Play more
E così la storia d'amore tra la nostra Clara e il Duca pare giunta al termine. Ma sarà veramente cosi'? Oppure altri emozionanti colpi di scena si preparano all'orizzonte? Solo i lettori più fedeli lo scopriranno... nelle prossime puntate!
Se non vivete sotto un sasso nel deserto del Gobi, forse avrete saputo che il 14 marzo è uscita in Europa e Australia, oltre che su alcuni satelliti di Giove e sulla faccia in ombra di Plutone, la console di Microsoft.
Per il momento il panorama dei titoli Xbox è piuttosto desolante: si salvano solo Halo e in parte Dead Or Alive 3. Io però sono molto ottimista sul futuro di questa console: chi sa attendere sarà premiato presto con capolavori annunciati come Project Ego di Peter Molyneux (!), la saga di Shenmue (!!!), forse Virtua Fighter 4 (che finalmente avrebbe un'hardware degno di ospitarlo, dopo l'indecente adattamento per PS2 dove i personaggi sembrano fatti coi mattoncini Lego), e Hunter. Quest'ultimo dev'essere davvero una bomba: hack'n'slash arcade stile Gauntlet nel cupo mondo del World Of Darkness della White Wolf (la famosa casa di giochi di ruolo da tavolo). C'e' n'e' abbastanza per far risplendere la grande X verde molto a lungo.
Per la sezione Takagishi-will-make-you-his-bitch:
Scusate la volgarità dell'espressione inglese, ma secondo me esprime al meglio l'idea di fondo dietro a Xenosaga Ep. I: Der Wille Zur Macht, che è uscito il 28/02 in Giapponia.
Per chi non lo conoscesse, Xenosaga è una specie di remake dell'originale Xenogears di Squaresoft, che ora ha passato il progetto interamente nelle mani di Namco. Potete pensare a Xenosaga come all'equivalente di Neon Genesis Evangelion per i giochi di ruolo giapponesi. La trama e' qualcosa che toglie il fiato per la sua inconcepibile complessità, la profondita' dei temi trattati (Xenogears era andato tanto a fondo che l'hanno censurato negli USA), e in genere l'impossibilita' di capire alcunche' di quello che diavolo sta succedendo. Se avete letto la serie di Endymion di Dan Simmons potete farvi un'idea del carattere generale della storia (e spaventarvi), anche se questa sara' ancora più articolata, visto che sono previsti ben 6 capitoli (ciascuno occupa qualche DVD...).
In Xenosaga non è raro incontrare sequenze non-interattive di svariate decine di minuti, o anche di qualche ora; il director Takagishi afferma di aver voluto separare completamente la parte giocabile (l'rpg vero e proprio), dalla trama, e a quanto pare ci e' riuscito perfettamente. Come ogni idea radicale, ci sarà chi la ama e chi la odia (a giudicare dalle vendite pare che i Nip la amino, ma non mi stupisce)... bisogna prendere atto però che questa tendenza si sta affermando sempre di più nei CRPG orientali.
Di fatto un serio contendente alla supremazia di Final Fantasy, non ha nulla da invidiare per mezzi e presentazione. Puppatevi il mistico wallpaper: dice più di mille parole. Ho il vago sospetto comunque che non vedremo quella illustrazione, sulla scatola della versione occidentale... ;)
Per la sezione Final-Fantasy-Music:
Prima di proporre il brano odierno, vorrei esprimere il mio stupore per l'accordo, che tutti ormai credevano impossibile, tra Square e Nintendo. Dopo 6 anni di gelo completo tra le due storiche case nipponiche, si è giunti a un accordo che strapperà a Sony il monopolio dei marchi di Square, e forse anche dello stesso FF. Non e' esagerato dire che questo e' il giorno più buio per Sony dal debutto della prima Playstation, considerato l'impatto del supporto di Square sul mercato giapponese (e non solo).
Il brano che ora vi vado ad offrire è appunto tratto dall'ultimo Final Fantasy uscito per una console Nintendo, quel FFVI che molti ritengono il migliore di sempre. Dopo avervi presentato il tema di Celes, ecco a voi il... Terra Theme, dedicato all'altra protagonista femminile del gioco (nell'originale si chiama Tina).
Non saprei decidere quale dei due sia il più bello: il pezzo di Celes è delicato e fragile, questo e' piu' corposo ed epico. Quando Terra, dopo essersi ritirata a una vita piu' tranquilla con gli orfanelli di Moblitz, accetta di tornare a combattere per garantire loro un futuro migliore in un mondo ormai devastato, c'e' questa musica in sottofondo. Non credo di dover aggiungere altro.
Lo-Rez: arte, storia, web design“The me appreciated is the me who is playing to be appreciated. It's not the true me. The true me is always crying.”
Ingegneria della conoscenza e sistemi esperti (Xe)
I negozianti in questi giorni hanno fatto spazio (molto spazio) sui loro scaffali per poter esibire lo scatolotto neroverde più affascinante del momento, quell'X-BOX di cui tanto si è parlato e tanto si parlerà, figlio dello zio Bill, nipote illegittimo di anni e anni di videogiocare piccì. Spazio si è fatto sugli scaffali, ma ancora più spazio si farà nei portafogli di chi cederà alla brama di possedere un oggettino del genere (io no) causa i 500 € da impilare uno sull'altro alla cassa al momento dell'acquisto.
La corsa agli armamenti consolistici, oggi come oggi, è qualcosa che non si può affrontare se si ha paura, la lotta è così spietata che un qualsiasi acquisto porta a una spesa non indifferente accompagnata da sacrosanti dubbi. E se un domani il mio giocattolino non se lo filerà più nessuno? Credo che dopo il collasso Dreamcast (che comunque era stato subito visto da molti come un canto del cigno più che come un rilancio della SEGA) nessuno rimarrà a piedi se si butterà su uno qualunque dei gioiellini che infestano il videoludo. Il bacino di utenza a cui si sta attingendo è vastissimo e si combatte così ferocemente che nessuno potrà aggiudicarsi il monopolio. Sony, ai tempi della playstation, era entrata in scivolata su un mercato che caracollava sereno senza curarsi di niente e ovviamente gli ha spezzato le ossa. X-BOX, Gamecube e Play2 invece dormono un'ora a notte chiudendo un occhio solo e con il fucile sotto il cuscino, difficile fregargli gli utenti da sotto il naso...
Il PCista convinto (io) di tutto questo comunque non deve preoccuparsi, è uno spettatore ai margini della grande bagarre e se anche la sua barchetta rischia sempre più di affondare imparerà a nuotare. Continuo ad avere una certa fiducia nell'istinto di sopravvivenza della mia razza, in fondo siamo quelli che se la spassavano con gli strategici esagonali della SSI mentre l'AMIGA sciorinava livelli di parallasse come grani di un rosario, se ci sarà da vedercela brutta, saremo pronti.
Il bizzarro titolo dell'editoriale è l'altisonante nome di uno dei miei corsi universitari, lo ho cannibalizzato per la X (I.C.S.) che si nasconde in esso e basta, comunque se un giorno vorrete farvi quattro risate e vorrete spegnere totalmente i vostri desideri di intraprendere gli studi di ingegneria informatica magari vi racconterò di cosa tratta, credo bisogna essere vittima di una qualche deformazione mentale per apprezzarlo in qualche modo (a me piace tantissimo, ad esempio).
La vignetta odierna [mi sento orribilmente telegrafico] sembra chiudere una sorta di trilogia amorosa basata sul nostro sex-symbol, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Il dilemma continuity/non continuity è tutt'altro che banale, ma personalmente intrecciare trame che vadano al di là delle tre vignette è una cosa che adoro, permette di spremere certe gag fino all'osso e rende il susseguirsi delle settimane qualcosa di più compatto del semplice ammucchiarsi di freddure. Magari è solo un'idea mia però il fatto che le strip si rimandino l'una con l'altra mi fa apparire i personaggi un po' più "vivi", meno "inscatolati".
In un modo o nell'altro siamo giunti alla conclusione anche di questo editoriale e voglio dedicarla al molto, ma molto off-topic. La settimana passata, inutile negarcelo, c'è stato S.Remo. Mi sembra quantomeno evidente che ho fatto di tutto per perdermelo in gran parte però la mia religione personale mi impone totale devozione nei confronti della Gialappàs per cui almeno una serata e mezza con il loro commento me la sono fatta. Di tanti personaggi che il grande trio ha voluto portare all'attenzione del suo pubblico è spiccato senza dubbio il tamburellaro selvaggio di Nino D'Angelo, la leggenda Giovanni Imparato. Prima di chiudere il browser dopo la visione di FTR fate un salto sul suo sito personale, un esperienza di cui non potete privarvi.