Strip
serie
656, 08/03/2014 - Cacciavite
656
08 . 03 . 2014

Mondo marcio

La strip di oggi è di necessità estremamente cruda, trattando delle situazioni di lavoro in cui operano quotidianamente i Professionisti dell'Informazione, ma almeno è ingentilita da una citazione (più o meno inconscia) di Frankenstein Jr.

Soltanto la settimana scorsa piangevamo calde lacrime di gioia e gratitudine perché un gioco come Ikaruga è stato pubblicato su Steam. Si tratta di una importante vittoria morale per tutti quelli come noi che coltivano interessi di nicchia, lontano dagli interessi delle folle e dei grandi editori che le plasmano. Mentre quindi i bimbiminkia scendono nelle strade a farsi la guerra sulle esclusive per PS4 e Xbox One, noi guerrieri irriducibili della vecchia guardia sopravviviamo ai margini della società.
Nascosti nelle ombre più fitte, osserviamo con un sorrisino di superiorità i trionfi e le disfatte del Mondo... L'ultimo a cadere è stato Thief, il rifacimento di un gioco che nella notte dei tempi ha acceso gli animi di molti videogiocatori per PC. Forse perfino di Cymon qua a fianco: si va abbastanza indietro negli anni che perfino lui potrebbe averlo giocato. Tutte le recensioni lo bocciano come una cosina triste e quelle che non lo fanno si sbagliano, non so se in buona fede.
Il guaio di Thief è che esce dopo Dishonored, un titolo molto simile ma superiore in tutto e per tutto. Anche nell'aspetto artistico, che è quello che interessa a me, non c'è confronto: è la dimostrazione che un designer d'eccezione (in questo caso Viktor Antonov) può ancora fare la differenza, anche in progetti multimilionari che coinvolgono dozzine di artisti in uffici sparsi ovunque nel mondo. Da una parte abbiamo un mondo tetro, marcio e cupo; dall'altra un mondo tetro, marcio, cupo e indimenticabile.

Ci congediamo con una riflessione pubblicata nella fogna del giornalismo di settore, ovvero su Kotaku. Eppure mi ha commosso perché mi riconosco in ogni parola. L'argomento è il Gioco di Ruolo Giapponese, quel che ha rappresentato per la nostra generazione e il suo stato attuale, ma soprattutto il nostro stato attuale, di noialtri ex-videogiocatori bambini.

“L’anziano che vive nel bosco viene in città un paio di volte l’anno. È un vero pervertito, ma vende degli abiti mozzafiato.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
08 . 03 . 2014

Frammenti e schegge

Arrivo in fondo a questa settimana particolarmente disgregato rispetto la mia consueta integrità esistenziale, questo anche il motivo dell'enorme ritardo nel consueto aggiornamento. Ora però siamo online e tiro un sospiro di sollievo.
Visto che io stesso sono in frantumi non posso che riportarvi frantumi di esistenza e zeitgeist in questo editoriale, andando a scartabellare l'attuale home di Multiplayer.it che, per motivi a caso, mi ispira piccoli spunti di discussione.

E' piuttosto interessante notare la pioggia di scuse e rassicurazioni che Ubisoft sta facendo scendere in riferimento a Watchdogs. L'impressione che ne deriva è un forsennato annaspare per evitare l'annegamento e non è da Ubisoft. Cioé, la vicenda di questo gioco è stata una clamorosa botta di immagine e economia, ma tutta questa ansia per dimostrare che il gioco esiste ancora ed è bellissimo secondo me finisce con l'avere l'effetto contrario. La regola dello showbiz è stare zitti e lasciare che la gente sbavi, la tua celebrità e le tue velleità di successo sono inversamente proporzionali alle press release che mandi in giro.

E' invece tempo di incassare per The Last of Us e uscire dal mondo dei videogiochi per rivelarsi al mondo reale. Ne faranno un film. E' ben vero che negli ultimi anni diverse iniziative nerd arrivate al cinema hanno portato a delle perle di varie dimensioni, ma state bene attenti, nessuna di queste iniziative riguardava i videogiochi.
Quindi se credete che produrranno una vicenda piena di empatia, profondità emozionale e intensità d'immagini forse è meglio che cominciate a farvi del realismo in endovena. Ci sarà un tamarro che spara a dei mostri simili a gerani e una bimbetta che frignerà tutto il tempo. Nella mezz'ora finale: esplosioni.
Lo so, è crudele, ma avete bisogno che qualcuno ponga la questione con il giusto cinismo. Dopotutto voi siete essermi umani normali e se vi lasciassi davanti a qualcosa del genere senza le dovute precauzioni ne verreste distrutti. Io posso sempre ripiegare su un Resident Evil, uno a caso.

C'è poi un problema mio, ma proprio mio mio, che deve essere relativo alla giustapposizione di immagini che ho nella testa, che continua a farmi apparire lo Snake con la benda sull'occhio come lo Slade Wilson di Arrow. Arrow, a proposito, ha già avuto una sua mezza recensione un po' di tempo fa, ma visto che siam qua tra le schegge lasciatemi dire che ormai è LA serie tamarra del momento. Ci sono eroi con maschere colorate che si enano mentre cose esplodono e gnocche si mettono su body attillati. Se ancora non l'avete fatto guardatela, nei momenti in cui non vi sentite intellettuali.

La chiusa di questa cavalcata di panico è per il ritorno di Shaq-Fu. Perché Shaq-Fu è una di quelle cose stupidamente antiche e inutili che la memoria aveva lasciato sbiadire per pietà, qualcosa che in nessun ordine di idee logico può meritare un seguito. Ed è bellissimo invece che lo abbia, proprio per queste ragioni, per dimostrarci che anche nel 2014 tutto è possibile. (poi, onestamente, io a Shaq che il gioco faceva cagare e farne un seguito è un'idiozia non glielo vado a dire...)

“Vedi le virgolette che faccio con le mie mani a pinza?”

Cymon: testi, storia, site admin