Strip
serie
637, 26/10/2013 - Leggere i log
637
26 . 10 . 2013

Log di sistema

Tra mille difficoltà continuiamo a pubblicare questi editoriali, dopo 12 anni di servizio ininterrotto. Mi dà grande gioia notare che nel frattempo le nostre strip, come gli alcolici pregiati, invecchiando diventano sempre migliori. Lo so io, la vostra opinione mi importa poco.
Prendiamo questa strip, in cui Gödel dimostra sempre più i sintomi dell'innamoramento, e cerca invano di applicare i principi della sacra Ingegneria alle questioni sentimentali. Non funziona, fratello, ci hanno già provato in tanti. Ma tu ti ritrovi comunque appena sveglio a scorrere tutti i social network ai quali è iscritta la tua amata, cercando di decifrare nel flusso disordinato della sua coscienza i suoi stati d'animo, i suoi umori, quello che pensa di uno come te, e (in ultima analisi) le tue possibilità con lei.
Gli Amministratori di Sistema fanno più o meno la stessa cosa per mestiere, scorrendo i log di diagnostica automatizzati sputati fuori dai loro server, interpretandoli e risalendo alle origini del malessere delle loro amate macchine.

Dico che scriviamo questa roba tra grandi difficoltà, e infatti da molte settimane ormai questi miei editoriali vi arrivano da un punto sfasato nel tempo (e direi anche nello spazio) rispetto alla loro pubblicazione, che per tradizione è la mezzanotte del sabato. Questo sfasamento è necessario, ma mi impedisce di commentare su queste colonne le ultime notizie, e la freschezza è così importante nel settore del Divertimento Elettronico che anche una settimana di ritardo è troppo.
Meno male!
Così almeno non avrò nemmeno la tentazione di scrivere le mie impressioni a caldo sulle ultime novità, come potete già leggere su una miriade di siti di settore, blog e altre sciocchezze. Non mi interessa, non sarei capace e non è mai stata mia intenzione. Posso invece dedicarmi con più calma alle storie che mi interessano di più. Ce ne sono poche, come dicevo anche la settimana scorsa, e anche questo è un bene perché in ogni caso ho poco tempo da dedicare a questi testi.
Solo qualche settimana fa abbiamo celebrato l'arrivo di King Of Fighters XIII su PC, pubblicato da Steam. E dopo i giochi di combattimento uno contro uno anche l'altro genere da sala giochi per eccellenza, lo sparacchino con le astronavine, compare su Steam: lo fa senza clamore, sempre sottovoce, perché oramai questi sono generi dimenticati che appartengono alla serie B del videoludo.
Ikaruga ha superato la selezione del programma Steam Greenlight, questa specie di spettacolo per scoprire nuovi talenti, e sarà presto pubblicato per computer. Fa un po' di amarezza vedere come Ikaruga, il più famoso esponente degli sparatutto moderni (insomma, diciamo da metà anni '90 in poi), debba guadagnarsi la pubblicazione mettendosi in fila in mezzo a una massa di giovani debuttanti in erba, perfetti sconosciuti... Ikaruga, la pietra di paragone di un'intera generazione di titoli, sviluppato dai maestri indiscussi del genere, che ha provato il suo valore facendo pucciare tonnellate di gettoni a generazioni di giocatori in sala giochi, che è uscito in edizioni deluxe per tutte le console domestiche negli ultimi 10 anni.
Che tristezza. Possiamo quasi immaginarcelo, Ikaruga, la stella ormai dimenticata, come una vecchia cantante di nightclub in un film noir degli anni '40, ridotta a mendicare un po' di attenzione, ignorata e derisa dalle giovani generazioni di celebrità.
Ma noi, noi che abbiamo vissuto il periodo d'oro, che conoscevamo Ikaruga all'apice del suo splendore, lo custodiremo per sempre nei nostri cuori.

Lo-Rez: arte, storia, web design
26 . 10 . 2013

Pseudo-random

"Un tempo le persone non loggavano" direbbero i nostri vecchi. "Ci avranno alzato il log level" risponderebbero degli altri vecchi che fanno gli sviluppatori. "Poi non lamentatevi se si riempiono i dischi" si lamenterebbero i vecchi sistemisti.
Ma, a parte gli scherzi, è un po' vero. Sospiriamo sempre con sufficienza quando la gente cerca di farci credere che la nostra società fa cose diverse dal passato, quando invece fa le stesse cose con strumenti diversi, però il modo in cui oggi abbiamo la possibilità di tracciare la nostra esistenza e l'entusiasmo con cui lo facciamo è qualcosa di unico. Perché da una parte c'è effettivamente l'opportunità di farlo, data da strumenti leggeri e di facile utilizzo, ma dall'altra c'è l'impegno nel farlo. La gente di sé dice tutto, dalle cose piccole alle cose grandi, come se fosse spaventata dalla eventualità di non aver condiviso ciò che evidentemente interessava, ma soprattutto come se non avesse idea di cosa interessa davvero. E' importante cosa ho mangiato a colazione? Che autobus ho preso? Con chi ho trombato ieri sera? Importante per chi? Importante per cosa? D'altronde la storia dell'arte e di qualsiasi tipo di comunicazione umana è un salto nel vuoto nel mostrare qualcosa, nella speranza che qualcun'altro lo recepisca. Il moderno mondo dei social network ci permette solo di applicare una strategia a pioggia. Senza, in verità, sapere quanto sarà efficace.
Sull'argomento la mediocre Agents of S.H.I.E.L.D. ha detto qualcosa nel suo quarto episodio, che è anche l'unico interessante. Qui una recensione a riguardo con cui sono abbastanza d'accordo.

In queste ultime settimane ho voluto sperimentare Coursera, la nota piattaforma di lezioni universitarie gratuite sul web. Intendiamoci, avvicinarsi a Coursera è solo l'ennesimo indicatore della propria anzianità. Passi tutta la tua giovinezza a rifuggere le cose da studiare e poi alla fine ti iscrivi a un sito dove si studia, ci deve essere evidentemente qualcosa di sbagliato nel processo.
A parte questo ho deciso di approfondire un argomento abbastanza da Ingegnere delle Tenebre che non avevo mai, fino a oggi, afferrato nella sua complessità, ovvero la crittografia. Il corso di crittografia I della Stanford di permette di avere un'ampia panoramica di cosa significhi soprattutto in era moderna criptare dati e trasmetterli in sicurezza sulle reti.
Si tratta di un corso molto interessante (se hai certi gusti, ovviamente), tutto esplicitato in malloppi abbastanza consistenti di slide autoesplicative fino a un certo punto. Al di là dei suoi contenuti, poi, è interessante vedere come vengono insegnate queste cose in America. Per esempio la matematica viene quasi vista con terrore e ci si tiene a distanza dai conti troppo avanzati in ogni occasione questo è possibile. Questa soluzione, ovviamente, comporta gioie e dolori. Da una parte rende le lezioni molto più seguibili, dall'altra l'approccio un po' più pragmatico e pignolo dell'insegnamento italiano rallenta l'apprendimento e dà la sensazione di fornire un mucchio di informazioni inutili, ma inculca anche un approccio più rigoroso, rigido e, mi si passi la parola, "accademico".
Mi hanno invece colpito molto in positivo, invece, gli esercizi proposti. Al di là del fatto di essere studiati per una persona che comunque è a casa sua e con strumenti diversi (al di là del rispetto dell'honor code), è bello che siano costituiti da domande non completamente dirette riguardo quanto studiato, ma che stimolano un certo pensiero laterale e una certa elasticità. E' sempre bello arrivare a conclusione non perché si è applicato quanto detto nella slide tal dei tali in maniera pedante, ma perché si è capita la chiave del ragionamento alla base. In questo le istituzioni italiane avrebbero decisamente molto da migliorare.
Coursera rimane comunque qualcosa di molto impegnativo, niente scherzi. Significa mettere in conto almeno tre ore solo per visionare i filmati (sperando di capirli al primo colpo). A questo aggiungete ovviamente una bella oretta di sudore per gli esercizi settimanali (anche con le slide davanti) e un pochino di tensione per l'esame finale. Crittografia I propone anche degli esercizi facoltativi integrativi basati sulla programmazione. Ho risolto il primo ed è stato molto divertente, ma se decidete di stare dietro anche a questi, bhe, aumentate il giusto il monte ore da mettere a disposizione.

Bene, l'editoriale l'ha svangata anche stavolta. Settimana prossima il reportage del terzo Games Week, il giornalismo sarà dalla nostra parte e noi lo pugnaleremo alle spalle.

“ Ahhhhhhhhh / Don't leave us, / You are our jesus. / She may be your lover, / But do not forget, / You are our brother!”

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