Strip
serie
294, 27/01/2007 - Complessi disegnini
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27 . 01 . 2007

Rassegna cinematografica

Le vicende professionali di Neo & Gödel: Ingegneri Delle Tenebre sono una fonte inesauribile di ispirazione e facili gag. Certo, se si pensa che quasi sempre le suddette gag sono tratte di peso dalla vita vissuta di almeno uno dei due autori di FTR, allora lo scenario si tinge di tinte più fosche. Quasi di tragedia. Ma cosa non si fa per intrattenere il pubblico!

Da molte settimane ormai rimando una rubrichetta sul Cinema, ma oggi voglio proporvela. Il Cinema, si sa, è fatto per sognare, e si sogna sempre meglio se i film non li abbiamo ancora visti. Nei prossimi mesi ci sono alcune uscite che attendo con una certa ansia, perchè i trailer mi hanno entusiasmato.
Il primo, mi vergogno un po', è nientemeno che I Fantastici 4 - Rise Of The Silver Surfer. Il primo film era di uno squallore abissale, ma che dire, sono ottimista: sarà per il Silver Surfer, icona dei fumetti senza tempo... e sarà soprattutto per il trailer, inaspettatamente originale.
Poi c'è 300. Ho parlato di sfuggita qualche volta di Frank Miller, per dire che il suo Sin City, per quanto ben fatto, non rientra molto nei miei gusti: 300 è il film tratto dalla sua storia a fumetti sulla battaglia delle Termopili. La quale, lo dico per le volgari masse incolte che costituiscono la stragrande maggioranza, è quella tra 300 spartani e millemila persiani. Indovinate chi ha vinto?
Il trailer di questo 300 esibisce una fotografia artistica da spavento, una specie di Sin City a colori, ma più raffinata ancora, e già questo vale il film. Se poi ci aggiungete il carisma degli spartani, che sono raffigurati come superuomini dagli attributi virili oltremodo sviluppati, duri e orgogliosi a più non posso, allora ecco che si preannuncia un gran film. Probabilmente la violenza sarà eccessiva, con abbondanza di creature mutanti e deformi (ma storicamente più verosimili di quanto si potrebbe pensare!), ma resta l'esaltazione per le battute spavalde urlate a squarciagola da questi tizi fanatici.
Un altro film notevolissimo, ma non c'è bisogno che venga a dirlo a voi, cari fratelli, è quello sulle Tartarughe Teenager Mutanti Ninja. Ora, io come tutti ho visto a suo tempo i film con i costumini di gommapiuma, ma sono ricordi che ho rimosso nel mio subconscio. Questo nuovo film, in grafica 3D, è come una macchina del tempo che ci permetterà di rituffarci nell'universo sporco e scorretto della nostra infanzia. Ah, sì, non ne fanno più di fumetti/cartoni/giocattoli/film così. Si stava meglio quando si stava peggio. Le giovani generazioni si sono pervertite con i prodotti del demonio, Yu-gi-ho... ma insomma, il trailer è molto carino, speriamo bene.
L'ultimo film che mi ha molto colpito è in realtà un cortometraggio di pochi minuti, in grafica al computer: A Gentlemen's Duel. Ha già fatto parlare molto di sè negli ambienti artistici per la realizzazione tecnica eccezionale, ma anche chi non è ossessionato dall'arte dovrebbe essere in grado di apprezzare la storiella esilarante di due gentiluomini che per “l'amore” (diciamo poeticamente così) di una damigella si sfidano a duello... le armi: robot giganti a vapore. Anche questo film non è ancora uscito, ma dovrebbe mancare poco.

Un ultimo filmato, questa volta relativo a Final Fantasy Tactics: The Lion War, che sarebbe il remake per PSP (e mi fa molto male, scrivere queste parole) dell'originale RPG-strategico. Mi piange il cuore all'idea che un titolo così prezioso, così nobile, sia sbarcato su una macchinetta odiosa come la PSP, ma non posso fare a meno di apprezzare il trailer. A quanto pare sono stati inseriti dei filmati estremamente artistici, in uno stile 3D che pare colorato a mano con i pastelli, e non ha perso lo stile inconfondibile di Akihiko Yoshida.
Si potrebbe fare dell'ironia pesante su come quasi tutti i titoli che non fanno schifo per PSP, finora, sono remake di giochi già visti altrove. E in effetti io la sto facendo. Eppure, quando vedete ricreata la scena di Ramza e Delita (amici/nemici) seduti sul prato al tramonto, che soffiano negli steli d'erba componendo melodie struggenti, allora perdete la voglia di fare dell'ironia, e ringraziate SquareEnix per questi momenti.

“Never believe in 'never'.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
27 . 01 . 2007

Credere nella Zeta

Cominciamo con le precisazioni: mettete via i cavalli neri, le lame di toledo, i baffettini e le atmosfere spagnole, questo non è un editoriale su Zorro, nemmeno sulla sconvolgente versione bionda che ne hanno fatto i giappi un po' di anni fa, questo è un editoriale su Zeta Gundam. Ikimas!
Il giudizio sulla serie del primo Gundam è qua. Zeta Gundam, se vogliamo, è l'anime che gli è più vicino. Sebbene nella timeline sia preceduto da altre opere, infatti, è quello che riprende praticamente tutti i personaggi del cartone originale e porta avanti i temi che lo hanno contraddistinto. La storia ci vede a seguire nuovamente un ragazzino che, quasi per caso, si trova al comando di un (due) Gundam e si mette con questo al servizio dell'A.E.U.G., organizzazione terroristica "buona" per fronteggiare il dilagante potere dei Titani, fascistoide organizzazione militare costituitasi per fare pulizia del principato di Zion e divenuta l'incarnazione del terrore dei terrestri per i cosiddetti spacenoids.
Una cosa che non si può negare ai giapponesi è di avere un senso dello sfruttamento del brand molto più schietto e meno ipocrita del nostro, con un occhio di riguardo per il successo dei loro prodotti. In questo Zeta Gundam ciò si vede benissimo visto che, di base, vengono pedissequamente ripresi moltissimi degli elementi che hanno portato il mobile suite al successo e semplicemente riproposti, con dovute modifiche e accorgimenti. Il forte parallelismo tra Amuro Rei e Camille Vidan fa in modo che i fan della saga si ritrovino subito a loro agio, l'Aghama è un restyling della Base Bianca, sia nella struttura che nel mito e torna la presenza di una guerra eterna, che corre dietro ai nostri eroi nel limitato spazio intorno e sulla Terra, costringendoli a vagare e dar battaglia ad ogni episodio.
Altra mossa di sicuro impatto quella di riutilizzare con un nuovo ruolo e nuovi spettri quello che nel primo Gundam era indubbiamente il pilastro e la fonte di ogni carisma, ovvero Char Aznable, qui ribattezzato Quattrotttai (mi è impossibile dire il nome senza tai...) e trasformato in un eroe completamente positivo, ma non privo di contraddizioni (la presenza di Bright, invece, l'ho trovata più accessoria).
Fin qui, però, si può credere che Zeta Gundam sia una semplice rimasticatura di quanto di buono è stato Gundam. La realtà è invece molto diversa, Zeta Gundam è anche un'evoluzione della serie originale. Se, da una parte, certi temi che avevo trovato in quella molto belli sono stati accantonati, le tinte con cui la vicenda è tratteggiata ora sono più forti, più cupe, quasi a voler disegnare una parabola discendente per la razza umana, tesa tra colonie spaziali e pianeta Terra, costretta a vagare di guerra in guerra, finendo in conflitti uno più sudicio dell'altro. Infatti il principato di Zion era un nemico temibile, crudele, ma meritevole di rispetto, mentre i Titani sono invece dei veri bastardi, arroganti, senza scrupoli, sadici e capaci di ogni mostruosità, compreso ammazzare migliaia di persone innocenti con del gas nervino. I Titani sono il male, ma un male grottescamente umano e terribilmente vicino a noi, quasi rappresentassero una nostra eventuale (disastrosa) evoluzione.
Dal punto di vista dei temi e dell'intensità, quindi, il confronto tra Gundam e Zeta Gundam si risolve in sostanziale parità. L'ambito in cui invece questa nuova serie lascia l'altra dietro di diverse lunghezze è il mecha design e la realizzazione tecnica in generale. Le scene con esseri umani non sono migliorate più di quanto era doveroso aspettarsi a causa dei sei anni intercorse tra le due produzioni, ma il mecha design e in generale i combattimenti nello spazio hanno avuto un clamoroso balzo in avanti raggiungendo un livello che a tutt'oggi si potrebbe giudicare dignitoso. Finalmente i mobile suite sono tutti curati e ben definiti, muscolosi, robotici e militari. Il miglioramento si nota bene negli Hizack, restyling dei vecchi Zaku, ma dona soprattutto dei nuovi modelli superlativi, sia quando cercano di rimanere sobri e essenziali (e qui è assolutamente superlativo lo Hyaku Shiki) sia quando diventano un po' più barocchi (come nel caso del Pallas Athena).
Non c'è, in fondo, altro da dire. Zeta Gundam è un'altra ottima serie di combattimenti spaziali, corposa con i suoi 50 episodi da mezz'ora, complessa, con qualche piccola sbavatura, ma che lascia delle buone emozioni e coinvolge, grazie a una miriade di vicende che vanno a incastrarsi l'una nell'altra, tenute insieme dal collante della guerra.
Sotto SPOILER alcune considerazioni sul finale.
Che sfiga! Voglio dire, mi sta bene fare un finale amaro, ma qui si vuole proprio il male della gente. Gli ultimi episodi sembrano servire agli sceneggiatori per fare l'appello dei personaggi e accopparli uno ad uno. Certo, non tutti muoiono, ma se ne salvano decisamente pochi. Il bimbetto antipatico che combatte, ma appare chiaramente sotto età perchè gli succeda qualcosa di male muore, schiantato contro un asteroide. Il capitano secondario di cui non interessa molto muore salvando la donna che ama. La stessa donna salvata col sacrificio del comandante (e quando capitano ste cose di solito la gente si salva) finisce in un nuovo scontro e crepa. Persino il protagonista, il classico tipo che ti aspetti alla fine pantofolato con la fidanzatina, si lascia friggere il cervello dal cattivone un secondo prima che questo muoia... Insomma, vero sadismo da sceneggiatura!
FINE SPOILER
Bene, un'altra serie archiviata negli scaffali del coniglio. Non penso mi sia rimasto molto altro da dire, anche stavolta possiamo riuscire a chiudere l'editoriale in tempi brevi. Le strip di questo periodo sono molto ingegnere-inside, potreste avere difficoltà ad accettarle, ma io le trovo molto belle. E potrebbero esservi utili a capire che tipo di umorismo gira qui dentro.

“Nessuna carne verrà risparmiata”

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