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serie
730, 05/09/2015 - L'hobby del Jihad
730
05 . 09 . 2015

The Phantom Pain

Ed ecco che FTR vi spiega con una strip la situazione mondiale contemporanea. Fatevela bastare, amici roditori, prima che ritorniamo a nasconderci in profondità nella tana del bianconiglio.
Che poi non sarebbe male, visto il ritorno di fiamma di questa torrida fine estate... ma veniamo al punto: ancora e sempre e ora più che mai Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.

Se siete bimbi diligenti avrete letto le recensioni, o piuttosto guardato gli interventi dei vostri youtubers favoriti, come si usa in questa epoca di illetterati.
Non curiamocene: non abbiamo mai avuto bisogno del consenso del Mondo per bruciare di passione, non abbiamo mai cercato un'autorizzazione a sbavare dietro questo o quello... spesso, anzi, abbiamo amato ciò che il Mondo ignorava, o attivamente disprezzava.
Oggi che il Mondo lo comanda la nostra generazione, invece, siamo condannati a condividere con quel Mondo le nostre ossessioni e i nostri amori: vale a dire che un titolo come l'ultimo Metal Gear Solid è una roba che finisce sui telegiornali, lo gioca vostro zio, lo trovate in promozione al supermercato, i social network traboccano di poster insanguinati piuttosto controversi.

In un contesto del genere come fa un giocatore fanaticamente hardcore a mantenere un po' di rispetto per se stesso?
Le masse si sono impadronite perfino di una serie dannatamente dura come questa, con mosse CQC che – famosamente – richiedono la pressione contemporanea di cinque tasti del joypad, e una sua mitologia interna che negli anni ha superato qualunque soglia di coerenza, degenerando (non c'è altro modo di dirlo) nei deliri di un pazzo.
Forse il successo mondiale di Metal Gear Solid si spiega come al solito: con la sua capacità di incanalare temi ed emozioni comuni all'umanità in genere, per quanto in questo caso il mix risultante sia bizzarro e improbabile. Dunque questo gioco bizzarro sta scuotendo il mondo (la piccola parte del mondo che ha tempo di pensare ai videogiochi): un'opera talmente personale e fuori di testa, sia nei temi che nelle dinamiche di gioco, che dovrebbe piacere solo al suo creatore, Hideo Kojima. E invece nell'arco di trent'anni questa serie ha conquistato un esercito di appassionati, ormai numerosi e fanatici come la milizia privata mercenaria protagonista di quest'ultimo titolo.

Il fascino di questo gioco si estende anche, per una volta, al Mondo Reale: la vicenda del suo autore geniale, famoso come una rockstar, licenziato dal suo editore pochi mesi fa, il suo nome rimosso dal materiale promozionale, ha commosso (?) e indignato l'opinione pubblica. Questa situazione legale incerta, più che tutte le dichiarazioni fatte, ci fa pensare che davvero questo titolo sarà l'ultimo della serie. L'attualità diventa storia.

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05 . 09 . 2015

The little bat

Mi accorgo solo ora che non ho mai avuto granché modo di segnalarvi su queste pagine l'ultimo gioco un pochino serio a cui mi sono dedicato con impegno, ovvero Batman - Arkham Origins: Blackgate che è vecchiotto, lo so, ma ormai la cresta dell'onda del mercato 3DS l'ho persa da un po'.
La cosa curiosa di questo modesto titolo è che potete trovarne in giro dei giudizi non esattamente lusinghieri perché è stato sballottato con crudeltà per logiche di brand. La sua nascita, ha suo modo, è stata pilotata puramente dal marketing: lorsignori grandi menti del mercato, infatti, hanno constatato che non esisteva un gioco di Batman per gli handheld e considerando che la parola Batman fa zampillare denaro anche dai sassi bisognava in qualche modo rimediare. Quello che è stato fatto, quindi, è stato chiedere a un team di spremere le meccaniche della serie di videogiochi in un motore grafico adatto a un portatile, impiastrandogli intorno la solita storia fatta di villain batmaniani e backtracking.
Sinceramente, in questo senso, il lavoro che è stato fatto è encomiabile. La resa del gioco su 3DS, sia dal punto di vista grafico che da quello strettamente ludico, è ottima. Certo, i livelli non sono stati disegnati per esaltare il 3D (anche perché sono in comune con la versione PSVita), ma comunque il nostro cavaliere oscuro si aggira per un bel Blackgate e soprattutto mostra tutta la fisicità e il carisma del suo personaggio, così come la mostrano i cattivi. I movimenti, rispetto agli originali per consolone, sono un po' più limitati, ma l'illusione di un ambiente tridimensionale e libero è reso da vari espedienti, come per esempio l'uso estensivo di rampini e funi per imboccare vie alternative.
La cosa divertente è che Blackgate, nel suo piccolo, ha portato a casa il risultato ed è a questo punto che le logiche di marketing si sono fatte particolarmente becere: visto che abbiamo un Batman fatto e finito perché non lo ributtiamo sulle console principali e riprendiamo a venderlo anche lì?
Ecco, è evidente che un giochino del genere non funziona, non funziona nemmeno se ti impegni a far notare che lo vendi come giochino per digital delivery. E' un Batman? Si. Si sforza tantissimo per fare il gioco di Batman? Si. Può riuscirci? Considerando dove è nato, naturalmente no. Un giocatore dei capitoli precedenti non può mica stare lì a far troppi distinguo: scatta a fare confronti e si arrabbia.
Per quello che mi riguarda, comunque, di Blackgate sono molto soddisfatto. Non avendo console maggiori è tutto il Batman che posso permettermi. Non mi sperticherò a raccontarvi che è un'esperienza di gioco woah e tutto il resto, ma è divertente, quando picchi le persone da soddisfazione e sebbene sia assai lineare non è uno di quei giochi che si fanno facili solo per farti un favore. Inutile aggiungere qua in fondo un consigliato/non consigliato perché sapete che coi videogiochi non lo faccio mai, visto che sono sempre fuori tempo massimo. Però sono stati (pochi) euro ben spesi.

“I'm afraid it is we who are abandoned, Dr. Adler. Mr. Cole is just... a memory now - as the past was intended to be. This morning, yesterday, or thirty years, it's all just a million firing neurons. Given meaning by the human mind. We'll all be there, eventually.”

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