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serie
921, 15/06/2019 - Dispense cartacee
921
15 . 06 . 2019

Johnny Mnemonic

Gli Ingegneri sono uomini semplici, con bisogni semplici.
E difatti Gödel nella strip odierna elenca tutto ciò di cui necessitano per tirare avanti come se niente fosse anche durante le peggiori catastrofi.

La settimana scorsa riempivo queste pagine di un grosso “Meh” riguardo all'E3 2019 di Los Angeles. Ma il bello doveva ancora venire.
Piuttosto letteralmente: Keanu Reeves che entra in scena correndo è un momento degno di restare negli annali non soltanto della fiera, ma dell'industria dell'intrattenimento elettronico in generale. Chi meglio di lui, che è stato Johnny Mnemonic e Neo, per rappresentare un gioco cyberpunk? I bambocci lo conoscono come John Wick, ma per noi questo ultracinquantenne immortale resterà per sempre il tizio con un megabyte di RAM infilato nella testa, nonché l'Eletto capace di portare gli occhiali da sole di notte senza sembrare ridicolo.
Non mi addentro nelle teorie messianiche e nelle leggende incontrollate che aleggiano intorno a questa figura mistica: è tutto vero, mi pare ovvio.
Mi limito solo a registrare che oramai un attore famoso che presta fisico e recitazione al personaggio di un videogioco è un fatto comune. In Death Stranding praticamente tutto il cast è composto da volti notissimi (mi pare di averlo citato di sfuggita), e ora anche Cyberpunk 2077 ha deciso di fregiarsi della bellezza sovrannaturale e senza tempo del buon vecchio Keanu Reeves. Poi ci sono altri giochi, e altri volti, ma mi interessano meno: cercateveli da soli.

Ah, sì, c'è anche il videogioco. Cyberpunk 2077 mi sembra molto bello, e sapete quanto mi costa dirlo, considerato che si tratta pur sempre di un RPG occidentale. Ma il mio supremo disprezzo per questo sottogenere nasceva in un'epoca in cui questi titoli uscivano per PC senza uno straccio di direzione artistica, e offendevano le mie papille gustative con design orripilanti o comunque mediocrissimi.
Da allora ne hanno fatta di strada: questo Cyberpunk 2077 è quanto di meglio si possa desiderare in termini artistici e tecnici. Trascinare il genere cyberpunk fuori dai vicoli notturni umidi di pioggia, per esporre quegli stessi vicoli alla luce cruda del sole estivo, è una scelta coraggiosa e originale. Apprezzo anche il fatto che, nonostante non possa tradire le proprie radici, questa intepretazione del cyberpunk appare genuina e in buona fede, e non si limita a scimmiottare il futuro degli anni '80.

Il lettore fedele ed attento (non ce ne sono) noterà il mio singolare silenzio su Final Fantasy VII Remake. Sì, sono consapevole che esiste. FF7 è una parte di me. Capite dunque la mia cautela.
Ho il cuore colmo di calore e affetto nel vedere il team creativo originale riunito un ventennio dopo. I design dei personaggi sono estremamente fedeli allo spirito degli originali di Tetsuya Nomura, e la scelta di adottare una grafica stilizzata piuttosto che fotorealistica è sacrosanta.
Dunque fin qui tutto bene. Anch'io sono sorpreso nell'apprendere che il primo episodio arriverà fino alla fuga da Midgar, che nell'originale avveniva dopo circa 8 ore di gioco. E già per questa minima frazione sono serviti due blu-ray a contenere tutto. Sono incuriosito, ecco tutto, considerato che il bello arriva dopo. Ma per ora dobbiamo restare calmi e tirare avanti.

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15 . 06 . 2019

Il reportage delle ombre

In fondo ho sempre fatto così. Non ho mai seguito le fiere come l'E3 e balle varie, andare dietro gli eventi mi annoia da molto prima che smettessi di giocare, motivo per cui non potrei stare qui a decantarvi tutte le meraviglie che sono state viste durante l'evento losangelino. Eppure, anche così, posso usare i miei social network come un setaccio, la mia infobolla come un crivello per tenere a mente solo le cose grosse o comunque le cose che l'internet pensa debbano essere adatte a me. Non sarà un metodo preciso, ma se ci pensate mi risparmia un mucchio di tempo.

Due sono i cardini su cui sono girate le notizie della fiera. La prima riguarda Nintendo, che ha mostrato una line-up che sembra essere stata in grado di stupire tutti. Il che a me diverte sempre molto, perché più o meno è sempre la stessa line-up, aggiornata capitolo dopo capitolo e generazione videoludica dopo generazione videoludica. Non lo dico con ironia, c'è qualcosa di geniale nella capacità della grande N di reiterare tutto come in un bizzarro universo frattale in cui ogni cosa gemma in quanto replica della precedente. In particolare però sembra aver fatto veramente il botto il seguito di Zelda: Breath of the Wild. Non viene in mente in effetti nessuna mossa più elementare per far parlare di sé che sfruttare il concept di uno dei giochi migliori degli ultimi anni. Oltre a questo però, a traino come no, anche un sacco di altri titoli più o meno sulla stessa linea, tra cui mi piace ricordare Luigi Mansion 3. Non so perché questa serie, che non mai giocato, mi abbia sempre fatto simpatia, forse perché è una specie di parodia di Ghostbusters o forse perché rappresenta la vittoria di Luigi sullo strapotere di Mario. Sono sicuro che un giorno, quando ormai il 3DS sarà un pezzo di retrogaming e i prezzi dei suoi titoli scenderanno, riuscirò finalmente a trovare la voglia per giocare al secondo capitolo.
Ah, poi naturalmente ci sono state anche un botto di notizie sui Pokemon e anche qualche polemica riguardo il fatto che l'allenatore della palestra d'acqua è troppo sexy. Niente che non abbiamo già visto neanche qui, a ben guardare.

Il secondo cardine, curioso dirlo, è Final Fantasy e tutti i suoi remake, che hanno letteralmente tenuto banco. Lo so che ne ho già parlato, ma qui non parliamo delle mie impressioni personali, ma dello zeitgeist. Il clamore per questo gioco sta travolgendo l'opinione pubblica, eppure ricordo che parliamo di un gioco che ha 25 anni di età e di un gioco che non vedrà la luce per altri sei mesi. Anzi, parliamo pure di giochi, visto che oltre all'ormai stradiscusso rifacimento del capitolo sette scopriamo che è stato messo in cantiere anche l'otto. E poi parliamo di giochi anche perché, sembra, il sette verrà spezzato in episodi, rispondendo a chiari principi economici che poco hanno a vedere col cuore. Non c'è niente di male, non c'è veramente più niente di male in quest'epoca, solo mi lascia perplesso che sembra che il primo episodio coprirà solo la parte a Midgard che non è proprio un tutorial, ma non copre esattamente le ricchezze del titolo.

Dobbiamo credere al risultato di questo setaccio? Come tutto ciò che viene prodotto da infobolle accuratamente raffinate, quello che mostra è esattamente il mondo che mi sono sempre aspettato, quello che continua a guardarsi indietro, non essendo più capace di andare avanti. Ma sicuramente la mia visione è distorta.

L'editoriale è in chiusura e quindi possiamo liberamente dedicarci alle notizie estemporanee che poco c'entrano col tutto, ma che devo consegnarvi comunque: l'ultimo album dei Rammstein è molto bello e i tre video che ne hanno tratti, nonostante non sia proprio il caso che li vediate con la vostra famiglia, sono tre capolavori.

“Dai, goditi la vita che poi magari muori / E vivi al massimo da qui fino ai crisantemi / Non rimandare più che poi magari muori / Baciami e stammi addosso / Che domani sei in un fosso”

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