HK
Ancora una volta la strip fa leva sui più intimi sentimenti di quelle fredde macchine che il mondo chiama Ingegneri.
Ma la strip di oggi, lo dico a malincuore, occupa ben poco i miei pensieri nella mia situazione presente, perché ancora una volta è sopraggiunta la Vita Reale™ a trascinarmi via come un tifone tropicale.
Letteralmente.
Normalmente nulla della Vita Reale™ di noialtri autori deve trapelare su queste pagine: è una delle regole che ci siamo dati quando abbiamo cominciato a fare FTR, anzi è stata una soluzione del tutto spontanea.
Eppure a volte si fa eccezione, quando la Vita Reale riveste un qualche interesse per gli argomenti che trattiamo di solito... in altre parole, quando la vita assomiglia a un videogioco. Ho fatto eccezione ad esempio quando ho detto due cosette sul mio viaggio in Giappone.
In occasione di quel viaggio mi meravigliai di come certe cose fantasticate per tutta una vita abbiano preso forma concreta. Oggi è un altro di quei momenti.
Per usare le immortali parole di Ryo Hazuki in Shenmue (un gioco per me speciale): “Father... I'm going to HONG KONG!”.
Lo-Rez: arte, storia, web designNon verremo giudicati
Mi ci è voluto un mucchio di tempo per trovare la voglia di far scaricare al mio Nintendo 3DS i giochini pokemon che mi ha cacciato (a forza) sulla console. E' un periodo che i miei tempi di gioco sono mostruosamente altalenanti quindi possiamo imputare tutto alla pigrizia e in fondo possiamo imputare alla pigrizia anche il fatto che oggi li ho scaricati.
Sono un fenomeno curioso, questi giochini. Non parliamo solo di stupidaggini promozionali come Pokemon radar, Pokemon bachechina o roba del genere. Parliamo in questo caso di giochi veri e completi, anche divertenti nei limiti del loro genere, con lo sfruttamento possente di uno dei più importanti brand di N. Ma allora perché regalarmeli? Perché cacciarmeli in mano a forza? La ragione è ovvia dopo pochi minuti di gioco: Nintendo non può più permettersi di ignorare interi filoni di guadagno con la saccenza snob dell'essere superiore.
Pokemon Shuffle, il gioco che ho giocato maggiormente dei due, è sostanzialmente un Candy Crash. E, esattamente come Candy Crash, non si preoccupa del fatto di esserti arrivato tra le mani a costo zero, perché il suo business è altrove, nelle cosiddette microtransazioni che, in questo caso specifico, arrivano fino al patologico, visto che persino semplicemente giocare è legato all'esistenza di cuoricini che si rigenerano assai lentamente col tempo, ma possono anche essere comprati per ravvelocizzare le cose.
Nintendo, insomma, ha guardato quanto è stato fatto sui cellulari fino a oggi. E cellulari, ricordatevelo, è una delle preoccupanti keyword del suo nuovo progetto di console che cercherà di riparare i danni fatti dalla Wii U. Nintendo ha guardato i cellulari e ha deciso che il suo giocattolino, tutto sommato, gli assomiglia abbastanza per provare a usarlo allo stesso modo e si è messa a investire su questi progetti che sono poco più che dei proof of concept, ma possono dare una visione sulle possibilità date dal settore.
Essendo io da sempre un fiero paladino del videoludo puro e casto, un demagogico accusatore della deriva meretrice data dai giochini sui cellulari, come prendo questo nuovo atteggiamento di Nintendo nei confronti del mercato? Vi dirò, semplicemente non ci vedo nulla di male. I giochi per cellulare sono tutt'oggi degli stupidi passatempi che non avranno mai niente a che vedere con i veri videogiochi, ma il Nintendo 3DS, proprio per la sua natura portatile, da sempre si presta a camminare vicino a quel bordo, proponendo, accanto ai suoi titoloni tripla A, dei passatempi stupidi, a volte terribilmente accattivanti, grazie al suo eShop che sicuramente è tutt'oggi sottosfruttato. Che questi passatempi si evolvano nella direzione in cui si è evoluto l'intero mercato non è così drammatico, che possano evolversi poi su un sistema che ha un vero controller e non lo squallido schermo di un cellulare, è in ogni caso un passo avanti.
Per concludere, Pokemon Shuffle è, in fin dei conti, divertente. Non ci si riesce a giocare più di dieci minuti, ma è accattivante. Tra una partita di un gioco vero e un'altra, fa il suo. Tanto i giochi veri ci saranno sempre.