Importazione
Il Ventaglio III di Kunoichi Clara si avvia, con questa ottava tavola, verso il suo climax a base di duelli ninja ed esclamazioni tamarre. Va bene la tuta gialla, vanno bene la wakizashi e la kodachi e la sete di vendetta, ma ogni scontro a base di arti marziali richiede un'ambientazione d'atmosfera (come insegna la lunga tradizione degli sfondi nei picchiaduro uno vs uno)... per la battaglia contro la prima delle tre streghe Cymon aveva una sola certezza: voleva vedere Clara bagnata. Pensando che era meglio riservarsi la notte di tempesta per un'altra occasione, ha optato per un'espediente più originale, ovvero l'impianto di irrigazione del giardino delle Streghe. Un giardino in perfetto stile giapponese, non occorre dirlo.
Le prossime due settimane saranno dunque all'insegna del menar le spade (e i kusari-gama, e altre eventuali armi a sorpresa). Ma ora, come sempre, tuffiamoci a capofitto nel mare dell'Intrattenimento Elettronico.
Continua la mia lotta interiore, che da mesi ormai mi sconvolge: sto cercando con tutte le forze di respingere le lusinghe dei Prodotti Nipponici... ma non riesco a sottrarmi alle perfide voci nella mia testa, e lo sguardo dell'Occhio fiammeggiante in cima alla torre lontana, nelle terre dell'Estremo Oriente, mi annienta!
Ho iniziato a portare al collo un portachiavi dei Pokèmon, e da allora a volte lo sento pesantissimo, a volte invece mi sembra l'oggetto più prezioso del mondo, il mio tesssoro...
Insomma, mi piace la roba per console, quella piena di ideogrammi. Non tanto le stranezze come Everybody Loves Katamary, e neppure le ossessioni maniacali come Nintendogs, per fortuna non sono ancora a questo punto: sono i generi tradizionali a catturarmi, dagli RPG in tutte le forme ai picchiaduro 2D. Spesso parlo di giochi oscuri che non giungeranno mai sulle spiagge dell'Occidente. Stavolta invece voglio dare spazio alle buone notizie.
Prendiamo ad esempio Magna Carta: Crimson Stigmata, che a distanza di un anno verrà finalmente distribuito ufficialmente con il titolo Tears Of Blood. Il gioco in sè fa parte della nuova onda di titoli coreani che ha assalito il mercato di prepotenza, con cose tipo Ragnarok Online o Lineage (più un'infinita serie di cloni senza autorizzazione di giochi giapponesi e giochetti per cellulare), ma questo vanta un budget di produzione piuttosto alto, in grado di competere con i maggiori nomi nel genere RPG. La serie di Magna Carta non è mai stata un gran che come gameplay, stando alle voci che si sentono in giro, ma ci sono buone possibilità che questo gioco sia un passo avanti. Il vero motivo per cui interessa a me, comunque, è che l'arte promozionale nonchè il design dei personaggi sono di Kim Hyung-Tae, uno dei miei artisti preferiti, quello di cui ho anche comprato il poster (come raccontavo mesi fa). Si tratta di illustrazioni veramente straordinarie, e anche la qualità dei dettagli e il look dei personaggi possono fare concorrenza a maestri del calibro di Tetsuya Nomura (e sto dicendo un'enormità, se sapete quanto amo Final Fantasy).
Un altro titolo che è stato distribuito e localizzato in inglese di recente è Trapt. Ora, io personalmente avevo già sentito parlare di questo gioco diverso tempo fa, e ho avuto l'impressione di un gioco molto depravato. E' noto che i giapponesi non hanno un senso della moralità come l'abbiamo noi, ma è altrettanto vero che i videogiochi giapponesi violenti sono piuttosto rari, al contrario di quanto succede da noi, e giochi come San Andreas in Giappone vendono poco. Questo Trapt è una delle eccezioni. Il gameplay si basa sulla costruzione di trappole crudeli e sanguinarie, nelle quali attirare i visitatori di un castello maledetto. La protagonista (malvagia, in questo caso) è ovviamente una ragazzina vestita da cameriera inglese, ma questo si faceva senza dirlo.
A prescindere dal valore del gioco, io trovo abbastanza triste l'ipocrisia del nostro mercato videoludico... con tutte le leggi sulla censura, le dichiarazioni apocalittiche di avvocati, associazioni di mamme e politici, qual è uno dei pochi giochi giapponesi che gli editori scelgono di pubblicare qui da noi? Ma il gioco più sanguinario che si riesce a trovare, ovviamente. Con tutti gli RPG e strategici a turni che produce l'oriente, con tanti titoli validissimi, i grandi Editori illuminati usano come criterio di selezione non il merito del gioco, ma la quantità di sangue visibile su schermo.
Tra le vittime di questa politica di vendita sciagurata ci sono tanti gioielli che passano inosservati ogni anno: a volte qualcuno riesce a riacciuffarli all'ultimo momento (come Disgaea, che ovviamente si è rivelato un successo anche da noi), ma altri scivolano nell'oblio. Ho paura che sarà così anche per Yggdra Union: We'll never fight alone (notare il titolo favoloso). Si tratta del nuovo RPG tattico per GBA dagli autori di Riviera (che ho commentato qualche tempo fa): in effetti sembra parecchio simile anche nello stile infantile e ultra-grazioso dei personaggi (e dei mostri avversari!), ma l'arte per il momento è peggiore di quella deliziosa uscita ai tempi di Riviera. Ad ogni modo è un RPG tattico, è in 2D ed è per GBA: tanto basta per farlo entrare nella mia classifica personale.
Per non mancare l'appuntamento settimanale con Final Fantasy ho scovato questa perla: la conversione di Final Fantasy X per NES (!). A quanto pare gli eroici hacker assembly si sono basati sulla ROM di FF3, ma hanno completamente rifatto la grafica e l'audio, e sono riusciti a implementare tutti i meccanismi di gioco: Sphere Grid, Overdrive e tutto il resto. Sentire Suteki Da Ne campionata in qualità oscena e filtrata dal misero altoparlante della console 8-bit dev'essere un'esperienza spirituale senza paragone. Ammirate ancora una volta il potere del fanatismo!
Per finire una nota che non riguarda direttamente i videogiochi, ma di sicuro riguarda l'Intrattenimento: si è tenuta la State Of The Onion, la conferenza annuale dedicata a Perl. Normalmente nemmeno i geek più ossessionati associano una conferenza su un linguaggio di programmazione all'idea di divertimento sfrenato, ma quando è un personaggio come Larry Wall a parlare tutto è possibile. E' anche per questo che uso Perl tutte le volte che posso (anche per molte parti del Rabbitbot che produce questo sito). Leggete la trascrizione del discorso, con tanto di diapositive, e buon divertimento.
Fantocci
L'editoriale di Lo-Rez di settimana scorsa era terribilmente pessimista per il mercato PC e per questo ampiamente condivisibile. Se è però vero che il nostro disegnatore quando sente il cuore negro e l'anima trista può andarsi a rifugiare al calduccio tra i suoi giochi console molto giappi, io invece vivo in questo aridume 24:7 e la cosa non è certo simpatica. Non è, in verità, che creda che il mercato console e i giappi stiano in realtà abissalmente meglio di noi PCisti, soltanto è vero che la contaminazione di cose come il business e il mass market è per loro inferiore su certi versanti e lascia a volte zone di luce. Zone di luce che però sono spesso luce riflessa, luce proveniente direttamente dal passato e che quindi guardo con amore, ma comunque con un po' di timore. E' il futuro del mercato console Mario 18? Esiste comunque per le console futuro? Forse il futuro sarà il Nintedo Revolution, anche se per ora, con i pochi dati a disposizione, è solo bello sperarlo.
Sono pessimista, vero, a volte credo di essere pessimista persino più di quanto il mercato dei VG si meriti, poi però leggo articoli come questo in cui si cerca di mettermi dalla parte del torto a tutti i costi e decido di irrigidirmi, per dispetto. Mi si dice che i seguiti vanno bene, magari dovrebbero costare un po' di meno e che non tutti i titoli tratti da licenze cnematografiche sono brutti.
Bhe, i seguiti dovrebbero costare meno, certo, interessante, bella idea, peccato che non la metta in pratica nessuno e credo che nessuno lo farà. E intanto ci sono Software House come la Ubisoft che hanno brand per cui sfornano capitoli con più frequenza di quanto la Mozilla Fundation metta in giro patch per sanare i bachi di Firefox. Peccato che, nonostante si sia rimasti scottati un gozziliardo di volte, comunque sia le preview (fiere del fumo impacchettato e onanismo dialettico, ormai) di tali giochi ignorino tutto ciò e sembrino sempre delle trasmissioni di Fabio Fazio: ecco, esce il capitolo tot di pinco pallino, ora, a parte il gioco, ti ricooooooordi che figata erano i capitoli precedenti? Pardon, ma 'zzo me ne frega, sarebbe più carino se qualcuno finalmente si mettesse a dire: la Ubisoft aveva due stagisti che avanzavano, gli hanno fatto inventare una nuova arma per l'eroe degli eroi. Quando questi hanno finito hanno impacchettato di nuovo il gioco aumentando il numero nel titolo. Ci sono in giro per internet mod in cui si è fatto di più.
E se vogliamo sono il primo a dire che non tutti i tie-in sono delle ciofeche, però ci sono opere che puzzano di merchandisign lontano un miglio e nessuno osa dirlo perchè è più trendy credere che la software house abbia affidato il progetto a un vero game designer anche se è consapevole che, da sola, la nuda, maledetta, sporca licenza può farti guadagnare più soldi dello spirito incarnato del Molyneux col parrucchino.
Parlare così, però, significa essere dei critici con la puzza sotto il naso, perchè è più facile metterla in questo modo che ammettere che nel mondo dei videogiochi la critica non c'è mai stata, né seria né spocchiosa e che siamo ancora ostaggio delle press release.
E poi, come se non bastasse, mi fa ridere che le software house si lamentino che sviluppare giochi per la prossima generazione di console costerà troppo. La prossima generazione di console avranno processori più potenti e saranno gioielli di design, niente di più. Magari per una volta si potrebbe sforzarsi un po' meno per muovere il massimo numero di poligoni disponibili e cercare semplicemente di fare giochi più belli.
E allora? E allora continuamo a cercare, con la lanterna, senza arrenderci mai, perchè siamo conigli sopravvissuti a troppe guerre, kunoichi dalle spade insanguinate, ingegneri presuntuosi con la testa piena d'illusioni di dominio del mondo. Prendete Ragdoll Kung fu, ad esempio. Non si sa nemmeno che gioco sia, è stato sviluppato in uno scantinato come si faceva una volta, sfruttando i pezzi più innovativi del motore di Half-Life. Mi sarebbe piaciuto provarlo, ma non ci sono demo in giro, solo filmati che però, se non altro, hanno il merito di incuriosire. Il gioco non lo si riesce a definire, sembra un picchiaduro perché c'è gente che si picchia, ma il sistema di controllo è strano (trascinare piedi e mani...) e le situazioni bizzarre, sembra più probabile che sia un puzzle-platform-vattelapesc game. E' qualcosa, qualcosa di cui ha senso parlare, è un'idea che qualcuno ha voluto sviluppare, è qualcosa che una persona è riuscita a vedere in mezzo a un mucchio di codice, silicio e plastica e che nessun altro ha notato prima.
E' sbagliato notare giochi così piccoli, a tratti nichilisti, e tralasciare le Grandi Produzioni? Non lo so, non è un problema mio, sono un humile spettatore sul ciglio della strada, i cosiddetti Gioconi mi schifano loro per primi, non sentiranno la mia mancanza, quindi posso anche togliermi lo sfizio di occuparmi dei progetti che stimolano la mia fantasia, senza preoccuparmi di quanto sia allucinata.
Bha, balsami per l'anima, tanto per chiudere. La storyline attuale di Player vs Player è molto bella, anche se non tratta direttamente di videogiochi, mentre Count your sheep è disgustosamente melenso, pacioccoso e colmo di buonismo. Non riesco a farne a meno e non capisco perché, mi vergogno, ma è così. Per ora ho dato la colpa alle ciabattine a forma di criceto.
Ah, perchè non crediate che qualcuno possa salvarsi: XIII è carino con la sua idea delle vignettine e dei fumetti, ma ha dei problemi di gameplay grossi così e poi non mi piace il suo atteggiamento nei confronti degli ingegneri informatici (non si capisse la scena è ambientata in un manicomio).
Cymon: testi, storia, site admin"Sogno al mio risveglio di trovarti accanto / intatta con le stesse mutandine rosa / non più bandiera di un vivissimo tormento / ma solo l'ornamento di una bella sposa"