Strip
serie
103, 12/04/2003 - Grandi documentari
103
12 . 04 . 2003

La Storia si ripete

Con il passaggio al colore TheRabbit ha cambiato un po' aspetto (per la cronaca mi sono ispirato a Stitch, di Lilo & Stitch)... Volevo distinguerlo meglio dalla versione aggressiva che compare in The Long Ear, ma per ora è solo un esperimento.

La settimana scorsa ho rinunciato a parlare di certi giochi perchè mi avrebbero portato su un terreno molto politicamente scorretto, di questi tempi. Durante la settimana però mi e' venuto in mente che, con 20-30 conflitti in atto ogni momento nel mondo, conflitti da migliaia di vittime e più, avrei dovuto rinunciare del tutto a parlare di quei "certi giochi". Oggi quindi voglio azzardarmi a dire due cose su Splinter Cell per PC (scorrettissimo, certamente il piu' scorretto di tutti). Ho provato la demo, come ormai avrà fatto chiunque ne aveva la possibilita', e ho deciso che invece prendero' Metal Gear Solid 2: Substance. Ma andiamo con ordine.
Splinter Cell è per duri dell'FPS tattico, e concede piuttosto poco a chi non e' disposto a devolvere la propria vita all'addestramento militare virtuale... un'impostazione rigorosa molto appropriata per il PC, anche se e' uscito prima per console. Non ostico come Hitman, comunque, almeno per quel che ho visto; del resto credo che anche l'azione vera sia un po' meno ostica di Hitman.
La grafica di Splinter Cell è un argomento sul quale non si spenderanno mai abbastanza parole. Certo, io sono parecchio sensibile a questo genere di cose, ma i tendaggi ondeggianti, che attraverso il visore notturno assomigliano a spettri inquieti nelle tenebre, sono davvero un effetto commovente. Vogliamo parlare dei festoni tesi tra i vicoli che gettano ombre oscillanti sulle pareti? O delle ombre delle falene, sissignori, le ombre delle falene attorno alle lampadine, che vengono proiettate ingigantite? Parliamone pure, io sono qua apposta. Paradossalmente l'ambientazione molto spesso notturna delle missioni impedisce di gustare in pieno la grafica lussureggiante che offre Splinter Cell, perche' guardare il mondo da un visore a infrarossi (per quanto ben realizzato) non rende giustizia alla definizione delle texture e al puro, mostruoso poly-count che sfoggia questo motore grafico.
Ho deciso di preferire MGS2: Substance a Splinter Cell per varie ragioni, nessuna delle quali ragionevole, per cui non ho intenzione di dare consigli a nessuno (come se ne aveste bisogno...). La recensione di TGM però contiene un'imprecisione: sembra di capire che Substance sia un'esclusiva per PC, con contenuti aggiuntivi rispetto a MGS2 per console. Invece lo stesso, identico Substance è uscito anche per console, e da diverso tempo.

Restiamo in tema di eccellenza tecnica, perchè mi sono rimesso a giocare NeverWinter Nights. Ne abbiamo discusso anche sul forum prendendo spunto dall'editoriale di Cymon della settimana scorsa. Se e' vero che posso vivere di RPG 16bit emulati per mesi interi, quando si tratta di giochi recenti non mi piace scendere a compromessi. Ora Neverwinter Nights gira sul mio PC al massimo dettaglio, mentre quando l'ho acquistato questa estate lo giocavo al minimo possibile.
E' un altro gioco.
Certo, anche la prima volta l'ho apprezzato, ma non come adesso. E' più divertente? Sì. E' piu' emozionante? Si'! C'è una bella differenza tra vedere uno scontro in cui due figurelle vagamente umane si muovono a scatti su uno sfondo di cartone, e vedere un Demone Dell'Abisso fiammeggiante che emana un alone di fiamme e proietta l'ombra (anzi, LE ombre) gigantesca delle sue ali, mentre la mia barbara elfa agita una Greatsword piu' alta di lei.
Se volevo immaginarmi la scena giocavo D&D con carta e penna...
Resta confermato che la campagna singleplayer è un'esperienza povera, ma il supporto eccezionale che Bioware dedica al gioco (finora sono usciti oltre 40MB di patch) lo riscatta un po'. In realtà sono i moduli realizzati da altri che lo rendono davvero degno di essere giocato, e credo che gente come Stefan Gagne meriterebbe di ricevere un compenso dagli autori del gioco, perche' per quanto mi riguarda e' l'unica ragione per cui continuo a giocarlo. A suo tempo avevo citato l'ottima serie Penultima: adesso sto completando il seguito, Penultima Rerolled, 5 moduli di fantasy comedy degna di Terry Pratchett. Anche l'avventura prodotta da Bioware stessa, The Witch's Wake, mi sembra molto interessante. Spero di riuscire prima o poi ad inserirla nella mia agenda fittissima di impegni videoludici.

Questa settimana è uscito Soul Calibur 2. Soul Calibur mi ha convinto praticamente da solo a comprare una Dreamcast quando era già fuori produzione, e non me ne sono mai pentito. Sono convinto che si tratti di una delle poche opere umane assolutamente perfette, nel senso di totale mancanza di difetti (sia tecnici che di gameplay). Se poi non vi piacciono i picchiaduro 3D all'arma bianca e' un'altra faccenda, ma la cura maniacale con cui SC e' realizzato non può lasciare indifferenti. Un fatto curioso e' che il gioco e' ambientato nell'Europa e Asia del 1600, e oltre all'immancabile stage veneziano c'e' perfino un personaggio di nazionalita' italiana: Voldo. Peccato che sia un essere dalla dubbia sessualita', così perverso che hanno dovuto censurare in parte il suo costume sado-maso (composto esclusivamente da sottili lacci di cuoio e aculei), e dotato di movenze talmente oscene che spesso vince gli incontri a tavolino perche' gli avversari si rifiutano di avvicinarsi a lui. A parte Super Mario, non abbiamo mai fatto una gran figura sulla scena videoludica, bisogna rassegnarsi.

“- I've wanted to live in the Star Wars universe since I was six years old. Once I plug in, I ain't never coming out again.
- You and the rest of the nerds.
- Anyway, if the game ever comes out... it was nice knowing you.”
(PvP)

Lo-Rez: arte, storia, web design
12 . 04 . 2003

Muse e musi rossi

E' un periodo che la mia attività di sceneggiatore di FTR procede a ritmo feroce. Non lo dico con accezione negativa, badate, ma con la soddisfazione di chi da un po' di tempo non lascia scappare giorno senza segnarsi da qualche parte uno spunto, un'idea o una battuta da riversare in questa tana.
Sebbene voi vediate un flusso costante di storie, infatti, l'attività che porta alla loro creazione è assai discontinua (A scatti! A scatti!) e alterna momenti di vera e propria fioritura a deserti aridi e spogli. L'ultimo deserto non è di molto tempo fa, sarà stato si e no a marzo e come tutti i deserti ti lascia qualcosa in più che la gola secca perchè la paura che costantemente ti porti dietro in questi casi è che sia l'ultimo. Niente oasi per te, niente acqua, la tua ispirazione stramazzerà su quelle dune e il massimo che potrai portare nel mondo sarà quello che ricaverai dalle ossa della tua verve sbiancate al sole.
Ultimamente però ho inanellato qualche nuovo risultato e mi sento un po' più leggero anche perchè di questi tempi la tana è teatro di una proliferazione sfrenata di progetti, così tante idee, immagini, ambientazioni che sarebbe un crimine non riuscire a mettere giù qualche riga a riguardo. Stavolta molto più che tante altre volte mi sento di affermare che stiamo lavorando per voi: c'è stato tra la mia casella e-mail e quella dell'egregio Lo-Rez qua accanto un tale flusso di dati in questi giorni che ho sentito Outlook Express scricchiolare in un paio di casi...
Perchè tutto questo? No, gente, c'è ancora troppo da elaborare, digerire e rimescolare per mettere in piazza (vi farò venire i crampi di stomaco con tutti questi miei editoriali vedo-non vedo, sento non sento...) sappiate solo che riassumo tutto ciò in una parola sola: stimolante.
La settimana appena conclusa mi ha portato a fare una di quelle cose che possono piacere solo a un ingegnere informatico con le sinapsi completamente ridisegnate: mi sono installato Apache.
I motivi per cui ho fatto questo passo sono legate al sito (gestione interna), ma non è su questo che voglio soffermarmi, è l'idea stessa di averlo a girare sul PC che è a suo modo affascinante. Apache è uno dei più comuni (web)server scaricabili dalla rete, un software che su un computer casalingo come il mio può sembrare poco utile o anche fuori luogo, ma forse proprio per questo ha un magnetismo tutto suo.
Se si parla di server e (per fortuna) non ci trova in un luogo tipo Politecnico dove studio io se ne parla sempre come di un dogma. Di chi è la colpa di tutto quello che accade? Del server. Chi aspetti? Il server. Con chi stai parlando? Col server. Nella grande non-religione che è l'informatica (dove le cose accadono perchè accadono, punto e basta) il server ha un posto elevato, tanto che io spesso quando ci penso me lo immagino come un grosso mainframe di quelli di un tempo, chiuso nella sua stanza polverosa a ticchettare sonnacchioso e dimentico del mondo intorno a lui.
Avere Apache fra le mani (anche sotto il solito amato/odiato Windows) invece ti dimostra quanto l'informatica sappia risultare elegante e allo stesso momento potente e cose spesso sia la semplicità la chiave di volta di tutte le cose. Ma che ci avrò fatto mai di tanto inenarrabile con questo giocattolino per rimanerne così fulminato? No, stavolta non ho messo le dita nella presa come quando mi sono appassionato all'impianto elettrico di casa, in verità ho semplicemente messo una paginetta nella directory apposita e ho scritto "localhost" in explorer...La paginetta è apparsa! E' apparsa! Non è bellissimo tutto ciò? Ehi...gente? Dove state andando?
Vabbè, soprassediamo...questa settimana riappare l'angolo dell'arrabbiatura settimanale, stavolta internet-oriented e legato all'argomento di qua sopra. E' infatti bello che siti che si dedicano alla diffusione di software di grande utilità abbiano una diffusione capillare nel mondo e tutto ciò che possiedono sia scaricabile da qualche mirror dietro casa tua...un po' meno bello il fatto che, per ridirezionarti al mirror apposito ci siano funzioni che in qualche modo non svegliano GetRight! Avessi una connessione con gli attributi potrei anche fregarmente perchè parliamo sempre e comunque di una decina di mega, ma con la solita 33.6 e l'omino Telecom che ti tiene la zampetta sulla spalla per ricordarti gli scatti (scatti!) che scorrono vi assicuro che l'esperienza risultante non è delle più tonificanti...

"If you tolerate this then your children will be next"

Cymon: testi, storia, site admin