Gatti
Oops, l'abbiamo fatto un'altra volta. Se qualche videogiocatore duro capitasse qui ora per la prima volta, capisco che potrebbe restare interdetto: cos'è tutto questo rosa? Ma devi capire, o durissimo videogiocatore, che non lo facciamo per sbeffeggiarti o prenderci gioco di te: il fatto è che abbiamo questa tradizione di onorare (?) il 14 febbraio, e noialtri si sa che alle tradizioni ci teniamo molto. Come per tante altre tradizioni, nessuno sa come sia cominciata; le sue origini si perdono nelle nebbie dei tempi, e risalgono ad almeno 13 anni fa.
Ecco dunque spiegato tutto questo maledetto rosa che ha invaso la strip odierna. Non sappiamo con certezza a chi si stia rivolgendo Gödel, ma considerato il cast di questo fumetto non ci sono molti personaggi col potere di risolvere controversie con un miagolìo strategico o un'arricciata di naso ben piazzata...
Ma dobbiamo ricomporci: c'è da parlare di videogiochi, insomma. Questa settimana le nostre esistenze sono state ravvivate dalla presentazione di Persona 5, l'ultimo titolo nella notissima serie di giochi di ruolo nipponici rivolti ai maniaci e agli ossessionati. Notissima se siete anche voi maniaci e ossessionati, naturalmente... altrimenti “Persona” sarà forse per voi uno di quei nomi che si ricordano vagamente associati alle bizzarrie di quei giapponesi bricconcelli.
Ad ogni modo, il filmato è notevole. L'arte è ricercata e coraggiosa come al solito, anche se devo dire che il logotipo di questo Persona 5 è di rara bruttezza, con il kerning dei caratteri tutto sballato. Speriamo che non sia il logo definitivo! Tutto il resto però è eccezionale. A quanto pare il colore dominante sarà il rosso, come per Persona 4 è stato il giallo.
Il design dei personaggi visti finora è superlativo, del resto con un gatto tra i protagonisti è difficile sbagliare. Anche l'idea di un gruppo di ladri adolescenti galanti e fantomatici nello stile di Lupin è davvero interessante. Aggiungeteci il ritorno della simulazione di vita studentesca nipponica, e ci sono tutti gli elementi per una festa dei sensi che manderà in visibilio gli appassionati. I maniaci e gli ossessionati, volevo dire.
Ci sarebbero anche tanti, ma veramente tanti titoli su cui vorrei spendere qualche parola. Saranno almeno tre. Ma dovranno attendere almeno una settimana.
Lo-Rez: arte, storia, web design“Prima avevo un computer /
Mentre adesso sei tu /
Tu che fai battere forte il mio cuore /
Io ti accenderò per me /
E giocherò con te”
La caduta dei giganti
Nel giorno dell'amore, l'amore di cui posso parlare io è sempre quello, l'amore per i videogiochi, per la loro storia e per il loro retaggio. E anche, magari l'amore per la parola "retaggio" che in inglese fa più o meno Legacy e mi ha sempre ispirato immagini che non c'entrano più o meno niente col suo significiato effettivo.
Vagando per l'internet, in un periodo patologicamente povero di notizie, sono due i nomi in cui sono inciampato, in un modo o nell'altro, due nomi simili per quanto terribilmente diversi: Peter Molyneux e Richard Garriot.
FTR ha quasi 14 anni, almeno tre ere geologiche. E potete trovare riferimenti a entrambi i personaggi all'incirca in ogni epoca coperta dal nostro sito. Nelle citazioni più antiche si narra di entrambi come di creature simili a dei, padri di esseri incredibili. Poi è venuto il terribile risveglio che ha trasformato i videogiochi da fabbrica di sogni a mercato globale e questi dei hanno perso un po' della loro aura. Hanno cominciato ad arrancare, in un mondo che non aveva più personalismi, ma aziende ben organizzate e dove i nomi dei programmatori erano tenuti ben nascosti, mentre designer e PR prendevano parola nelle fiere. Eppure, anche quando entrambi hanno sentito il peso degli anni e anche qualcosa di più sottile addosso, dobbiamo riconoscergli che hanno continuato a lottare, a rimanere al centro della scena, a tirarseli un po' tutti addosso, col loro desiderio di innovare, cambiare, insegnare cose nuove.
L'epoca odierna, l'oggi, quelli di cui dovrebbe parlare questo articolo se io non indulgessi nella nostalgia, è decisamente agrodolce per loro e merita qualche riga.
Molyneux, una volta di più, trovandosi in difficoltà ha alzato la posta. Dopotutto, per quante critiche abbiano ricevuto, i Fable non erano brutti giochi e avevano un loro pubblico. Peter, però, ha deciso che non era vita starsene a mezza altezza e ha puntato al bersaglio grosso: ha cercato di realizzare nuovamente un God-Game, un genere che ha praticamente inventato lui e visto che le major a un progetto del genere oggi non credono più, ha deciso di coinvolgere il popolo, rivolgendosi a Kickstarter e cercando, in modo un po' ruffiano, a rendere la sua opera un evento virale. Godus, il suo progetto, gode oggi di cattivissima salute, con tanto di situazioni limite assurde e grottesche. Quello che ha affossato il progetto, in fondo, è un vecchio vizio che Peter ha sempre avuto, quello di puntare sempre tre spanne sopra il plausibile. Una volta, nella fabbrica dei sogni, questo bastava a sollevarsi di una, almeno, sopra la consuetudine. Oggi, in cui nessuno ha più le ali e la gravità vale per tutti, provare a spiccare balzi del genere porta solo a capitomboli clamorosi, che visti da fuori sono patetici. Crediamo oggi noi nel progetto Godus, in nome della semplice Fede e della Glora del passato? No, Fede e Gloria sono buoni attorno al camino, con la coperta sulle gambe e una solida porta di legno a tenere fuori la vita reale.
La parabola di Garriot, tutt'altra cosa. La sua leggenda è deflagrata in polvere di stelle un po' di anni fa, quando ha cercato di riprendere il controllo del genere dei MMORPG. Come Molyneux ha inventato i god-game, Richard ha inventato i MMORPG. O, meglio, ha preso un concetto ovvio, ma assurdo da mettere in pratica e l'ha messo in pratica. Ultima Online rimane qualcosa che, molto semplicemente, gli utenti di oggi non possono giocare e che tutt'oggi vale molto più di livellare dieci personaggi a WoW. Se solo le masse avessero una testa diversa. Il suo progetto di allora, Tabula Rasa, si esaurì in una parabola rapida che lo portò a chiudere, mentre il suo padre putativo favoleggiava di viaggi nello spazio.
Incredibilmente, però, Garriot ha trovato allora in quel bagno di umilità una strada tutta sua, che è riuscito a farlo arrivare a oggi sorridente, carico di tweet entusiasti (e Garriot è un robusto twittatore). Shroud of the Avatar è il seguito morale di Ultima Online e in realtà sembra quasi nostalgico. Il sito appartiene a un'epoca lontana (e questo, ok, non depone a suo favore) e tutto appare retrò e delizioso. Non so cosa vediate voi giovinetti, tra le descrizione e i racconti di questo prodotto, io ci vedo la storia, il passato, la passione. E' un gioco che ameranno pochi, ma quei pochi lo ameranno tantissimo. E credo che Richard sarà felice di questo. Essere Lord British significa avere qualcuno che ti segue, la vastità del tuo regno è un concetto relativo. SotA sarà il nuovo globale successo nel mondo del divertimento massivo? No e non vuole esserlo. Ma Garriot è vivo e lotta ancora insieme a noi e tanto ci basta.
E' ancora inverno e fa ancora freddo, questo editoriale così intriso di nostalgia doveva necessariamente uscire prima che venisse primavera. Ci ricorda chi siamo, ci ricorda di cosa abbiamo parlato in tutto questo tempo, ci ricorda che anche quello che scrivevamo 14 anni fa, per quanto bizzarro e assurdo, era comunque reale.
Cymon: testi, storia, site admin“Il cuore rallenta e la testa cammina / in un buio di giostre in disuso / qualche rom si è fermato italiano / come un rame a imbrunire su un muro / saper leggere il libro del mondo / con parole cangianti e nessuna scrittura / nei sentieri costretti in un palmo di mano / i segreti che fanno paura ”