Big in Japan
È dura la vita per Neo, da quando gli abbiamo appioppato la nostra serie Jobs: al lavoro in oscure server farm assieme ad altri Ingegneri delle Tenebre ossessionati come lui... e poi a casa, a sorbirsi gli slogan di Clara nella sua insopportabile veste di PR. Guai poi se mette piede sul balcone, dove Cloud e Link in pigiama conducono i loro loschi traffici.
La volta scorsa affermavo che non avrei più parlato di Resident Evil 5, ma a parte la nostra strip su Multiplayer.it, è saltato fuori ancora qualcosa da dire: non sul gioco in sé, ma sulle recensioni. In particolare quella su Eurogamer mi ha colpito: è veramente ben scritta e intelligente. Del resto la versione originale inglese del sito è un punto di riferimento per la serietà, ed è bello vedere che anche la versione italiana è all'altezza.
Vorrei riprendere un momento la questione delle strip che facciamo per M.it. Un paio di settimane fa, sul nuovo gioco ispirato alla Divina Commedia (?!) Cymon scriveva: “L'inferno è un posto per tamarri, ci sono i demoni, le bestie, le fiamme... alla fine era Dante quello che era nel posto sbagliato”. Leggendo i commenti agli articoli mi sento come Dante: circondato da subumani malvagi che urlano frasi sconnesse, in lingue incomprensibili. Vi apprezzo molto, cari lettori, soprattutto perché in questo sito non abbiamo pensato di fornire una form per inviare commenti.
Mettendo da parte le questioni personali, passiamo finalmente ai videogiochi. Sono uscite le recensioni di Persona 4 in lingua occidentale, ed è stato un trionfo. Shin Megami Tensei Persona è una serie popolare in Giapponia, e quando dico popolare intendo ovviamente che la gente si accoltella davanti ai negozi per conquistare i sacchettini per il pranzo con disegnati sopra i personaggini dei vari titoli. Persona 4 è il genere di gioco che spinge giovani otaku a chiudersi in un monolocale per due mesi, mangiando ramen ordinato a domicilio, senza mai poggiare il joypad o staccare gli occhi dallo schermo, cercando di ottenere un punteggio di sintonia migliore con la compagna di scuola del protagonista virtuale, per poter, virtualmente, farsela.
Ehm, quello che intendo è che Persona 4 piace agli orientali, come tutti i Persona prima di esso. In Occidente la serie è poco conosciuta, anche perché i giochi dove le studentesse liceali possedute dai demoni si sparano un colpo di pistola alla tempia incontrano qualche piccola difficoltà di distribuzione nei negozi, o la incontravano soprattutto in passato.
Ora che il gioco è finalmente disponibile in una lingua diversa dagli ideogrammi buffi, anche noialtri possiamo apprezzare il canto del cigno della PS2, l'apice del genere degli RPG orientali, l'ultimo grande gioco in esclusiva per la longeva console Sony. Io l'ho già segnalato più che altro per la direzione artistica favolosa... quando avrò le forze per giocarlo senz'altro ne parlerò ancora.
Lo-Rez: arte, storia, web design“In Africa l'alabarda di Goldrake è usata in quasi tutte le raffinerie di petrolio. Ci stappano le bottiglie d'acqua minerale.”
Colpi di qua, colpi di là
Mi ero segnato qualcosina per questo editoriale, ma vista la strip in onda credo che la seguirò in una linea di pensiero diversa. Tanto meglio, rimane qualcosa di cui parlare più avanti.
L'era che stiamo vivendo, l'era della consacrazione del mondo console, è anche l'era in cui trionfa la parola multipiattaforma. Multipiattaforma è un titolo che viene sviluppato per più macchine da gioco, ovvero il rosario PS3, XBOX360, Wii a cui bisogna aggiungere molto spesso anche il PC.
Sotto un certo punto di vista la cosa può essere vista come una rassicurazione per noi PCisti, l'esistenza dei titoli multipiattaforma significa che, anche se non siamo più al centro dell'attenzione, possiamo avere un parco titoli ricco e variegato anche semplicemente andando a ruota delle grandi produzioni. Nonostante non siamo più il target di riferimento possiamo quindi stare tranquilli che non ci perderemo nessun big one perché le major non si dimenticheranno di noi nel (a volte semplice) porting del codice.
Ovviamente, quanto detto sopra, è una pura e semplice bestemmia.
I titoli multipiattaforma sono una palla bella e buona che ci portiamo dietro dalla guerra dell'Amiga e in cui non crede nessuno. Un Amighista era un Amighista. Un PCista era un PCista e un consolista era un consolita (oltre avere una macchina da gioco senza anima). Ora magari sarebbe piuttosto cavilloso spiegare le differenze tra un boxaro e un sonaro (mentre forse quelle con un nintendaro rimangono abbastanza nette), ma tra tutti costoro e un PCista vi è ancora un abisso incolmabile di lava ribollente, una divisione netta e spietata sull'orlo del conflitto ideologico (quest'ultimo nominato solo per dare un po' di colore).
Capite quindi che quando si parla di un titolo multipiattaforma si parla di un titolo che scontenterà una metà della popolazione videoludica e accontenerà l'altra o che magari, dopo essere apparso in una certa forma, facciamo ipotesi, su console, verrà ritoccato, rabberciato, stuccato anche per essere reso presentabile su PC. In nessun caso vi sarà armonia.
Ricordo ancora le polemiche di quando si pensò di mettere contro i giocatori di FPS PCisti contro i giocatori FPS consolisti, due tipologie giocatori che anche davanti allo stesso titolo devono assumere un atteggiamento diverso, per il controller che usano, per la storia che hanno avuto e per il loro modo di essere. Due universi che, anche quando trovano terreno di confronto, sono comunque incompatibili.
Quindi il concetto di titolo multipiattaforma in verità è una pura strategia di marketing creata per rastrellare risorse anche una volta concluso uno sviluppo investendo il necessario (magari esiguo) per un porting consapevoli di non suscitare lo stesso clamore suscitato sulla macchina target di partenza. In soldoni, data la nostra ritirata dal palcoscenico, si traduce nel fatto che, comunque, il parco titoli PC rimane comunque molto meno clamoroso e lussurreggiante del passato, ma possiede un po' di roba di ripiego fatta apposta per consolisti.
Preoccupante, però, nel contempo, la politica delle major e di certo giornalismo di comportarsi come Clara in questa strip, ovvero assumere il gioco per quello che è e non ragionare su come è stato declinato nelle sue varie incarnazioni, dove ha guadagnato e dove magari ha perso proprio venendo incontro a diverse filosofie d'essere. Non voglio che questo sembri un discorso del tutti contro tutti per cui è legittimo che boxari, pcisti, sonari e nintendari flammino da mattina a sera nei forum, vorrei però che passasse l'idea che queste quattro "razze" non hanno solo preso una fissa per uno scatolotto piuttosto che per un altro, ma che effettivamente, sotto, hanno vocazioni e istinti diversi.
Cymon: testi, storia, site admin“Guarda questa faccia. E' una faccia onesta. Una faccia che ti odia. Odia i tuoi amici. Odia gli amici dei tuoi amici. E' la vecchia faccia di Gotham City, cattiva, si, ma chiara e pura”