Il Superamento Del Limite Del Super Sayan
Nella mia opera di gioventù in tre volumi intitolata: Dragon Ball: Il Superamento Del Limite Del Super Sayan Come Metafora Dell'Orgasmo Maschile, già lo dicevo che l'anticipazione spesso è migliore della conclusione.
Nella strip di oggi anche i nostri Ingegneri dimostrano di essersene accorti.
C'è un Tokyo Game Show 2018 e io non ho ancora finito di commentare le notizie di agosto. Ma andiamo con ordine, prendiamocela comoda. Vedi sopra.
A parte il lunghissimo video di Cyberpunk 2077, l'altra bomba di mercato di qualche tempo fa è stata la presentazione di Red Dead Redemption 2. Anche qui sulla tecnica non c'è nulla da dire: ineccepibile, ormai a fine generazione gli sviluppatori hanno imparato gli intimi segreti delle console, e ne spremono i succhi fino all'ultima goccia. I paesaggi western di Red Dead Redemption 2 sono strabilianti, così come le mossettine e gli scarti del cavallo con cui li attraversiamo, o il fango nel quale imprimiamo la nostra sagoma quando cadiamo a terra.
Davvero sembra di essere al cospetto della Natura ricreata, ed è un risultato ben esaltante per dei miseri esseri umani, ottenuto con la sola forza dell'ingegno.
Devo dire che a differenza di altri gioconi tanto pompati, quel poco che si è saputo di questo mi interessa anche come gioco in sé: trovo molto carina l'idea di viaggiare assieme a una carovana di personaggi variegati, con cui intrattenere relazioni anche approfondite, avendo al tempo stesso una casa da personalizzare ma anche una struttura nomade sempre in movimento.
Voglio aggiungere una cosuccia su quel cavallo, e sulla tecnologia avanzatissima dei giochi moderni: la lascio qui.
Lo-Rez: arte, storia, web designCogito ergo proxy
Nel momento in cui la cultura pop giapponese degli anime/manga ha incontrato i vari ambiti dell'intrattenimento occidentale e vi si è mischiata gli esiti sono stati differenti. In alcuni casi abbiamo avuto la nascita di scenari assolutamente originali, spesso ci siamo trovati davanti delle opere derivative, altre volte abbiamo visto l'immaginario orientale prendere il sopravvento sulle suggestioni occidentali fino a cambiarle profondamente. E' mia opinione che l'ambito in cui il contributo dato da anime e manga sia stato più corposo anche in un senso che va un po' oltre il media è quello della fantascienza. In particolare, opere come Ghost in the Shell sono riuscite a portare in immagini il mondo cyberpunk che, per varie ragioni, sembrava incapace di lasciare la parola scritta. Da questo è nato un vero e proprio modo di fare fantascienza che ha preso un suo posto dell'immaginario collettivo e da cui oggi è difficile prescindere.
Ergo Proxy è un anime del 2006 e ammetto di essere colpevolmente in ritardo a parlarvene. Non so cosa me ne abbia tenuto lontano fino a oggi, forse la tecnica del disegno, terribilmente cupa, che può scoraggiare con davanti solo pochi frame. Si tratta comunque di una storia di fantascienza, molto ricca, l'inizio può far credere che sia più vicina a GitS più di quanto in realtà sia, per la verità la componente cyber esistente è più limitata di quello che si crede, mentre ha molto più spazio quella post-apocalittica e post-umana.
I protagonisti della storia sono due: Re-l Mayer e Vincent Law, apparentemente ai due estremi della scala sociale. Re-l (il cui nome non a caso ricorda la parola "reale") è un agente del dipartimento dell'informazione, nipote del reggente della città, mentre Vincent è un immigrato, impiegato in umili mansioni. Il mondo, ristretto, in cui vivono, è la città cupola di Romdo, unico baluardo di fronte a un mondo divenuto invivibile a causa dei passati errori umani. In realtà entrambi questi personaggi nascondono dei segreti, segreti che andranno scoprendosi soprattutto nel momento in cui saranno costretti a lasciare la città, per un viaggio attraverso le terre desolate sulle tracce del "Proxy", entità dalle mille sfaccettature e legato sia al passato sia al futuro della razza umana.
Per una volta non sviscererò la trama oltre, così da poter fare una recensione spoiler-free. La storia di Ergo Proxy è ben costruita, a parte una sezione in cui si sente la solita esigenza della produzione di arrivare a un tot episodi, che costringe gli autori a fabbricare dei filler. E' una storia che, secondo lo stile giapponese, spiega e non spiega un po' tutto, anche se, nel finale, credo si possa dire molto più coerente della media. In verità quello che colpisce di più è come la narrazione frammentata faccia perdere presto le speranze di vedere un finale soddisfacente e nonostante questo, sulla chiusa, accettati certi distinguo, si finisca col considerare tutto corretto.
EP è naturalmente un anime di personaggi. Forse Vincent Law è un po' troppo bimbo-frignone e Re-l è un po' troppo principessina incazzata, ma accanto a loro due, che grazie ai loro toni definiti reggono la scena, si muovono creature anzichéno disturbanti, a partire da Pino, il piccolo androide (AutoReiv) costruito per sembrare un figlio, che alla fine per varie vicende finisce col comportarsi effettivamente come una bambina, tanto quasi da voler rappresentare una speranza per il futuro. Diverso invece il ruolo degli altri due personaggi istituzionali di Romdo: Daedalus, scienziato morboso, reso con un disegno che lo fa sembrare poco più di un adolescente, ambiguo nel suo continuare a oscillare tra le proprie ossessioni e il proprio dovere, e Raul, l'incarnazione dell'ordine e della sicurezza, a sua volta distorto proprio dal suo ruolo che ricopre in qualcosa di terribile.
Accanto a questi meriti narrativi, sicuramente una tecnica che può sembrare eccessivamente cupa, ma che puntata dopo puntata seduce per la sua fisicità, per la sua capacità di trasmettere angoscia nella desolazione e nuovamente per il futuro che propone, vicinissimo a noi eppure anche decisamente lontano. Dove Romdo è disegnata con notevole pulizia, popolata di androidi dal design raffinatissimo, strutturata per dare l'idea di utopia-distopia che rappresenta, il mondo esterno è graffiato via con rabbia, composto di macchie scure, distorto dal vento e dalla polvere.
Ergo Proxy è uno di quegli anime che ti fanno pensare che effettivamente seguire la scena dell'animazione giapponese serva a qualcosa. Compatto, compreso in sé stesso, certo delle sue idee, è una storia sontuosa, ricca di spunti e suggestioni, degno dell'olimpo della fantascienza più importante, in termini generali. Se non avete ancora avuto modo di guardarlo è ovviamente consigliato, soprattutto se avete una certa inclinazione per la fantascienza.
Per quello che riguarda le musiche piuttosto difficile fare la consueta disanima. La serie usa Paranoid Android dei Radiohead come chiusura, canzone che gioca ovviamente un campionato a sé. L'opening è una specie di versione più orecchiabile di un pezzo Radiohead, piuttosto ascoltabile.
Cymon: testi, storia, site admin“In quel momento tutto si è fatto chiaro, tutto il male che il Creatore ha ordito... noi non possiamo fare nulla per opporci, però... Però, dobbiamo assolutamente punirli. Il battito del risveglio, lo senti?”