Da qualche parte a Shanghai
Noialtri non siamo inclini a farci condizionare dalla Vita Reale™, e da sempre questa Tana è isolata in una dimensione tutta sua, dove il videogioco regna incontrastato. Questo non significa necessariamente che disprezziamo le cose del mondo, o le ricorrenze del suo calendario: significa che comunque vadano le cose là fuori, a questo indirizzo trovate Follow The Rabbit. E non è detto che sia un bene!
Spesso le strip che facciamo provano ad essere divertenti, ma a volte ne capita qualcuna che ci commuove, e di solito fa parte della serie di GTR. La storia che è iniziata la volta scorsa attinge ai miti dell'infanzia videoludica, perchè l'Industria del divertimento elettronico ormai è abbastanza anziana da potersi permettere un po' di nostalgia del passato.
E allora questo GTR: 1998 è dedicato a chi anni fa ha visto in sala giochi un cabinato vecchio e sporco con una versione di Street Fighter o Fatal Fury che non era proprio giusta, che magari aveva una schermata del titolo un po' diversa, e quando pigiavi il tasto partivano tre fireball invece di una... Se vi siete mai fermati a pensare a come era arrivato lì, quel coin-op tarocco proveniente da chissà dove, e se avete immaginato storie epiche e favolose sulla sua origine, ebbene questa strip è per voi. Se no, fa lo stesso.
Ma il tema principale di questa storia è la dignità perduta: capirete di cosa parliamo se siete anche voi un po' tristi perchè case gloriose come la SNK spogliano (letteralmente) della loro dignità i personaggi tanto amati dai fan, e li gettano allo sbaraglio in giochetti squallidi per telefoni cellulari. B. Jenet, la bionda piratessa inglese, è una di queste vittime: apparsa in Garou - Mark Of Wolves nel 1998, che è uno dei picchiaduro 2D migliori prodotti da SNK, Jenet è un personaggio molto amato (per ovvi motivi!) dai giocatori più o meno hardcore che seguono la scena dei giochi da bar... anche se non è molto conosciuta al grande pubblico, come dimostra la difficoltà con cui perfino gli ossessionati del nostro forum l'hanno riconosciuta.
Come sia stata coinvolta in una storia sentimentale con il nostro TheRabbit (???) è un mistero, e sinceramente preferiamo che resti tale. Ad ogni modo, questo GTR 3 canterà il malinconico finale della storia d'amore tra un coniglio gangster e una piratessa lottatrice: c'è poco da ridere.
Tutto sommato penso che proporrò anch'io una storiella edificante di quelle obbligatorie in questi giorni. C'era una volta Mother 3, l'RPG in 2D per GBA (!?!) ad opera di Shigesato Itoi, il raffinato maestro nipponico. Ne ho cantato le lodi più volte, e di fatto anch'io aspettavo speranzoso che venisse pubblicato in Occidente... povero illuso che ero! Il cattivo della nostra storia è nientemeno che Nintendo, la quale ha stabilito che gli sporchi stranieri occidentali non meritavano la gioia di giocare Mother 3, perchè tanto erano troppo rozzi per apprezzarlo (nonostante in Nippolandia abbia venduto miliardi di copie).
Probabilmente è vero, però in mezzo alle masse ignoranti dei nostri compatrioti c'erano alcuni individui Eletti, i fan di Mother 3 appunto, i quali sono stati ingiustamente puniti. E allora ecco sorgere un gruppo di ribelli: i tizi ossessionati di Starmen.net, che hanno iniziato la traduzione amatoriale della ROM.
Ebbene sì, senza portare rancore a Nintendo, i nostri magnifici eroi ci salveranno a prezzo di immense fatiche, decodificando il codice binario per estrarre il testo originale, tradurlo in inglese e reinserirlo nel gioco. Il tutto con la paura costante di una ritorsione di Nintendo, che potrebbe mandare i suoi avvocati/ninja a sterminare tutti i ribelli in qualsiasi momento.
Per oggi è il caso di chiudere qui, ma non prima di aver riscaldato il cuore degli appassionati di Cartoni Animati Giapponesi: io stesso non sono certo competente in materia, però di recente sono rimasto enormemente impressionato da Eureka Seven. L'argomento merita una trattazione più ampia che farò in futuro, per ora basti dire che, secondo me, la visione di questo anime non sarebbe un brutto regalo da fare a voi stessi.
Vecchiume's day
E' inutile negare che ormai da alcuni anni a questa parte la mia principale (se non unica) risorsa di videogiochi è costituita da quanto TGM allega alla rivista. In verità mi sembra una moda piuttosto comune al giorno d'oggi quella di fare la spesa in edicola, ma il vero professionista di questa pratica, solitamente, si guarda intorno valutando gli allegati di diversi giornali e poi prende quello che trova più interessante, mentre io subisco passivamente quanto fa la testata Future, per ragioni di semplice affetto. Questo mi porta a riempire i rari momenti in cui mi concedo di giocare con prodotti che ormai il videogiocatore arraffone ha già affrontato da anni e a cui quindi non è più molto interessato.
Non parlo spesso di queste mie esperienze qui, è molto più divertente discettare di giochi attuali o addirittura non ancora usciti, magari senza neanche averli mai provati pochino, ma in questo periodo di feste (e ferie) voglio dedicargli giusto un po' di righe, cercando di staccare un po' dalla fiumana di impressioni, notizie e valutazioni relative alla console war, al Wiiiii, alla XBOX360 e alla PS3 (che esiste e vende, anche se in alcune piazze molto molto lontane da noi nel villaggio globale).
Il primo gioco a cui mi sto dedicando è quello che era presente nell'ultimo numero di TGM, ovvero Vampire: Bloodlines. Avevo provato un pochino anche il primo capitolo (sempre regalato dalla rivista), ma mi ero fermato molto presto. Può sembrare un motivo stupido, ma il personaggio era troppo... ehm... "grosso" su schermo e mi sembrava di non poterlo controllare, che ingombrasse. Oltretutto l'ambientazione medievale non è che mi interessasse molto, parlando di vampiri.
Vampire: Bloodlines è un gioco molto lontano da quello che fu il primo capitolo, un po' più action... bhe, MOLTO più action, anche se quando date una mazzata il risultato è un numerino di dolore che scivola via dal corpo del vostro nemico in funzione delle vostre statistiche. Sta scorrendo abbastanza bene, per ora, un po' perché, per l'appunto, è poco cervellotico (e un po' facile, indubbiamente), ma anche perchè presenta una galleria impressionante di personaggi ben fatti che ricreano ottimamente l'ambiente della Masquerade. Dove magari potete trovarvi in imbarazzo di fronte a missioni composte di semplici vai nel posto A - vai nel posto B - smanetta furiosamente finché il nemico non muore, sicuramente venite di contro ricompensati da dialoghi e situazioni intriganti, che vi tengono incollati alla tastiera. C'è poi nell'inseguire i barboni, rimorchiare, comportarsi arrogantemente con gli stupidi umani qualcosa che fa molto sentire vampiro, che poi credo debba essere lo scopo principale di un titolo del genere.
Il secondo gioco è vecchissimo, antico, ma è uscito dalla polvere a causa della mia rinata ossessione per i robottoni. Vi ho parlato tempo fa del mio recupero di Gundam e dovete sapere che l'opera non è ancora conclusa. Nonostante il materiale prodotto intorno all'universo del mobile suite sia sterminato sto andando avanti nel rastrellamento e sono approdato alla visione di Zeta Gundam, la serie che credo sia quella immediatamente successiva (almeno cronologicamente). Tutti questi bei giocattoloni che si menano mi hanno reso ipersensibile nei confronti di certe immagini e quando mi sono trovato casualmente tra le mani il vecchio CD di Heavy Gear 2 non ho resistito all'impulso di reinstallarlo. HG fu la serie che Activision mise in campo dopo aver perso la licenza Mechwarrior. Rispetto ai mech, i gear sono più antropomorfi e mancano (purtroppo) della cultura dei clan e delle tribù, orientati come sono a un universo più convenzionale (e più vicino, a dire il vero, allo stesso Gundam). Il mio attuale problema è che il gioco sembra presentare un doloroso bug della morte e della terminazione fastidiosa che rende difficoltoso giocare conservando la pazienza. Non so se riuscirò a superarlo e questo non fa altro che continuare a dimostrarmi la mia endemica sfiga nei confronti del software videoludico, un'annosa questione di cui però mi pare di non aver mai pianto qui. E' un peccato perché l'idea di robottone HG2 la dà e anche se non stiamo parlando di robottoni svolazzanti nello spazio, ma di pesanti fanti, comunque pilotarne uno nella foresta dà diverse soddisfazioni.
A pensarci bene, oltretutto, HG2 appartiene anche a una categoria di videogiochi che è scomparsa da anni nel silenzio, senza rimpianti, ma lasciando un vuoto nella cultura PCista, che è quella dei simulatori. Di certo non stiamo parlando di un gioco particolarmente rigoroso, ma comunque è uno di quei titoli in cui ti viene utile mezza tastiera e quello che cerca di trasmettere è la sensazione di guidare qualcosa. Non vedo, nel futuro prossimo, la possibilità che questa gloriosa stirpe di titoli torni a regnare, probabilmente perché nel nuovo mercato non è stata capace di trovare una fetta di pubblico a cui succhiare denaro. Eppure credo che ciò sia molto triste.
Una cosa che invariabilmente mi capita, a dire il vero, è che quando parlo dei giochi su cui sono impegnato in un editoriale, poi li abbandono inevitabilmente. Con questa lunga discettazione potrei essermi tirato addosso la sfiga, ma magari no, se non altro in questi giorni di vacanza avrò addirittura un po' di tempo per dedicarmici, un tesoro prezioso, di quest'epoca.
Bene, l'editoriale del vecchiume chiude, magari lasciata la tana potreste puntare il browser qua. Si tratta di un blog, ma almeno parla di fumetti in modo molto interessante. I fumetti come vengono descritti qui continuano ad essere altro da noi, lo sapete cosa ne penso, ma credo che comunque sia sempre bene averli in mente, come riferimento. Oltretutto ci sono diversi articoli riguardanti membri di Nuvole Elettriche e sapete che è buona cosa tenere un occhio bene aperto sulla gentaglia che ci circonda.
“It's raining in Shanghai”
P.S. Solo due parole. La citazione viene da questa strip. Io credo che per certi versi l'umorismo di Penny Arcade sia quantomeno emulabile, non è difficile capirne i meccanismi, ma quando Gabe e Tycho mettono online queste cose (che sono idiozie) e io, leggendole, inizio a ridere come un cretino, capisco che davanti a certa gente non posso fare altro che inchinarmi.
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