La vestizione
Ci è giunta voce che là fuori, nel Mondo, per taluni in questo periodo è usanza indossare buffi costumi.
Appare dunque curioso che proprio oggi qui su FTR ci sia una strip dedicata a un cambio di costume, una strip scritta oltre cinque anni fa e pianificata ormai da qualche mese... certi personaggi di basso livello culturale lo chiamerebbero “Il Destino”. Noialtri Ingegneri delle Tenebre preferiamo chiamare questo genere di coincidenze “Una Curiosa Anomalia Statistica” (da pronunciare alla Spock, con alzata di sopracciglio, come fosse l'incipit di un episodio di Star Trek). E di questi fatti ce ne accadono continuamente, soprattutto in questo che è l'Anno del Coniglio, l'anno del nostro decimo anniversario.
La tavola di oggi appartiene alla nostra serie Kunoichi Clara, che abbiamo ripreso un paio di settimane fa dopo un'interruzione di ben 4 anni, ecc. ecc. Davvero non ho voglia di ripetere tutta la storia, andate a rileggetevi l'archivio e state sereni.
Quel che mi interessa far notare è che, in una serie ispirata alla roba giapponese e alle storie di ninja più squallide che potete immaginare, non poteva mancare l'intramontabile scena della Vestizione della Super-Eroina dall'identità segreta, anche se qui parliamo di una Super-Cattiva, antagonista della nostra bella Clara giallovestita. Ora ci manca solo la scena sotto la doccia... anzi no, quella c'è già.
La settimana scorsa è stata dominata dagli annunci di Blizzard alla sua conferenza dedicata. Già il fatto che Blizzard sia troppo grossa per partecipare alle comuni fiere di settore, ed organizzi la propria festa privata, la dice lunga sulla popolarità dei sui giochi. Il bello è che i suoi giochi, di fatto, sono 3, ma attorno ad essi è stato costruita una delle fortune economiche più imponenti dell'industria videoludica. Finchè questa fortuna viene reinvestita in filmati come questo, non abbiamo il diritto di criticare.
Davvero è quasi commovente la passione che ci mettono quelli di Blizzard nel riempire di mostri favolosi tutti i loro titoli, fa esultare i bimbi veri e i bimbi dentro le persone adulte. Quest'anno il protagonista è Diablo III, ma anche Starcraft II ha avuto la sua parte.
Su World Of Warcraft non ho molto da dire, se non che l'ambientazione a base di panda, kung fu e birra orientale fa piangere calde lacrime di gioia. È quello che si aspettava fin da quando i Pandaren, i nostri amici pelosi, sono comparsi per la prima volta quasi un decennio fa, per scherzo.
Chi si lamenta che i panda non sono un soggetto serio forse dovrebbe tenere a mente che stiamo parlando di Videogiochi.
Avrei in ballo un paio di notizie curiose, direttamente dall'isola di Nippon, riguardanti giochi ad elevato contenuto di Perversione. Ma preferisco tenerle per la settimana prossima, non vorrei mischiare certi argomenti con i sacri Panda birraioli a cui è dedicato questo editoriale.
Lo-Rez: arte, storia, web designYin e Yang
Non ha alcun senso scrivere un fumetto figo in cui i personaggi fanno cose fighe e in cui tutti hanno poteri strabelli se non puoi infilarci bene un supercattivo.
State ben attenti, non sto parlando del villian, quel coso che è sempre necessario alle storie e che solitamente vuole fare del male a un tot di persone, parlo del supercattivo, quel personaggio che buca il foglio ancor più del protagonista, che rappresente tutti i nostri desideri oscuri, che è un mito proprio perché è cattivo, proprio perché alla fine non vincerà mai, proprio perché ogni suo momento di parziale trionfo potrà essere vissuto come gloria assoluta. Il supercattivo dà senso all'esistenza del buono, gli assomiglia, è la cosa più simile a lui, è la dimostrazione che ci sono altre "versioni" di lui che fanno altre cose, versioni che si ribellano al Sistema che vuole quello al centro dell'attenzione sempre devoto alla causa della salvezza dell'umanità.
Alina Black è tutto questo. E' il negativo di Clara, il suo calco, la sua copia, ma dove Clara ha rimescolato i precetti della disciplina dell'assassino con tante belle parole da sceneggiatore buonista, Alina possiede solo la pura arte dell'omicidio, la devozione alla Causa, in lei risuona la canzone della Guerra.
Se il Progetto Kunoichi Clara esistesse nel Mio Universo Perfetto, se cioè la serie avesse un'uscita regolare mensile, quattro sceneggiatori, sei disegnatori e un probabile film in uscita l'anno prossimo, Alina Black sarebbe stata l'interprete per i momenti cruciali della storia, i momenti in cui dare grosse spallate alla continuity, il personaggio sempre morto/mai morto coinvolto nelle battaglie più epiche. E un giorno, ovviamente, molto in là, la sua battaglia con Clara sarebbe arrivata a una svolta tale da innescare in lei un processo di redenzione, che piano piano l'avrebbe resa un personaggio oscuro, ma positivo, abbastanza forte da poter tenere in piedi una serie regolare tutta sua, magari bimestrale, con un taglio leggermente diverso dalla serie principale.
Se volete saperlo (no, non volete, ma mica potete dirmelo) esiste un Lontano Futuro di Alina Black, nella mia testa. Se non ricordo male come mi trastullavo ai tempi che ero in fissa con KC, lei a un certo punto moriva terribilmente e poi rinasceva grazie alla tecnologia di un'altra entità femminile non completamente umana, appartenente a una razza estremamente avanzata estintasi nel passato lontano (Antidiluviani, li chiamavo, come probabilmente hanno fatto dozzine di altri autori). Alina quindi rinasceva semiumana, con scopi non esattamente chiari, diversi. E da lì chissà che cosa.
Quello che invece il Mondo Reale le concede, invece, è la sua grande scena di vestizione e preparazione al combattimento, scena sotto cui, chissà perché, ho sempre sentito Engel, scena epica perché rappresenza La Battaglia. L'inizio della Battaglia Infinita tra bene e male, il balocco perfetto della crudeltà della Storia e della Sceneggiatura.
Insomma, le solite vignette in cui mettere spadate e frasi fighe.
Spostando di non tanto il focus del nostro discorso mi preme aggiornarvi delle mie ultime vicende riguardo le serie TV. Ho esauito tutto il Dottor Who moderno disponibile, arrivando al suo finale con poco scarto con il finale effettivo di trasmissione, finale agrodolce, difficile da descrivere, deludente, ma anche no, in quel modo assurdo, sconnesso e bellissimo che riesce solo a Dottor Who. L'unico dramma genuino è che, al di là del Christmas Special, dovremo aspettare mesi lunghi come eoni prima di poter avere nuove avventure e sentire La Risposta a La Domanda. Per ammazzare tale tempo ho deciso di dedicarmi a MIsfits, altra serie inglese, naturalmente, nel filone ormai abbastanza popoloso dei giovini con superpoteri.
Sto finendo la seconda stagione, appena in tempo per l'inizio della terza (tra un paio di giorni), il giudizio complessivo è difforme. Credo che tecnicamente sia una serie di altissimo livello, cosa che, in realtà, mi pare che per le serie inglesi sia praticamente lo standard. Peccato che però zoppichi un po' dal punto di vista della sceneggiatura. Non perché abbia una sceneggiatura traballante, anzi, ma perché non riesce a raccontare storie che siano particolarmente incisive. La prima serie (sei episodi) fila via liscia senza grossi scossoni. La seconda ha qualcosa da dire e ha finalmente imbastito un plot piuttosto robusto, non fosse per l'aderenza a certe meccaniche proprie di Heroes in maniera quasi pedante. Vi saprò dire come va a chiudersi e, soprattutto, come sarà la prossima serie che a questo punto seguirò completamente allineato con la patria britanna. Il che è più un problema che un vantaggio, visto che dovrò aspettare un'intera settimana tra un episodio e l'altro.
Questo supereroico editoriale va a chiudersi. Rispetto agli scossoni di settimana scorsa stavolta è tutto molto più preciso e easy. Spero di rivedervi comunque a breve.
“One night to be confused / one night to speed up truth / we had a promise made / four hands and then away / both under influence / we had divine scent / to know what to say / mind is a razor blade”
P.S. Credo che ormai non mi rimanga altra scelta che spostare Karin Dreijer Andersson
Cymon: testi, storia, site admin