Sport
In questa estate accesa dalle competizioni sportive, anche Cloud & Link nel loro piccolo sono indaffarati a gestire la loro scuderia di giovani talenti della levetta e dei pulsantini, dal retro di una sala giochi clandestina da qualche parte nel sud-est asiatico (come vuole lo stereotipo).
Chissà se anche loro hanno formato una squadra ufficiale, con sponsor che pagano le trasferte, una linea d'abbigliamento inguardabile, e un logo appiccicato su periferiche per PC da competizione, anch'esse kitsch in una maniera che diventa quasi una forma di eleganza a sé. Magari si chiamano “Piccoli Maghi del Computer™”, o PMC.
Parlo di competizioni sportive, e mi riferisco non solo a The International, di cui ho solennemente giurato di parlare la settimana scorsa, ma anche all'EVO 2014, che si è tenuto ormai diverso tempo fa e che, imperdonabilmente, è passato sotto silenzio su queste pagine.
Mea culpa, ero distratto.
Un anno fa, se vado a rileggere l'editoriale, ricordo che vidi in diretta la finale di King Of Fighters XIII all'EVO 2013. Quest'anno non ho seguito nessun incontro, ma del resto forse è stato meglio così, perché avrei assistito alla disfatta del mio beniamino, Daigo “The Beast” Umehara, che è volato fuori al primo giorno di competizione.
È stato un torneo ricco di sorprese, in effetti, in cui i campioni storici sono stati rullati di brutto da facce nuove... in questi casi si dice che c'è stato un cambio generazionale, anche se a me sinceramente questi tizi paiono tutti uguali. Basti dire che ha vinto un tizio che usa Rose.
Rose! Davvero tutte le nostre certezze sono crollate, e anche Street Fighter non è più quello di una volta. A onore di Capcom bisogna dire che dopo tutti questi anni di bilanciamenti sottili sono riusciti a produrre un gioco in cui ogni personaggio ha le sue possibilità di vittoria nelle mani giuste.
Immagino che noialtri dovremmo sentire un po' di orgoglio, visto che Rose è pur sempre un personaggio italiano, seppure nella geografia assurda del gioco. Anche il tizio che la usa, a quanto dicono, è “europeo”... che in fondo è una definizione altrettanto assurda.
Ma veniamo a The International 2014. Nel momento in cui scrivo il mondo non conosce ancora la squadra vincitrice del torneo: tutto quel che sappiamo è che si porteranno a casa cinque milioni di dollari. Questa cifra da sola ci dà la misura del fenomeno Dota 2, un gioco al tempo stesso popolarissimo e del tutto impenetrabile.
Sul serio, sono videogiocatore da una vita ma non riesco neppure a capire come si guardano le partite degli altri, in questo dannato titolo incomprensibile fin dal titolo. Come i picchiaduro uno contro uno (vedi sopra), come Starcraft, anche qui ci troviamo di fronte a una deformazione grottesca del videogioco, trasformato in una competizione di intensità disumana, in cui dettagli infinitesimi fanno la differenza tra vittoria e sconfitta.
Troppo sole
Questa estate ormai nel vivo ci toglie le forze di scrivere qualcosa di realmente coerente come editoriale e ci lascia un po' in mezzo alla strada, nell'arida terra di nessuno di questo periodo in cui non è possibile prestare attenzione a niente per troppo tempo. Nelle ultime settimane ci siamo salvati con fumetti, cartoni animati e altre facezie del genere, ma adesso abbiamo esaurito le cartucce e siamo soli. Di cosa parlare per intrattenervi qualche minuto? Di cosa parlare prima di poter dire questo editoriale chiuso?
Possiamo ben celebrare un aggiornamento dello ScummVM. Dei giochi riportati come aggiunti tra i compatibili l'unico che ricordo è Neverhood, bizzarra avventura di pongo dall'ambientazione un po' assurda. Gli altri, ahimé, appaiono fin troppo di nicchia persino per me.
E' invece di altro peso il supporto a OUYA, ma il brivido che proviamo a leggerlo non è intenso come vorremmo. OUYA appare oggi come l'ennesimo tentativo fallito di avere successo con una console dal basso. Può essere vista come qualcosa di accattivante, la si può sostenere per quello che rappresenta, ma anche lei è un po' persa nelle nebbie. Non crediamo che i fan delle avventure grafiche di altri tempi la risolleveranno dal suo stato. Che i ragazzi di SCUMMVM si siano ricordati di lei è sicuramente un bel gesto, ma non possiamo dargli più peso di quello che merita. E' un peccato, perché progetti come l'OUYA, su Kickstarter e non, cominciano a essere un po' troppi e tutti miseramente falliti. Forse, almeno, per avere una buona base, è comunque necessario uno sponsor, un patron, un nome di peso dietro questi giocattoli, visto che non riescono a procedere sostenuti dalla pura forza del loro progetto. La riflessione però più amara è che forse oggi come oggi non esiste più una scena indie abbastanza indie da dedicarsi a piattaforme così particolari e di nicchia. I grandi suk dei cellulari, dei network delle console e di Steam sono troppo allettanti perché gli sviluppatori senza padrone li abbandonino per entrare in regni strani e rischiosi.
Visto che abbiamo del tempo libero, un piccolo outing. Sto spendendo fin troppo tempo ultimamente su Brave Frontier, un gioco per cellulari. Lo so, dobbiamo disprezzarli e odiarli, ma è il solito gioco in cui collezioni personaggi e li evolvi. No, non c'è niente che assomigli a delle carte da gioco, ma ci siamo capiti. E' il consueto gioco stupido, nel senso che buttandoci dentro il giusto numero di ore si riescono a vincere le partite e si arriva un po' dove si vuole. I combattimenti hanno una strategia veramente minimale perché basta tenere conto della solita ruota carta-sasso-forbice degli elementi e di poco altro. A corollario pozioni di guarigione e supermosse.
La verità è che, giocando giochi del genere, ciò che mi brucia realmente dentro è che vorrei realizzare qualcosa di questo tipo piuttosto che subirla passivamente. Purtroppo ci sono infinite motivazioni per cui questo non accadrà. Né nel breve né credo nel medio periodo.
Bhe, un editoriale che si dichiara loffio all'inizio non ha senso tirarlo in lungo. Le mie quattro cose sono riuscito a metterle insieme anche oggi quindi vi lascio. Alla prox!
Cymon: testi, storia, site admin“Tutti vogliono viaggiare in prima / l'hostess che c'ha tutto quel che vuoi / Tutti quanti con il drink in mano / sotto come va fuori come va? / Fuori come va? ”