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serie
285, 25/11/2006 - Nella camera di ragazze
285
25 . 11 . 2006

La mania dei video

Anche questa settimana restiamo rintanati nella penombra verdognola dei cubicoli di Neo e Gödel, dove i nostri eroici Ingegneri si confidano i più profondi turbamenti del loro cuore, e si sussurrano entusiasmanti avventure sentimentali...!
Oggi non ho storie strappalacrime sulle lunghe ore passate al freddo e alla pioggia, in fila per accapparrarmi una delle due nuove console. In parte questa mancanza è dovuta all'assenza delle suddette due console nel nostro povero, sfigatello Paese. Ma anche se, per assurdo, PS3 e/o Wii fossero disponibili nei negozi italiani (e mi rendo conto che è un'ipotesi veramente pazzesca!), ebbene io non mi sarei precipitato a comprare una o l'altra, e neppure le avrei ordinate comodamente al calduccio su eBay (a 10 volte il loro prezzo).

Non che mi manchi il grado di ossessione necessario per fare follie per una console, naturalmente, è solo che mi hanno sempre fatto un po' tristezza questi gingilli elettronici al momento del lancio: voglio dire, poverini, sono dei gusci vuoti, senz'anima... tieni in mano il joypad (o quell'altro affare bizzarro) e te ne stai lì impalato perché non ci puoi giocare, perché mancano i giochi degni di essere chiamati tali.
Certo, il Wii ha Zelda, e quando Nintendo farà un brutto gioco di Zelda, quello sarà il Giorno dell'Apocalisse. Solo che Twilight Princess è un gioco per Gamecube e non per Wii, nonostante il disperato bisogno che hanno gli invasati di pensarla diversamente. Sono convinto che il sistema di controllo funziona, e ci mancherebbe altro! Se Mamma Nintendo avese fallito proprio con il titolo di lancio, gli azionisti avrebbero compiuto un suicidio di massa rituale. Però non è il genere di gioco che giustifica l'introduzione sul mercato di una nuova console.
D'altra parte sarebbe stupido pretenderlo da qualsiasi gioco... a meno che non parliamo di Soul Calibur, disponibile al lancio della cara vecchia Dreamcast e rimasto il titolo migliore in assoluto per quella console (e per le altre, aggiungerei).

Forse non l'ho ancora detto, ma questo editoriale sarà dedicato ai riferimenti a video compromettenti pubblicati sul web. Così, per dispetto.
E allora ecco la bimba di 4 anni che gioca a Wii Sports, in particolare alla boxe.
E come promesso la volta scorsa, non posso far mancare su queste pagine una riflessione su Dead Or Alive Xtreme 2. Strano, perchè DOAX non è un gioco famoso per ispirare riflessioni, tutto l'opposto. DOAX2 è un'occasione mancata, perché l'idea di fondo funziona.
Non tanto quell'idea che balza subito all'occhio, quanto piuttosto l'idea di un insieme di mini-giochi per utenti casual, abbinata a un meccanismo della serie Collezionali Tutti™ per utenti hardcore. Di solito è Nintendo che fa titoli di questo genere, tipo Animal Crossing, ed è per questo che vedrei molto bene Dead Or Alive Xtreme sul Wii. Cioè, prendiamo il tiro alla fune in piscina: non vi sembra il caso d'uso ideale per il sensore di movimento?
Notare come sto cercando di limitare la perversione, perchè avrei potuto citare video di mini-giochi ben più maliziosi del tiro alla fune... Che ne so, ad esempio la pole-dance di Hitomi. Notare che YouTube vi chiede se siete maggiorenni per quel video, ma di fatto non c'è nulla che non possiate trovare in TV durante la fascia protetta del pomeriggio. Per evitare di iscrivervi potete usare gli account pubblici.

E infine, per rifarci gli occhi, voglio mettere in evidenza i finalisti del concorso d'arte di Blizzard. Vedendo la qualità di quella roba, sono contento di non aver potuto partecipare. In particolare il vincitore della categoria Warcraft è a dir poco sconvolgente: Sylvanas che dimostra come anche da non-morta riesce ad essere sensuale.
Sempre i questi giorni cominciano a circolare le scansioni dagli artbook di Final Fantasy XII. Quando mi arriverà quello che ho ordinato io, in edizione limitata (se mai mi arriverà, e inizio a dubitarne), ne parlerò ancora, ma tanto per cominciare possiamo apprezzare i design delle navi volanti. Sono tanti, e sono mostruosamente curati. Ci sono interi giochi ambientati nello spazio che hanno astronavi molto meno affascinanti di queste, che spesso nel gioco fanno solo una breve apparizione.

Lo-Rez: arte, storia, web design
25 . 11 . 2006

Wii can be heroes

Si, bhe, faccio anch'io giochi di parole stupidi con la console Nintendo, naturalmente. Ma ci infilo David Bowie.
Piena console war. Le macerie di quella che ormai va bollata come old-gen giacciono fumanti per le strade, mentre torme di instupiditi videogiocatori si aggirano per le vie deserte tenendosi i propri pochi stracci e cercando la via che gli permetterà per l'ennesima volta di adempiere al verbo del joypad. Questo è lo scenario post-atomico di questi giorni che hanno cambiato il mondo, tra gente che si è fatta largo tra la folla di acquirenti con pistole elettriche a individui che si sono lasciati derubare per poter rimanere in fila. Gente assiepata intorno a Nintendo store come intorno a un tempio pagano, demoni e dei per le strade.
Nonostante sia un Pcista convinto e di queste stramaledette guerre non mi interessi nulla (almeno direttamente) ho voluto sfogliare la rece di Twilight Princess di Gamespy, tanto per vedere come è fatto un articolo sulla next-gen. Titolo curioso, questo, visto che è tutto meno che un benchmark per la potenza tecnica dello scatolino N, ma comunque buona prova su strada del nuovo controller, sicuramente più significativa dei giochini creati apposta per lui e piuttosto fini a sé stessi. E' stato strano scorrere questo articolo perchè mi è parso quasi che la revolution (kakumei) sia stata assimilata ancor prima di cominciare, tanto che bisogna scorrere parecchio testo prima di trovare impressioni sul wii-mote e su come questo sia reimpastato col gameplay del folletto verde. E' giusto così? Da un punto di vista di asettica professionalità sarei anche pronto a dire di si, in fondo quella che tu offri è la recenzione di Zelda, per raccontare come va a smanettare col telecomando hai già speso fiumi di inchiosto digitale, però personalmente la cosa mi ha lasciato uno strano senso di distanza. In fondo noi, pubblico pacioccoso di bimbi cresciuti, possiamo dire di toccare il sistema di controllo Nintendo (e si, pure quello Sony) solo adesso. Anche comprassimo subito Zelda assieme alla console prima di deciderci ad esplorare effettivamente Hyrule e il mondo del tramonto abbiamo già in conto di spendere ore e ore davanti allo schermo gesticolando come imbecilli con quel coso di plastica in mano e ghignando come il Joker ad ogni risposta del nostro personaggino su schermo. In qualche modo ti aspetti che il recensore, che prima di tutto è da sempre un videogiocatore come te, provi le stesse sensazioni, le viva nello stesso modo e sia ansioso di trasmetterle. Così invece non è e non lo è anche per una sporta di buoni motivi, sta di fatto che a questo punto per sentire il polso del popolino bisogna andare a frugare nei blog dei Veri Videogiocatori (e sapete la mia reticenza a farlo) o al massimo presso particolari analisti del settore. Forse, dopotutto, è la normalità il segno più profondo del cambiamento, il controller Nintendo, che abbiamo avvicinato come un alieno per mesi, ora è semplicemente la periferica con cui guidare i nostri videogiochi ed è il caso di accettarlo in fretta, perchè di giochi da guidare ne stanno per arrivare tanti.
Fa forse addirittura più impressione della console war, nel nostro paese ottuso, vedere intanto Panariello fare la pubblicità del Nintendo DS, o meglio, di Brain Training. La tana, naturalmente, è uno dei pochi posti dove non avere la minima idea di chi sia Panariello è assolutamente normale, eppure dobbiamo accettare che sia divenuto testimonial di quello che, a tratti, abbiamo osato definire console dura e pura. Abbiamo già tratteggiato a lungo la rivoluzione strisciante di Nintendo, quella che non ha a che fare con i controller, ma con le strategie di marketing e che prende ogni giorno sempre più l'apparenza di una invasione di ultracorpi. In questi spot che girano per la tv in questi giorni i segni di ciò ci sono tutti: c'è, per l'appunto, il personaggio nazionalpopolare, c'è il gioco non gioco con tanto di interesse pedagogico educativo messo in mostra, c'è, all'assurdo, la console medesima DS usata come in effetti il DS non si usa (in verticale) quasi non fosse più una console, quasi fosse messa lì perchè noi non la si riconosca e non le si rovini l'immagine. Forse è ancora presto per affermarlo, ma comincio a credere che Nintendo ce l'abbia veramente fatta e che presto il DS sostituirà la Settimana Enigmistica in mano alle generazioni prima della nostra. Torme di non videogiocatori che useranno il nostro touchscreen senza avere la minima idea di cosa sia una Limit break, uno strafe laterale o un tank rush. Inseriamo anche questa immagine nello scenario post atomico.
L'editoriale va a chiudersi, ci sarebbero probabilmente due cosine da dire su qualche altro argomento, ma al momento penso basti così, non sono arrivato molto carico al venerdì, stavolta, complice anche una settimana non idilliaca, così perdonate se i miei deliri vi appaiono più sconnessi del solito o anche semplicemente meno saccenti. Saprò rifarmi, un buon Cymon trova sempre una seconda occasione.
Ah, "universitarie nude".

“Cryptography is like a picket fence around your house that consists of one picket ninety miles tall”

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