoni, tra cui anche abbondanti fette di fan-service. I norma, tanto per dirvene una, sono solo ragazze. La serie, sul finale, si sforza di dare una spiegazione metafisica a questo, ma è abbastanza evidente che ciò è stato scritto così da trasformare Arzenal in una specie di lesbodromo. Questo, però, è ciò che ci aspettiamo mediamente da una serie del genere. Cross Ange però tiene l'asticella un po' più in alto e soprattutto nei primi episodi, che raccontano la sua caduta da principessa vezzosa a killer guerriero, gli atteggiamenti sono più propriamente da hentai, non tanto per quanto mostrato (le ragazze saranno sempre e tutte fastidiosamente senza capezzoli), ma per l'evoluzione della dinamica delle azioni. Il tutto fino a un livello che, almeno per me, sarebbe difficile spiegare in pubblico.
La cosa interessante è come questo atteggiamento non interferisca mai con il procedere della trama (e infatti, nei momenti più rudi, si dedica molto meno tempo a certi intermezzi), ma anzi finisca con l'essere quasi strumentale. Le vicende più boccaccesche, infatti, hanno sempre come protagonista le norma che sono considerate dalla società come dei rifiuti o degli oggetti da usare. Il fatto che la regia li trasformi in oggetti sessuali quanto la trama li trasformi in dei reietti finisce col generare una saldatura che, soprattutto nella prima parte della vicenda (la migliore), fornisce per delle vie piuttosto bizzarre una certa empatia per il destino delle protagoniste. Aspettatevi quindi sì una serie più morbosa della media, hentaiosa direi, ma non crediate che questo finisca con l'offuscare gli altri aspetti della storia.
E cosa sono questi altri aspetti? Beh, Cross-Ange si avvia come un solido anime di real robot. I Para-mail sono dei piccoli gioielli di computer grafica, la loro complessità e la loro linea particolare giustifica l'uso abbondante del computer e il conseguente appiattimento del disegno. I nemici, inizialmente i DRAGON, appaiono come la solita razza di bestie stupide che attaccano così, per noia, ma i retroscena della loro esistenza si complicano relativamente presto. Peccato che questa complicazione rende la serie di real-robot sempre meno real, fino a rotolare un po' nelle supercazzole evangeloniche. Non si collassa mai (il villain, per quanto divino, rimane pur sempre uno scienziato), ma le meccaniche della trama a un certo punto cambiano drasticamente. Non c'è reale fastidio in tutto ciò, ma ammetto che mi è spiaciuto un po' perdere lo schema iniziale dell'organizzazione militare segreta e spietata, col mercatino e il cameratismo da Top Gun (alimentato da ragazzine adolescenti arrapate e seminude, per darvi un quadro completo).
I personaggi dei vari piloti sono tratteggiati abbastanza bene, per quel che si richiede a un anime, mentre al di fuori di questi c'è proprio poco, solo la ridicola famiglia di Ange, che in Sylvia ha anche qui un personaggio dall'evoluzione inattesa. Non è, insomma, un grande anime di scontro di personalità, cosa abbastanza comprensibile se si pensa che il massimo dell'insulto che si tira al cattivo è "porco depravato"
Cross Ange è un anime consigliato. Molto lineare. Niente grandiose emozioni. Buoni combattimenti e anche una struttura di trama che sta in piedi. Mai cali di ritmo. E' una visione gradevole con quegli aspetti un po' particolari sottolineati che, da una parte, fanno pensare in una certa maniera, dall'altra parte potrebbero essere un problema se i vostri genitori sono soliti passeggiare dietro di voi mentre guardate cartoni (ma probabilmente, a ben guardare, si scandalizzerebbero per molto meno).
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