Scatole vuote
Lasciamo finalmente Gödel e Clara per ritornare su terreni più familiari a quelli come noi, giù nei sotterranei della sala server, persi nelle ossessioni con cui da sempre conviviamo.
Degli Ingegneri delle Tenebre™ protagonisti di questo fumetto (o perlomeno di questa serie Jobs), soltanto Neo a quanto pare è rimasto integro e puro nella Sfiga, mentre il suo insospettabile collega si è lasciato adescare da ben altre sirene... Ammetto che la strip di oggi fa riferimento a certi angoli dell'infinito reame dei cartoni giapponesi che non avevo immediatamente presenti: del resto è Cymon qui di fianco l'esperto di settore, io credo di non aver mai neppure tenuto tra le mani un fumetto manga. Va bene che siamo spugne immerse nel mare della finzione narrativa, ma anche una spugna prima o poi si satura, e non si può essere ossessionati da tutto.
Se fossi un giornalista professionista del settore videoludico, oggi dovrei unirmi ad altre innumerevoli voci e cantare nel coro dedicato a PlayStation 4 e Xbox One, nei giorni della loro uscita. Invece non lo sono, grazie al cielo, e oggi non mi guadagnerò il pane sforzandomi di scrivere fiumi di pixel (e in alcuni casi di inchiostro) per incensare o insultare quelle che di fatto sono solo scatole vuote.
PS4 e Xbox One, per quanto mi riguarda, ancora non esistono: dentro quel cartone blu e quel cartone verde non c'è nulla di cui valga la pena parlare.
Sono golem di pietra inerte, in attesa che un magico rabbino infonda in loro un'anima. Sono due robot giganti giapponesi, immobili, spenti, parcheggiati in attesa che i loro piloti adolescenti si infilino le tutine aderenti, entrino nell'abitacolo e inizino a guidarli.
Nel bene e nel male queste figlie debuttanti delle due dinastie che si contendono il potere sul nostro mondo saranno nostre spose per i prossimi 7 anni almeno: è tutto combinato e non possiamo farci nulla. Avremo tempo per conoscerle.
Come dicevo la volta scorsa, oggi possiamo solo accoglierle con un Benvenute! Abbiamo tutta una vita da passare insieme, a volte le ameremo e a volte ci faranno soffrire. Spero che qualche volta riusciranno anche a sorprenderci, sinceramente, nonostante i nostri cuori si siano fatti sempre più duri.
Punto gi
E' piuttosto ridicolo che, con certo spregio del pericolo, si citi su FTR Card Captor Sakura. Oltre a rendere la strip un orribile pastiche buono per dodicenni che non capirà nessuno, è possibile che si finisca col credere che qua c'è qualcuno che guarda o ha guardato Card Captor Sakura. Il che è un'assurdità, chi mai farebbe qualcosa di così odioso come vedere un anime di maghette che brandiscono oggetti cucciolosi recitando stucchevoli formule per il bene del mondo? Siamo persone serie, entro una certa misura!
E ora, il receditoriale di Senki Zesshou Symphogear G.
Partiamo da un punto importante: smettetela di lamentarvi. Smettetela di lamentarvi che l'anime intimista, pieno di riferimenti letterari, ben scritto, con una gran trama e con personaggi tridimensionali e credibili è stato cancellato dopo dieci episodi o non avrà una seconda serie. Smettetela di lamentarvi che quell'anime è stato cancellato mentre Symphogear ha avuto altri 13 episodi. Ve ne lamentate perché Symphogear è brutto, è stupido, è ammiccante e fatto male. Ve ne lamentate perché non vi sembra giusto. Ecco, smettetela e accettate la realtà dei fatti: Symphogear è una macchina da soldi, il vostro anime di alta cultura no.
La prima serie di Symphogear, sul finale, aveva già subodorato il successo e i lustrini perciò, con dei generosi stupri di trama, aveva operato un dignitoso reset che permettesse di approdare alla sua seconda stagione in una situazione praticamente inalterata, conservando intatte tutte le meccaniche. Questo Symphogear G parte quindi con un concerto di Tsubasa e, dall'altra parte, Hibiki e Chris che menano dei noise. Da qui in poi, esattamente dopo la sigla iniziale, non accade altro che scontati topos: appaiono delle nuove intonate cattive, ci sono tradimenti e ribaltoni, ci sono esplosioni e battaglie grosse e quando proprio non se ne può più appaiono le gigastronavi e ribaltamenti di fronte come se piovesse.
Intanto, più per educazione che altro, si trascina avanti la solita trama schizofrenica in cui tutti fanno cose a caso pretendendo che faccia tutto parte di un piano e il patetico, ridicolo cattivo urla e ride peggio che in un carosello.
Insomma, leggendo tra le righe si può pensare che Symphogear G sia una serie brutta... ed è così. Avevo già detto che, razionalmente, anche la prima era qualcosa di dozzinale e un po' raccogliticcio e in questa si vanno a perdere alcuni dei temi migliori: scompare quasi completamente lo spettro di Kanade, che incarnava la parte più lirica della serie, il rapporto tra Hibiki e Miku è meno teso, visto che Miku conosce tutto quello che Hibiki fa per vivere e, più in generale, l'umore delle tre protagoniste è meno greve, hanno meno lati oscuri (anche se Tsubasa conserva una certa carica oscura) e quindi hanno anche interazioni meno intense.
Tutte le aggiunte non dicono granché, secondo me l'intero mondo dei creatori delle reliquie aveva del potenziale, ma ci si è tenuti al minimo sindacale nell'usarlo, come per non dare alla serie un'impronta troppo decisa che smettesse di qualificarlo come generalista. Si è invece messo su un clone della situazione della prima serie con un mucchio di cose buttate lì e rimescolate senza approfondimento, tanto per avere nuovi symphogear e qualche motivo per combattere.
Tutte le volte che parlo di Symphogear, però, devo necessariamente tenere conto della "pancia" e in questo senso tutto quello che ho detto finora viene stravolto. Perché è nella pancia che ci sono i soldi dei telespettatori ed è alla pancia che Symphogear colpisce durissimo.
Innanzitutto ci sono queste armature cibernetiche dai nomi antichi e altisonanti con tanto di vestizione classica da majokka, che sono tutte ben studiate e varie, sembrano create apposta per diventare gadget. Poi c'è il JPOP... chili di JPOP, del tipo più commerciale e orecchiabile possibile. Le sigle di questa nuova serie starebbero tranquillamente a loro agio su una qualsiasi radio, ci sono nuove canzoncine interessanti e persino un paio di momenti revival con i cavalli di battaglia della prima serie. Lo so, Hibiki è inascoltabile, un po' tutte hanno delle vocette da gallinette, ma... chissene, è tutto studiato per arrivare al punto giusto del climax, la musica aiuta l'azione e l'azione la musica. Infine c'è quello che c'è in tutti gli anime dagli anni 70 a oggi: il protagonista viene picchiato tantissimo finché non si riprende e spacca tutto. Ecco, in Symphogear questa particolare meccanica è fatta bene, funziona come una volta, con tutta la pomposità e l'arroganza che serve.
Quindi? Quindi non guardate Symphogear. Né la prima serie, né questa seconda. IO continuerò a guardarla. IO, se faranno mai una terza serie, la guarderò. E, dopotutto, degli OAV li stanno già facendo. Quindi chissà, potrebbero anche farla una terza serie. Per Symphogear. Per il vostro anime capolavoro invece no, scaricatevi il manga. Quando vi va bene.
Cymon: testi, storia, site admin“Gli anni d'oro del grande Milan, gli anni di Van Basten e Van Damme”