Strip
serie
522, 09/07/2011 - Infortunio sul lavoro
522
09 . 07 . 2011

Il motore S2

In rare occasioni, i raggi del sole riescono a penetrare anche quaggiù, nella profondissima Tana del Bianconiglio. Il loro calore insopportabile e la luce sfolgorante, che tanto nuocciono alle moderne apparecchiature elettroniche, ci ricordano che dopotutto è arrivata l'estate. E questo significa che bisogna fare la strip con Bob in spiaggia.
Qualche tempo fa avevamo annunciato rivoluzioni sconvolgenti in arrivo per questa serie, ma il momento non è ancora giunto. Questo è il caro vecchio Bob, amministratore suo malgrado di un server pirata di World of Warcraft, per conto di Cloud che se ne resta a gestire gli aspetti economici della faccenda sul suo balcone cittadino.

Anche il titolo di questo editoriale, come tutti quelli che lo hanno preceduto negli ultimi, umh, 10 anni, ha un suo senso, per quanto il riferimento sia abbastanza oscuro... e il senso di questa settimana è che mi sono dotato anch'io di un dispositivo Android. Naturalmente, tutto ciò è avvenuto a quasi esattamente un anno di distanza da Cymon, e me ne sono reso conto soltanto quando ho iniziato a scrivere questo editoriale.
Coincidenze come questa potrebbero spingere alla follia delle menti più fragili, ma noialtri ci siamo abituati, eventi telepatici come questo ci succedono in continuazione qui a FTR, e se ci seguite da tempo ci sarete abituati anche voi. Ora che entrambi abbiamo un Androide fedele al nostro servizio, chissà che non decidiamo di espandere la nostra offerta di app sul qui presente sito.

L'estate mi ha esaurito, ma devo avere almeno la forza di citare Super Street Fighter III 3rd Strike Turbo HD Remix Online Edition.
Ehm, magari non è il titolo esatto, ma l'impressione è circa quella. Quando c'è da far soldi facili, CAPCOM non è certo una che si tira indietro, e così ecco arrivare la versione per console dello storico Street Fighter III 3rd, sostanzialmente immutata dal secolo scorso. Intendiamoci, probabilmente è un bene. Dopotutto resta il titolo più in voga sulla scena competitiva professionistica, grazie a un bilanciamento e a una sottigliezza di gameplay che altri giochi non sono riusciti a eguagliare... non che ci sia stata troppa concorrenza, in questa dozzina d'anni.
L'arte promozionale è stata affidata a Stanley Lau, che in una intervista commovente dichiara che si è realizzato il suo sogno di bambino ecc. ecc. In effetti è un artista molto bravo, anche se troppo noioso per i miei gusti.
Il secondo motivo di interesse è che CAPCOM sembra aver dato ascolto alle lamentele della gente, e finalmente ci ha concesso il favore di utilizzare il codice di rete GGPO, una meraviglia di programmazione che, tra l'altro, è stata comprata in licenza da CAPCOM un secolo fa. Almeno adesso si è risolta una situazione piuttosto ridicola, e cioè che gli emulatori fatti in casa offrivano un gioco online molto più fluido dei nuovissimi titoloni dei grandi editori, tra cui CAPCOM stessa.
Infine, il terzo gran colpo messo a segno da questo 3rd Strike è la modalità di allenamento, che permette di ricreare una serie di momenti storici tratti dai tornei ufficiali. Ovviamente il più celeberrimo di questi momenti è passato alla storia come EVO Moment #37, e ormai è entrato nella cultura di massa, tanto che mi vergogno quasi a parlarne. Ne ho parlato già qui, proprio un anno fa: è quando Daigo Umehara respinge (non para, respinge! Parare non avrebbe evitato il chip damage e lui sarebbe morto comunque) tutti i 15 colpi della supermossa di Chun-li e poi risponde con la sua supermossa vincendo la semifinale.
Si tratta di un prodigio non facile da ripetere, neanche nella comodità della propria casuccia, figuriamoci all'ultimo istante dell'ultimo round della semifinale di un torneo internazionale, circondati da una folla urlante, ridotti a 1 pixel di energia. Non per niente, lo chiamano La Bestia.

Lo-Rez: arte, storia, web design
09 . 07 . 2011

Va ora in onda

Deadman Wonderland è un anime bizzarro. C'è questo ragazzino delle medie che viene accusato di aver sterminato la sua classe e condannato a morte (si, non c'è bisogno di tornare indietro, c'è scritto "ragazzino delle medie"). Viene quindi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza gestito da privati costruito sopra le macerie di Tokyo, carcere che però è anche un parco di divertimenti in cui i detenuti vengono utilizzati per mandare avanti le attrazioni. Incontrerà la quarta sorella di Neo Ranga (qui lei, qui le sorelle di Neo Ranga) e ovviamente scoprirà di avere superpoteri eccetera eccetera.
Ma fin qui tutto normale (no, non è il receditoriale), il fatto però è che Deadman Wonderland viene distribuito ufficialmente da PopCorn TV in streaming con il beneplacito della Dinyt che ne detiene i diritti. E questo è abbastanza bizzarro per parlarne.
PopCorn TV è un'impresa piccola di cui non è che si sente parlare sulle copertine dei giornali, ma, a suo modo, è un nuovo media. E' la sintesi della televisione tradizionale e del web, sostenuta dallo stesso principio della tv (pubblicità, visibilità, ecc. ecc.), ma costruita sugli indubbi cambiamenti che la cultura mediatica ha affrontato negli ultimi dieci anni. Il fatto che si tratti di una piattaforma di streaming, in verità, rappresenta solo il raggiungimento della maturità di un certo tipo di progetto di cui abbiamo avuto molti altri esempi con blasoni di altro tipo. La RAI, a parte quel fastidioso problema di Silverlight, ha organizzato qualcosa di molto simile e di molto potente in riferimento ai suoi canali base. PopCorn TV si può vedere, dal punto di vista della struttura software e di strumento, come una diretta derivazione di quel tipo di lavori. Lato business è invece forse qualcosa di nuovo da tenere d'occhio.
L'altro aspetto interessante, interessantissimo per noi, è l'azione dela Dinyt. Che ha scelto, scentemente, di distribuire Deadman Wonderland in lingua originale sottotitolato. E' una presa di coscienza di un fenomeno ora consolidato come quello del fansub e la prova che le aziende del settore si sono ormai accorte che il loro pubblico di riferimento ormai se ne fa poco o nulla dei doppiatori, visto che ormai ha fatto occhi e orecchie alla lingua giapponese (certi la studiano pure) e non ha problemi a leggere sotto. Non sto dicendo che oggi deve essere il requiem del doppiaggio, sarebbe un'assurdità, sto solo dicendo che un'azienda non vede più niente di strano a proporre roba giapponese con sottotitoli così come l'utente medio non vede nulla di assurdo nel guardare roba giapponese con sottotitoli. E' un punto di contatto che difficilmente arriverà a ribaltarsi completamente sull'utenza della TV tradizionale, ma che sull'utenza tradizionale ha riverberi sempre più importanti.
Non è un caso, infatti, intanto, che Fallen Sky esca con uno scarto minimo dall'uscita americana. E voglio vedere come sarà quando finalmente faranno in Italia Game of Thrones, considerando che, a quel punto, lo avranno visto già tutti quelli a cui interessava (tipo a me no, ma questo è un altro discorso).
Il terzo fenomeno che certifica che il mondo dei media sta cambiando profondamente e in modo sensibile per tutti è un fenomeno che hanno rilevato addirittura autorevoli penne del settore, ma su cui ho voglia di spendere due parole. Canali come Sky, ma non solo, stanno cominciando a produrre programmi facilmente spezzettabili e fruibili a bocconi (l'esempio delle penne autorevoli era lo show di Guzzanti, Aniene). Questo perché ormai, al di là di quelli seduti sul divano, cominciano ad avere peso gli utenti che, in modo completamente asincrono con la messa in onda dei prodotti, vanno a recuperarli a spezzoni su Youtube. E allora un programma che non abbia un inizio e una fine definiti e che sia disassemblabile per essere messo in internet ottiene potenti e massicci vantaggi. Esistono, di comportamenti del genere, esempi anche più clamorosi. Vorrei ben vedere il raffronto, per esempio, tra i dati di ascolto di Ballarò e quelli che hanno visto lo sketch d'apertura di Crozza, che comprende anche tutti coloro che se lo trovano condiviso sulla bacheca di un amico su Facebook.
Sono molti gli elementi che hanno raggiunto, nel presente, una certa maturità. Il pubblico giovane (quello che si scambiava le VHS di fansub al liceo come fosse droga) è ormai trentenne, ha mezzi economici propri e mezzi tecnologici che sa usare bene. Allo stesso tempo la grande rete oggi mette a disposizione una potenza di fuoco e una maturità di software di rete tale da non essere più una limitazione praticamente per niente. Intanto le aziende dei media tradizionali sono molto prossime al momento in cui la scelta sarà tra cambiare e morire. E a parte qualche ottuso impuntarsi di piede non c'è da stupirsi se qualcuno stia cominciando a guardare fuori dalla finestra.
Un quadro interessante, tutto questo, che il coniglio non poteva esimersi dal sottolineare. Perché ormai non sarò più granché nel tracciare le evoluzioni degli xenoblade e delle console nipponiche, ma qualcosa del multimedia maccheroni e prosciutto che entra nelle case di tutti noilo sbircio ancora.
In chiusura vorrei tornare, dopo molto, a parlarvi di Urban Rivals. Sono ancora un giocatore attivo nonostante tutto il tempo che è passato, ma oggi vorrei soprattutto lodare un software e un prodotto che è da sempre in costante evoluzione e miglioramento. Non so quale sia il giro di denaro dietro UR, ma a guardare la cura e la dedizione con cui il gioco offre sempre cose nuove devono essere belle cifre. Ultimamente abbiamo avuto un massiccio restyling grafico dell'applicazione madre flash che la ha riempita di animazioni e eyecandy nemmeno ci trovassimo su un gioco console. E forse, per un lavoro così imponente, tutt'oggi il flash è l'unica soluzione. Se vogliamo veramente passare a HTML5 come millantano tutti e vogliamo arrivare a realizzare cose del genere abbiamo come minimo bisogno di nuovi strumenti, che al momento non esistono ancora.
Vi lascio, giovini. Mi sono un po' staccato dall'argomento webcomic che ho affrontato nelle ultime settimane, ma in realtà l'argomento è tutt'altro che esaurito. Tornerò ancora a battere il chiodo, assai presto.

“I often think there should exist a special typographical sign for a smile -- some sort of concave mark, a supine round bracket... ” - Vladimir Nabokov, imagining the emoticon in 1969

P.S. Mannaggia a Lo-Rez, è una settimana che ascolto praticamente solo Fever Ray. Devo smetterla di googlare tutte le keywords che mi capitano sotto mano.

Cymon: testi, storia, site admin