Strip
serie
181, 23/10/2004 - Il patto delle streghe, tav. 16
181
23 . 10 . 2004

Level up

La tavola odierna di Kunoichi Clara offre tutto il kung-fu che ho potuto infilarci dentro, con tanto di Ninja Boss vestito in un completino che si rifà alla tradizione ninja di Mortal Kombat. Più che le lotte dei fumetti, il mio modello sono i videgiochi, per cui mi sembrava che stessero bene anche le scritte in sovrimpressione, oltre agli ideogrammi con i nomi delle mosse. Oltre alle lame nekote, già viste, in questa strip abbiamo messo un altro termine tecnico, kawarimi, la tecnica di sparizione ninja resa famosa da Samurai Showdown.
Come mi ha fatto notare Cymon, questa è la prima tavola in cui Clara fa volare il sangue. Nella cultura delle arti marziali il primo sangue è un momento di svolta nel percorso del guerriero, per cui credo che questo sia un gran giorno anche per la nostra bella Clara Croft. Ne hai fatta di strada, piccola. Ti abbiamo trasformata in una macchina per uccidere, in questa serie... Quanto siamo perversi.

Ingegneri si nasce, ma poi servono anni di duro allenamento per far emergere finalmente questa identità dormiente. E' un pò come diventare Paladin in Final Fantasy IV.
A quanto pare il mio personaggio ha accumulato abbastanza XP per accedere a questa nuova Classe, anche se è solo il primo livello di potenza... ho dovuto sostenere solo 31 scontri, che sono pochi se considerate che in Dragon Quest VI per diventare Wizard ne servono 179. La mia tesuccia non ha a che fare con omini intelligenti che vivono dentro i satelliti come quella di Cymon, ma con qualcosa di meno affascinante come gli streaming server, tipo quelli che usate per vedere la videorecensione di Rome: Total War sul vostro PDA. Sento già nuovi, mirabolanti superpoteri a mia disposizione, ma la strada per raggiungere il potenziamento definitivo è ancora lunga.
Tutto ciò comunque non può oscurare la notizia della settimana, quella che tutti stavano aspettando. HL2 è ufficialmente in gold. Ammetto che per qualche istante, intorno al settembre scorso, la mia fede aveva vacillato, e disperavo ormai che questo gioco vedesse la luce. Ma la mia disperazione non è nulla in confronto alla beffa crudele di chi ha scelto di comprarlo attraverso Steam, condannandosi così all'angoscia più nera.
Migliaia di disperati si sono scaricati 4 gigabyte solo per vederseli rapire sotto gli occhi un attimo dopo, quei poveri byte innocenti presi in ostaggio, in balia di giochi di potere più grandi di loro, conflitti legali tra softwarehouse e publisher. Ora finalmente la loro crudele prigionia avrà fine.
A parte il gioco in sè, è innovativo anche il sistema di distribuzione adottato da Valve: diverse versioni del gioco con prezzi diversi, oltretutto scaricabili direttamente. Il concetto delle edizioni alternative è diffuso nei DVD, è molto naturale estenderlo anche ai videogiochi. Le versioni da collezione dei giochi in Giapponia ci sono dai tempi del Famicom, ma qui stiamo parlando di contenuti aggiuntivi nel gioco stesso, non solo di magliette, libri o statue di peltro a grandezza naturale.
Con tutta l'anticipazione che si è creata attorno ad HL2, se poi il gioco fosse deludente il minimo che può capitare è una guerra civile, ma per fortuna di tutti pare che effettivamente quei 6 CD-Rom siano l'incarnazione stessa del Buddha illuminato, o poco meno. Le riviste cartacee che hanno avuto l'anteprima esclusiva almeno la pensano così, e hanno dovuto inventare nuovi sistemi di numerazione per assegnare un voto a questo gioco.

L'imminente uscita in contemporanea mondiale di HL2 sarebbe già abbastanza per mettere a repentaglio la salute dei giocatori sofferenti di cuore, ma in questi stessi giorni è prenotabile anche un altro set di dischi argentati, l'Edizione Mostruosa del Signore Degli Anelli: Il Ritorno Del Re. Come mi ero solennemente impegnato a fare, ho accettato la sfida e da brava pecorella ho prenotato il film, della durata di ben 250 minuti.
Sempre restando in tema di preziosi cofanetti, non ho potuto fare a meno di pagare tributo anche a Star Wars Trilogy. Lo sento come un dovere sentimentale, perchè Guerre Stellari rappresenta un elemento fondamentale della sottocultura in cui mi riconosco. Senza quei 4 DVD mi sentirei un vile traditore. Potete considerarmi una povera vittima del marketing, ma io credo che tra noi ci intendiamo, e che anche ciascuno di voi abbia un legame personale con qualche prodotto di intrattenimento, che va oltre il condizionamento pubblicitario. Ho i miei motivi per volere ancora il solito vecchio Guerre Stellari.
Il profilo di Darth Vader sulla copertina argentata, ad esempio, è molto bello.

“LEVEL UP! it says, in really big letters, on the screen. Every time I see it, I feel lonely. Why am I increasing my level? What do I gain? How do I grow? I can now beat the final boss in fourteen hits instead of fifteen?”

Lo-Rez: arte, storia, web design
23 . 10 . 2004

Bloody saturday

Kunoichi Clara entra nel vivo, durante questa seconda tranche del secondo ventaglio non mi sono mai preso un editoriale per parlarvi del fumetto, ma penso che sarà quello che farò adesso. Credo che gli editoriali di questo genere siano i meno divertenti da leggere perchè troppo tecnici, troppo intimi, spesso dettagliati oltre l'utile, ma la cosa non mi ferma. Se invece di essere il Cymon mi chiamassi Stan Lee o Masami Kurumada le medesime speculazioni contenute in siffatte column verrebbero rilegate e vendute con successo in libreria quindi possiamo dire che un pubblico per roba del genere esiste anche se non lo sa. E comunque non lo facciamo per voi.
La maggioranza dei fumetti supereroistici è improntata sulla minimizzazione delle vittime, comprese quelle fra i cattivi: i supereroi non uccidono quasi mai e quel quasi sbiadisce quando si parla, orrore orrore, di omicidio a sangue freddo. Le motivazioni per un comportamento del genere sono abbastanza ovvie. Senza tirare in ballo la censura (discorso sterile e impreciso) quello che si cerca di fare dando un supereroe in pasto al pubblico è trasmettere un'immagine positiva, un'ideale, qualcosa che si trovi una spanna sopra la realtà e che quindi non debba scendere a compromessi di nessun tipo. Un supereroe, prima di avere superpoteri, deve avere superconvinzioni, le sue azioni devono essere bianche o nere e se ce n'è una sola nera perde senso il fatto che prima di allora fossero tutte bianche.
Kunoichi Clara poteva appoggiarsi supina su questo concetto, crearla sarebbe stato divertente lo stesso, ma visto che io ho veramente pochissimi vincoli a legare le mie dita ho pensato che fosse il caso di vedere cosa sarebbe successa a liberarla da un giogo etico tanto pesante. Clara non è una "donna in calzamaglia", non è una protettrice dell'universo che ha scoperto poteri e responsabilità, un custode eterno che deve raddrizzare i torti dell'universo o l'angelo protettore della sua città. Clara è una kunoichi. Forse un giorno scaveremo la sua genesi e la sua psicologia per spiegare perchè è una kunoichi, ma per ora diamolo per acquisito: Clara è un'assassina legata a un complesso e sanguinoso codice di comportamento, un codice che contempla la possibilità che uccida e lo faccia pure un po' prima che il suo avversario stia inevitabilmente per scaricarle addosso un missile nucleare a distanza ravvicinata.
Quello che appare nella tavola qua sopra non è il caso più emblematico di quanto qui riportato. Certo, c'erano mille altri modi di mettere Boss-san fuori gioco senza fargli un'appendicectomia volante, ma ci sta, siamo nel pieno di un duello ninja (togoooooo, abbiamo un duello ninja! Scusate, ho un debole per certe cose...) all'ultimo sangue dopotutto, non nelle fasi eliminatorie di un torneo olimpico. Considerate poi che Clara, volente o nolente, gira con una collezione di lame da far paura, sembrerebbe paradossale che a furia di mulinarle qualcuno non ne venisse tagliato. Nonostante tutto questo, però, è ben vero che questo primo omicidio, questa prima macchia sulla coscienza della nostra, viene lasciato scivolare via senza considerarlo un grande evento. Clara Croft perde la sua innocenza ma non è un avvenimento importante, non sembra importante nemmeno a lei e forse è proprio questo il messaggio più feroce che passa. Il resto della sua formazione, l'acquisizione delle altre sue ombre e dei suoi fantasmi, è rimandata al prossimo ventaglio.
Lo so, dovrei vergognarmi a scrivere degli editoriali così cervellotici su una cosa di così poco conto come Kunoichi Clara, ma trovo maledettamente divertente stendere queste discettazioni e dove altro potrei pubblicarle, se non qui? Di certo non mi daranno a breve la pagina di Arte&Cultura del corriere da imbrattare, no?
Andiamo un attimo nel mondo dei videogiochi, quel posto magico dove tutti gli idraulici sono italiani, tutte le eroine sono gnocche e tutte le guerre si possono risolvere con un cheat: hanno rubato anche Halo2. Adesso non voglio fare il solito discorso per cui i pirati sono brutti e cattivi perchè mi sembra lapalissiano persino per me però vorrei soffermarmi (l'ho già fatto) sull'altro lato del problema, quello che si trova dentro Software House. Sarebbe il caso di comprendere che il mondo è cambiato, non ci si può più mettere a progettare videogiochi in una comune hippy seduti in cerchio intorno a pietre magiche mentre un gruppo di indiani d'america parla con il grande spirito, convinti che madre terra ci darà tutto quello di cui abbiamo bisogno. L'industria del software per l'intrattenimento (suona meglio, eh?) sarà anche l'ultimo rifugio per gli esaltati informatici di tutto il globo (ci entrassi pure io...), ma è pur sempre un'industria che deve provvedere alla propria sicurezza, alla propria organizzazione e deve gestire il suo prodotto con la massima cura. Sappiamo un po' tutti che l'"azienda" Google, un leader mondiale del settore IT, è organizzata come un'oratorio di periferia e leggendo queste notizie mi sembra tanto che le software house di videogiochi non si discostino da questo modello, perciò, giusto stigmatizzare il comportamento di questi hacker che vanno e vengono, ma se poi il cugino dello zio del fratello del cognato dell'addetto alle pulizie della Bungie sa la password dell'amministatore della rete interna non andate a urlare contro l'avversa fortuna.
In ultimo direi che è da notare la massiccia campagna pubblicitaria di Total War: Rome. Io della saga ho Shogun perchè era un titolo fottutamente giapponese per cui provo ancora moltissimo affetto, ma questo episodio mi sembra spinto con un impeto feroce, credo sia il primo gioco di cui esistano cartelloni giganti affissi nella metropolitana.
Bye bye figliuoli.

"The satellite landed in our home. Maybe this means wèll have good luck this year" (link)

Cymon: testi, storia, site admin