La bella stagione
Spossati nel fisico dalla calura post-apocalittica di questa estate appena iniziata, avviliti nell'animo dalle ferite della sorte avversa, siamo in grado di racimolare ben poche energie per compilare questo editoriale.
Ma lo scriveremo lo stesso. Oh, sì.
La bella stagione per tradizione ci è nemica, a noialtri che prediligiamo dedicare le nostre attenzioni a uno schermo retroilluminato, che per ingombro e necessità logistiche deve essere collocato in ambienti chiusi. Certo oggi che disponiamo delle tavolette magiche diventa possibile fruire dei nostri divertimenti anche nei luoghi più soleggiati... in teoria.
Nella pratica, anche trovando quei pochi titoli che un vero videogiocatore trova dignitoso giocare (e ci sono!), le limitazioni della magica tavoletta sono ancora insormontabili. Stesso discorso vale per l'amato Nintendo 3DS, un giocattolo imbarazzante che prima Cymon e ora anche io custodiamo con affetto: in breve, su quei dannati schermini non si vede un accidente al sole, e la vocina dell'altoparlante è distorta da far pietà.
La storia del videoludo è la storia dell'eterna lotta tra l'uomo giocatore e la bella stagione. Fa nulla. Un Vero Videogiocatore non si fa certo spaventare da questi ostacoli, e trova sempre il modo di ritirarsi nella solitudine del suo antro oscuro, per giocare come nostro signore ci comanda.
Giocare cosa? In questo periodo mi permetto di consigliare Transistor, il capolavoro di arte visiva e musicale di cui ho già parlato. Tra l'altro, con i suoi combattimenti tattici più o meno a turni (ma non per davvero), è un titolo che si presta bene ad essere giocato su uno schermo touch... come del resto qualunque gioco per PC che sfrutta il mouse come dispositivo principale, ovvero tutti quei generi antichi oggi passati di moda. Ah, che ironia!
Mi sembra appropriato concludere queste righe irrilevanti con un rimando a questo articolo di The Dissolve, che parla dell'apatia in cui sta sprofondando il cinema di intrattenimento. Tutto molto interessante, e molto vero. Esce un capolavoro di effetti speciali dietro l'altro, e a nessuno importa più nulla, nessuno si meraviglia. Come spettatori abbiamo perso la capacità di stupirci e di ammirare.
Vabbé, risprofondiamo anche noi nella nostra apatia, per altri sette giorni.
Bentornato Pikappa
Ho avuto già modo di raccontare un po' di Pikappa su questi lidi, ma quasi sempre fuori tempo massimo. Pikappa nasce del 2002, a un solo anno dalla nascita di FTR. A quel tempo i nostri livelli di sicumera erano più ragionevoli e non ci buttavano in lunghe e barbose analisi sul mondo dell'entertainment in generale e cose così, ci limitavamo a essere contenti di esistere. Quando poi io ho avvicinato Pikappa, pur raccontandovi il mio amore per lui, non ho mai approfondito l'analisi. Ormai era qualcosa di acquisito, ormai svilito da alcune scelte editoriali sbagliatissime, si poteva trattarlo con nostalgia e epica, si, ma quella la dedichiamo quasi esclusivamente ai videogiochi qui.
Negli ultimi anni Topolino, la testata Disney, ha subito una lenta e vivifica rivoluzione. Non ha cambiato rotta (le creature Disney non lo fanno mai), non ha introdotto elementi nuovi, ha semplicemente alzato la propria qualità intrinseca, azzeccato acquisizione di autori, allargato il proprio campo d'azione ad alcune tematiche più moderne e variegate (no, Qui Quo Qua che bloggano sono orribili, ma c'è dell'altro).
E' una rivoluzione lenta, ma soprattutto silenziosa, nel senso che non c'è stata nessuna drammatica sterzata, Topolino è cambiato rimanendo sé stesso. Se prendete un Topolino di 10 anni fa e lo confrontate con uno di oggi vedete la differenza. Se seguite Topolino passo passo, invece, potreste non accorgervene. E' complicato fare una cosa così, ma se vivi nella robusta chiesa Disney è possibile.
Il culmine di questo cambiamento è forse la riproposizione, proprio all'interno di Topolino, di PK. Non un rimestare le vestigia del personaggio in salsa strettamente disneyosa (esperimento proprio di altre testate), ma riprendere la storia (e lo stile) del vendicatore mascherato e cibernetico e ricominciare a pubblicarla, in una forma da una parte meno dignitosa, dall'altra sontuosa in diversa maniera.
Pikappa era, ai tempi, un comic vero e proprio. Un "giornalino" con le sue copertine aggressive, le sue rubriche di contorno e le sue storie, che dovevano stare in piedi da sole, perché compravi proprio loro e potevano esplorare, a volte, anche all'interno della stretta continuity della serie, perché comunque avrebbero avuto una vita indipendente.
Il progetto Pikappa su Topolino, invece, è una storia gigantesca divisa in sei parti, qualcosa più di una serie con continuity, un vero volumone disciolto su rivista-contenitore, già condannato a essere poi raccolto in un unico tomo collezione da presentare con orgoglio alle fiere.
Ma il tecnicismo editoriale, a suo modo, è poco interessante, anzi, questo progetto può facilmente apparire come una cauta operazione esplorativa per qualcosa di più ambizioso. E' il contenuto quello per cui dobbiamo gioire.
Pikappa atterra su Topolino intatto. Il cuore del personaggio e della serie è comic con taglio americano senza sconti. Certo, non parliamo di Joker che tortura bambini e li sgozza, ma alcuni nemici, almeno sullo sfondo, muoiono o possono morire, le minacce sono reali e vaste, il tono è cupo (considerando il punto di partenza della vicenda cupissimo). Rimane la sottile ironia di Pikappa e in generale un certo contorno scanzonato puramente Disney, ma non è niente che non sia equiparabile alle battutacce dell'uomoragno, l'eroismo di fondo ne viene stemperato, ma non svilito.
Curiosamente, i reference al passato di Pikappa sono abbondanti in modo quasi anomalo. Viene tutto riferito a personaggi della serie classica, mettendo a dura prova persino i fan più duri e sicuramente confondendo i neofiti. Non mi è chiaro il perché di questa scelta, ma il suo coraggio è encomiabile.
"Potere e Potenza" (titolo della storia) sarà probabilmente, dall'inizio alla fine, una storia muscolare di botti e legnate con evroniani. Il che è un peccato, a suo modo, perché Pikappa ha dato moltissimo anche con soggetti malinconici e un po' più rarefatti, ma è un vincolo da cui forse non si può uscire nell'attuale situazione. Stiamo parlando di una storia epica che mostri tutto il Pikappa esistente in modo puro e inequivocabile, non può prendersi pause. E comunque la guerra di Pikappa è sempre un gran bel vedere perché, appunto, è comic fatto bene, rimescolato con un taglio a suo modo anomalo (quello Disney) che fa sì che tutto abbia un'impronta unica.
E' insomma con grandissimo piacere che ho accolto il ritorno di Pikappa, perché é tornato intatto ed è arrivato su Topolino con l'intento di sfondarlo, fregandosene di cosa la testata sia oggi. Come fu un evento estremamente emozionante vederlo nascere, ai tempi, nel 2002, come uno dei migliori fumetti italiani moderni, allo stesso modo oggi vederlo integrato con la stessa impronta in qualcosa come la testata storica di casa Disney è un Evento con la e maiuscola.
Cymon: testi, storia, site admin“Protocollo Omega pronto all'attivazione. Difendi la Ducklair Tower... oppure distruggila”