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467, 12/06/2010 - Il sito aziendale
467
12 . 06 . 2010

È molto duro

Alcuni tra voi, poveri tapini, forse si sentono stressati dal lavoro d'ufficio, e a volte avete come l'impressione che il Diabolico Direttore vi stia spiando da dietro, pronto a cogliervi in fallo non appena aprite un sito vagamente divertente... Ecco, per il nostro Neo questo Diabolico Direttore c'è davvero: un diavoletto custode che sbuca da dietro la spalla quando meno se lo aspetta, proprio in quei due minuti al giorno in cui si concede una sbirciatina ai suoi siti di videogiochi preferiti.
E certo la tentazione è molto forte, soprattutto in questi giorni: l'E3 di Los Angeles si avvicina, e il mondo del divertimento elettronico è in subbuglio.
Personalmente sono stato spazzato via dalla potenza travolgente del video di Deus Ex 3: Human Revolution. La volta scorsa accennavo all'aspettativa che si era creata attorno a questo filmato, e in effetti non ha deluso. La direzione artistica è curatissima, l'ambientazione molto promettente: si vede molto il tocco di SquareEnix, che pubblicherà il gioco, nonostante sia un'opera occidentale. Speriamo che anche il gioco non sia una vaccata, come potrebbe comunque essere.

Mi rendo conto che rischio di diventare monomaniaco, ma devo citare ancora le manovre pubblicitarie di Valve. Prima hanno annunciato un evento su Portal 2 all'E3, e poi l'hanno smentito con una press release esilarante, rilasciata direttamente dalla Aperture Science (la compagnia fittizia di Portal e Half-Life).
Il titolo è “VALVE ANNOUNCES MAKING GAMES IS HARD”. Questo genere di mosse, per me che ormai gioco poco, sono altrettanto divertenti dei giochi veri, e davvero mi pare che Valve si sia fatta ampiamente perdonare l'attesa per Half-Life 2 Episodio 3. Tanti altri editori dovrebbero prendere esempio da questa gestione del consenso popolare: le masse degli utenti del resto sono come orde di zombie senza cervello, e Valve ha acquisito una certa esperienza nel gestirle...

Non possiamo lasciarci senza aver gioito insieme dell'altra mossa di Valve: l'arrivo di Team Fortress 2 su Mac. Non che mi importi qualcosa dei Mac, beninteso, e anzi da bravo utente di Personal Computer trovo un po' irritante la dittatura del design di Apple.
Però anche questo aggiornamento è stato gestito con stile da Valve: il sito ufficiale è una parodia di quello di Apple. Il vero colpo di genio, però, è stato quello di regalare a tutti gli utenti Mac un paio di cuffie da iPod per i loro personaggi... il che, naturalmente, ha l'effetto collaterale di identificarli immediatamente come l'Arcinemico, e renderli dei bersagli facilmente riconoscibili.

“What did I want? I wanted the hurtling moons of Barsoom. I wanted Storisende and Poictesme, and Holmes shaking me awake to tell me, 'The games afoot!' I wanted to float down the Mississippi on a raft and elude a mob in company with the Duke of Bilgewater and the Lost Dauphin. I wanted Prester John and Excalibur held by a moon-white arm out of a silent lake. I wanted to sail with Ulysses and with Tros of Samothrace and eat the lotus in a land that seemed always afternoon. I wanted the feeling of romance and the sense of wonder I had known as a kid. I wanted the world to be what they had promised me it was going to be — instead of the tawdry, lousy, fouled-up mess it is.” (R. A. Heinlein, Glory Road)

Lo-Rez: arte, storia, web design
12 . 06 . 2010

Giù per il TuTubo

Volevo fare un editoriale palloso su Apple, software standard e storia dell'informatica, ma tra cose old e meno old ho passato la settimana a pastrugnare tra filmatini internet su Youtube e voglio parlarvene. L'ho già fatto in altri ambienti, ma un editoriale è sempre un archivio del mio quotidiano quindi ora vi beccate questa snocciolata di link.
Partiamo con The Guild, serie tiv... ehm, web ormai del 2007. Non l'ho scoperta ultimamente, in realtà mi ricordo di averne sentito parlare molto da Uesli, ma come ben sapete io non sono uno che mi avvento sulle cose con entusiasmo così i suoi riferimenti alla serie non hanno mai fatto breccia in me. L'altra sera però Cementino mi ha mostrato questo video (ecco che cominciamo con i video) e da lì le cose sono precipitate un po' a cascata. Innanzitutto mi sono innamorato di Felicia Day in uno di quei modi un po' irrazionali che contraddistinguono noi nerd. Non è un sentimento che voglio sviscerare, ma che sicuramente ha contribuito a farmi apprezzare il tutto. Sull'onda del videoclip comunque mi sto anche mettendo in pari con la serie TV prima dell'inizio della quarta stagione. The Guild è un prodotto incredibilmente fatto bene, incredibilmente perché queste cose che stanno uscendo oggi dai canali più assurdi sono più fresche di qualsiasi cosa faccia la TV e hanno anche una qualità di recitazione e realizzazione assolutamente interessanti. Sono la dimostrazione, tanto per farci un po' lirici, che la libertà è un ingrediente importante dell'atto creativo, a volte addirittura il più importante.
Per quei tre o quattro che proprio non sanno cosa sia The Guild e non riescono a orientarsi, si tratta di una serie riguardante una gilda di WoW (anche se il gioco non viene mai citato esplicitamente) composta, ovviamente, da disadattati dalla vita particolare. The Guild è una serie creata da chi conosce il mondo dei MMORPG, ovviamente, questo trasuda dal dialogo, dagli atteggiamenti e da quello che accade. Il bello però è che sfata uno dei grandi miti che funestano il mondo dei bruciati online. Quello che si vede non è un gruppo di persone che cerca di fuggire dalla realtà usando il videogioco, ma delle persone dalle idiosincrasie esagerate, con i problemi di tutti i giorni, che riflettono i loro atteggiamenti meschini nel gioco e nel rapporto coi compagni di battaglia. La "fuga" è un'elitaria dote dei Veri Videogiocatori ed è la fuga artistica di chiunque ami esercitare la fantasia. La massa che oggi affolla i MMORPG ha sicuramente il senso del grind proprio dei Veri Videogiocatori, la determinazione a portare a termine uno scopo, ma spesso manca di immedesimazione, trasporta semplicemente nel gioco la proprio determinazione della vita reale. Forse è questa lettura che spiega il successo di WoW e il fatto di aver surclassato tutto il resto. E' curioso, WoW ha un grandissimo scenario, creato sulla base di tre grandissimi videogiochi (single player), ma semrba essersi in questi tempi dissolto nella grande macchina da quest. I concorrenti hanno spesso cercato l'immedesimazione, il roleplaying, che ovviamente forniscono la migliore esperienza massiva, ma forse non è quello che la maggior parte della gente vuole.
Al di là della consueta divagazione filosofica The Guild è comunque da recuperare, i pezzi migliori sono le intro con la protagonista davanti alla webcam, ma comunque le meccaniche delle vicende rivaleggiano con le produzioni blasonate della sit-com.
Il secondo video è un'altra cosa principalmente web abbastanza in accordo con lo spirito dei tempi, ovvero il trailer di test del reboot di Mortal Kombat. Non è un vero trailer, il film non lo stanno veramente facendo, è una specie di test per vedere come verrebbe e provare i gusti. Una cosa molto multimediale e virale, appunto, come si fanno oggi, costi contenuti e ottimo risultato in quanto a ritorno d'immagine. Personalmente credo che una realizzazione del genere sia un sogno. La rivisitazione in chiave realistica, con tutte le derive del caso, del brand, è qualcosa di immaginifico e potente, ardito, ricorda quello che è stato fatto per There will be brawl. Offre una tridimensionalità nuova ai personaggi, come se, dopo essersi distaccati dalla realtà, vi si riaggancino passando per un'altra strada. E se magari è vero che a pensarci bene Baraka è ridicolo con la storia degli innesti, Reptile eccessivamente morboso e Scorpion decisamente tamarro (però, ragazzi, SCORPION!), forse lo sbaglio è proprio pensarci bene. Perché qui parliamo di sublimazione del brand, di mitizzazione. Questo progetto Mortal Kombat potrebbe essere per i videogiochi il film capolavoro e gigantesco che The Dark Knight è stato per il cinema di supereroi.
Peccato che è solo un sogno credere che si realizzerà, ma un sogno per cui facciamo il tifo, qui al coniglio.
Per chiudere, visto che in questo tipo di editoriali di robe in elenco ce ne devono essere sempre almeno tre, il trailer di Deus Ex: Human Revolution, che poi è un gioco di cui ha parlato anche Lo-Rez. Non c'è niente di nuovo in questo cyberpunk un po' pesante, eppure il manierismo cyberpunk ben fatto e ben girato mi seduce sempre. L'idea anche di questo personaggio molto borderline, che si muove a fare il suo lavoro mentre la società intorno a lui si disgrega, in una specie di rinascimento elettronico che è si un'epoca di rivoluzioni e scoperte, ma che ha una venatura amarognola di decadenza non può non lasciare una buona impressione. E' il tipo di universo in cui vivrei volentieri un'avventura, direi che in questo la produzione ha centrato in pieno.

“I lied. Lie to my webcam...”

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