Strip
serie
278, 07/10/2006 - Passerotto
278
07 . 10 . 2006

Next-gen, old-gen

Quella di oggi è un'altra strip nel filone delle Pubblicità Televisive prodotte da Cloud (e occasionalmente Link) per promuovere la sua società di compravendita nel settore dei MMORPG. In questo periodo noialtri di FTR viviamo alla giornata, e chissà dove ci porteranno le strip delle prossime settimane... l'unico punto fermo, questo lo possiamo anticipare, è GTR Episodio 3, che abbiamo già iniziato a preparare anche se uscirà alla fine dell'anno.
Non fa in tempo a finire il Tokyo Game Show, ed ecco arrivare quell'altra fiera impronunciabile, X06, dove finalmente l'Xbox 360 può prendersi qualche soddisfazione. Quei giappi fanatici l'hanno trattata maluccio, preferendole per forza di abitudine una malvagia mostruosità come la PS3, che è una console talmente mal concepita che potrebbe perfino riuscire a sprecare il successo della precedente PS2. Sarebbe un'impresa notevole, ma Sony è sulla buona strada.
Ad ogni modo i miei gusti in fatto di giochi sono parecchio sbilanciati verso oriente, e dunque un evento come X06 non offre tante attrattive per uno come me. Tra la massa dei giochi insulsi spicca però Assassin's Creed, di cui si è visto finalmente qualche minuto di gameplay. Sono minuti davvero commoventi, che appartengono nettamente ad una Nuova Generazione ma al tempo stesso ricordano la tradizione videoludica del passato. Un gioco è un gioco e non è un film, nonostante la realizzazione tecnica ormai possa trarre in inganno... ed è importante che le cose restino così.
Stesso discorso per i filmati di Gears Of War. Marine dello spazio contro mostri alieni in un futuro apocalittico non è esattamente uno scenario originale nel settore del divertimento elettronico, ma la versione next-gen di questa formuletta è tutt'altro che banale, e riesce in pieno a rivitalizzare il genere. La “telecamera” che traballa e si imbratta di sangue è destinata a diventare parte integrante di questo genere di giochi, è l'evoluzione naturale, e dopo averla conosciuta è impossibile tornare indietro.
Quello che non mi aspettavo da Gears Of War, che è prodotto dai tizi di Unreal, è la raffinatezza dell'ambientazione, ed è stata una bella sorpresa. Mi ha colpito sentire Cliffy B, il programmatore che sembra una rockstar, elogiare pubblicamente le illustrazioni concettuali per il gioco, che di solito per gli editori occidentali sono solo rifiuti di lavorazione da buttare nell'inceneritore. E invece il tema “Destroyed Beauty”, con queste architetture favolose (che sono poi quelle di varie metropoli reali) devastate dalla guerra, è usato per fare pubblicità al gioco. Certo, poi ci sono anche i soliti discorsi sul numero di poligoni e sui 30fps costanti, ma anche l'arte ha la sua parte in questo gioco, ed era ora.

A proposito di arte, non posso far finta di nulla e ignorare un titolo artistico per eccellenza, Okami. Okami è uno di quei giochi bizzarri imparentati con ICO, con Shadow Of The Colossus, con Zelda Wind Waker, che non hanno paura di uscire completamente dalle convenzioni, e il risultato è inconfondibile. Con una direzione artistica così, la potenza tecnica passa in secondo piano, e Okami ha una bellezza senza età che non teme di sfidare le nuove generazioni di console.
E' interessante questo video che mette a confronto la grafica pseudo-realistica e banale della prima versione del gioco, e poi il look definitivo decisamente più originale. Conosco tanti sviluppatori che dovrebbero imparare la lezione.

Le due esposizioni di questi giorni hanno portato una valanga di nuovi titoli di cui varrebbe la pena parlare, ma credo che lo farò con calma nei prossimi appuntamenti. Tanto non è che li comprerete domani, quei giochi.
Quello appassionato di giochini scemi è Cymon, non io: è lui che ogni tanto racconta le sue esperienze in flash, consumate durante le otto ore (in teoria!) lavorative. Stranamente, anche io ho scelto di dedicare una minima parte del mio preziosissimo tempo videoludico a uno di questi giochetti, l'ormai famoso Gridwars, clone di Geometry Wars per Xbox Live Arcade, che a sua volta è il famosissimo gioco indipendente in testa alla classifica dei download di Xbox Live. La grafica psichedelica ricorda altri prodotti nostalgici dei vecchi tempi, tipo la collana Bit Generations di Nintendo, ma ha effetti abbastanza sofisticati da giustificare, almeno un pochino, la sua presenza su Xbox 360. Il gameplay induce assuefazione, e la sana rincorsa al punteggio più alto fa venire le lacrime agli occhi ai Veri Videogiocatori anziani.

Lo-Rez: arte, storia, web design
07 . 10 . 2006

Top of the Pops

De argomenti oscuri e malvagi
Questo poteva essere un editoriale in cui si menava il can per l'aia senza dire niente, poi, fortunatamente, mi sono ritrovato in mano l'ultimo Topolino e ho capito che di questo dovevo parlare. Potreste chiedervi come una lettura del genere possa essere ammessa nel nostro Tempio, addirittura da protagonista, ma sapete che ho derive bieche difficili da assimilare e proprio lì andremo a parare oggi.
Wizards of Mickey è stata una cosa spintissima, dal punto di vista della pubblicità, dalla Disney Italia. Non è una nuova serie, è una saga pubblicata, appunto, su Topolino eppure, sui canali comunicativi propri del target del giornaletto, di stà storiella di maghetti ci hanno fatto una testa così. Durante l'attesa i sentimenti sono stati contrastanti, c'era chi si aspettava una nuova età dell'oro, come quella che portò PK (e il più sfortunato Mickey Mouse Mistery Magazine), c'era chi guardava con sospetto questa nuova serie comunque veicolata da una delle riviste dai canoni più stringenti dell'universo, quasi orwelliani, c'era chi, riconoscendo comunque capacità negli attuali autori Disney (come me), ci vedeva del potenziale.
La puntata d'apertura di WoM, in verità, è ancora abbastanza tiepida: temi canonici, soliti personaggi, solite storie. Naturalmente la qualità grafica è un po' superiore, come capita per i progetti in cui comunque la Disney decide di impegnarsi particolarmente, ma niente di che. Diciamo che non c'è niente di innovativo e niente di innovativo si vede all'orizzonte, questa storia appare poco più di un'increspatura sul corpus prodotto dalle grandi orecchie tonde negli anni. Insomma, perché spingere una storia come le altre? Solo per cavalcare l'onda fantasy dell'immaginario collettivo? Per rosicchiare soldi ai fan di Harry Potter? Insomma, prendi un qualsiasi mago disney, gli paghi il battage pubblicitario e cerchi di fare il botto sfruttando il periodo? No, non può essere così, ma ammetto di averlo pensato anche se alcuni elementi (a cui sono stato inizialmente cieco) avrebbero dovuto farmi capire quale era il grande progetto sottopelle, cose come il fatto che la trama è imperniata su un torneo di maghi.
C'era stato un torneo anche ai tempi della saga dell'Argaar, una delle più importanti vicende fantasy dei topi, molti hanno creduto di rivederci qualcosa anche qui e anche io ho pensato a quelle vicende, un'altra cosa che mi ha tappato occhi e orecchie di fronte all'evidenza.
Poi, a fine storia, c'era l'immagine promozionale da "prossimamente" che linko e allora mi si è aperto un universo, ho capito dove stanno tentando di arrivare. Mi è bastato leggere Team Magma Fire
Oh mio Dio... la Disney sta cercando di crearsi il suo Yu-Gi-Oh!
Commozione a catinelle.
In verità per arrivare a Y-Gi-Oh ci vuole molto delle mie deformazioni private, ma quello che intendo è che la Disney Italia sta mettendo in piedi una storia di bambocci che si sfidano a un gioco particolare in un supertorneo universale con tonnellate di merchandising. I segni ci sono tutti: ci sono i team, ci sono gli incantesimi tipici dei vari personaggi, a posteriori si nota anche un tratto quasi mangheggiante nel rappresenetare certe cose. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per avere pupazzini, schede personaggio, siti di fan e, naturalmente, un gioco di carte collezionabili.
Si può commentare questa sterzata oscura della casa che, tra tutte, è sempre stata una certezza per cinquant'anni? Non lo so, io naturalmente la vedo con l'occhio deformato della mia maggiore età, ma penso che se la storia facesse presa potremmo avere un fenomeno di costume, sostenuto dalla macchina da guerra Disney, qualcosa di spaventoso a pensarci. E comunque, da, appunto, fan di Yu-Gi-Oh e comunque creatura supina al fascino della gadgettistica in genere, in fondo non vedo in questo giocattolone niente di male.
Bene, questo editoriale chiude all'incirca a questo punto. Questa settimana abbiamo aggiornato tardi a causa mia, devo decidere come accordare la mia vita sociale e i miei dogmi da FTR. Il dogma FTR mi impone di scrivere l'editoriale il venerdì, perché sia il sunto della settimana (anche quando so già cosa scriverò settimane prima), la mia vita sociale mi porta a uscire il venerdì sul presto e tornare sul tardi, precludendomi di trovare un buco per vergare queste righe. Cercherò di trovare un accordo con me stesso.
Intanto sappiate che, per diletto, al di là dei progetti FTR, sto programmando come un lupo mannaro. Potrebbe scaturirne un editoriale allucinato, un giorno o l'altro.

“Eccoci, siamo amici tuoi e io sono Peter Reeei”

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