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serie
904, 16/02/2019 - Domanda di sicurezza
904
16 . 02 . 2019

Il disastro in diretta

Il tempo del Rosa è ormai passato anche quest'anno, ma la strip di oggi è comunque vagamente a tema. Era ora che anche FTR si unisse al coro di denuncia delle discriminazioni inaccettabili imposte dagli standard SOP di sicurezza delle password!!!

Dopo diverse settimane, il polso videoludico torna a dare segni di vita. Proprio questo fine settimana si sta svolgendo l'EVO Japan 2019, la succursale nipponica del famoso torneo internazionale di arti marziali combattuto dentro i videogiochi.
A quanto pare è un disastro totale.
La gente lamenta di sentirsi compressa come in una tonnara negli spazi angusti dedicati alla manifestazione, i coreani lamentano di essere discriminati rispetto ai giapponesi (vecchia storia), e l'organizzatore si lamenta per lo spettacolino indecente andato in scena sul palco principale durante una diretta in streaming. Ma amore, sono cose che capitano se ingaggi appositamente due attrici di film per adulti...
Come se non bastasse tutta la morbidezza mostrata sul palco materiale della Realtà, nel mondo virtuale del maxi-schermo si svolgeva contemporaneamente un altro spettacolino, dalla morbidezza ancora più straripante: i lottatori e le lottatrici protagonisti di Dead Or Alive 6, infatti, erano avvinghiati in pose allusive, fotografate dal pervertito che stava dimostrando il gioco con tanto di zoom e fermo immagine sui particolari più scabrosi.

Fiuuuuuh. Non dev'essere stata una scena per deboli di cuore, e la diretta streaming è stata bruscamente interrotta tra l'imbarazzo generale. Qui su FTR naturalmente non ci arrischieremo a dare alcun giudizio sulla pruriginosa vicenda, perché siamo persone serissime e responsabilissime.
Oltre a Dead Or Alive 6, è stato presentato anche il nuovo Mortal Kombat 11: una mezz'ora di sbudellamenti in definizione 4K, in cui i personaggi del gioco sfilano a forza di braccia la colonna vertebrale dall'avversario mentre lo deridono sghignazzando tra fontane di sangue. Questo spettacolo è andato in onda regolarmente con il benestare dell'organizzatore.
Lo riporto così, per completezza.

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Targetting player one

Immagino che tutti abbiano una ragazza con un nome di più di otto caratteri, una maiuscola e un carattere speciale, quindi la domanda è perfettamente legittima. Ragazze così vengono mandate in giro per il mondo appositamente per accoppiarsi. E se anche aneddoti del genere fossero veri, non sarebbero poi più strani di altre norme della sicurezza che ho incontrato durante la mia vita.

In questi giorni stiamo assistendo al tentativo di Apex Legends di operare un take-over nel mondo dei MOBA per diventare il nuovo king of the hill. Non so se vi siete mai accorti che, su FTR, ho sempre seguito proprio di striscio questo mondo, quasi saltandolo e quindi ignorando quella che oggi è una grossa fetta del diverto elettronico in cui si impegna usualmente l'utenza. La questione ci è un po' sfuggita di mano e non riesco nemmeno a stabilire quando. I videogiochi online hanno sempre avuto una vita bizzarra, dei movimenti molto diversi dai ritmi naturali e, soprattutto, un modo di polarizzare l'attenzione tutto loro. Quando ancora sembravano cose normali avevamo World of Warcraft che, se ci pensate, è un prodotto piuttosto macchinoso rispetto quello di cui stiamo parlando in questo momento, ma che aveva la stessa capacità attrattiva e lo stesso ritorno mediatico di quello che hanno Fortnite e discendenti oggi. Ai tempi gli step per la scalata al successo mi erano ben chiari: la Blizzard sintetizzava tutti gli aspetti più accattivanti dei MMORPG presenti, li etichettava con un brand importante, rilasciava il tutto dopo un lavoro di qualità. In un ambiente che cercava disperatamente un leader ha segnato un vero sconvolgimento. Poi, la prima anomalia, per quello che riguarda il mio sentire, è stato vederlo sopravvivere così a lungo, espandersi illimitatamente e soprattutto soffocare qualsiasi possibilità di concorrenza. L'epoca dei MMORPG è morta con WoW perché oggettivamente dopo WoW nessuno ha più pensato valesse la pena inventare.

Sono veramente in difficoltà a tracciare un percorso così chiaro anche per raccontare l'ascesa dei MOBA, ascesa intesa come capacità di un MOBA (Fortnite) di catalizzare abbastanza l'attenzione da modificare sensibilmente l'economia del suo produttore e spandersi tra i media fino a giungere a persone che non avevano mai nemmeno idea che certi videogiochi esistessero. I MOBA, diciamocelo, sono sempre esistiti, ma anche come sport massivo hanno avuto successi ondivaghi. Mentre appunto WoW prendeva il potere, su un altro fronte Counterstrike continuava a scriversi e riscriversi, ma sebbene il valore di quel titolo (come di altri come Team Fortress) è assolutamente notevole, non possiamo dire che abbiano risucchiato un certo target fino a dominarlo.
Erano anche titoli più complicati, quelli, più macchinosi e forse dobbiamo accettare, in primis, che Fortnite, soprattutto, più di altri, ha deciso di intercettare i bisogni dei videogiocatori molto giovani, tra gli 11 e i 13, una cosa non così ovvia come può pensare perché, di contro, altri modi di giocare si portano dietro tutt'oggi la loro utenza originale e quindi, dopo essere stati dedicati a ventenni, ora tranquillamente vengono fruiti da trentenni.
Fortnite invece ha l'immediatezza necessaria alla preadolescenza: coloratissimo, scanzonato, aperto, complesso, ma non complicato, frenetico, è un gioco massivo perché si gioca online anche in tanti, ma arriva all'utenza con spietata velocità.

E allora ecco, forse, spiegato, perché questo fenomeno e molti degli altri che gli sono intorno, è sfuggito ai nostri radar. Nella nostra arroganza, abbiamo sempre creduto che il mercato dei videogiochi continuasse a venirci dietro e che, in quanto videogiocatori, noi dovessimo inevitabilmente recepire tutta l'offerta. E' stato così per molto tempo, ma a furia di espandersi il mercato e aumentare le risorse in gioco evidentemente hanno cominciato anche a crearsi degli scismi nel messaggio cosicché esistono delle regioni di videoludo che non parlano più a noi e che quindi, usando bizzarre lingue, non riescono a farsi ascoltare. Non sarà un caso se pure League of Legends ormai lo abbiamo visto più in un video musicale che in filmati di gameplay.

“Beve champagne sotto Ramadan / Alla TV danno Jackie Chan / Fuma narghilè mi chiede come va”

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