Strip
serie
196, 05/02/2005 - Codice mobile
196
05 . 02 . 2005

L'oggetto più bello

Il Riuso è una tecnica di programmazione che va di moda in questi tempi di programmazione orientata agli oggetti, e ammetto che è comoda anche per preparare in fretta una strip. Dopo GTR sto cercando di ricostruire lentamente una scorta di almeno qualche settimana.
La settimana scorsa sono stato un pò acido con i network giornalistici di questo settore... continuo a credere a tutto quello che ho scritto, ma se l'ho tirato fuori proprio adesso non è una coincidenza; il fatto è che abbiamo una storia piuttosto tesa con il sito che ci ospita, che va avanti ormai da diverso tempo. Che ci sia qualcosa che non va lo avrete capito anche voi, se avete visitato M.it di domenica aspettandovi di trovare pubblicata puntualmente la nostra strip della serie classic. Diciamo solo che se non fosse per la diplomazia di Cymon, che è il frontman di FTR, forse avremmo già cambiato indirizzo.

Mese nuovo, nuove pagine del calendario di Nina Williams: Death by Degrees. Ho già espresso la mia ammirazione per l'artista che hanno alla Namco, e questa settimana sono anche venuto a sapere il suo nome: Takuji Kawano.
Le nuove illustrazioni sono altrettanto stupefacenti, esplicite come è tradizione dei calendari... Se poi andate nel retrobottega del sito di Namco (non saprei come altro definirlo), ci trovate roba ancora più osé, che a quanto pare non hanno avuto il coraggio di pubblicare in prima pagina. Credo che Ninja Gaiden sia venuto così bene anche perché il protagonista è un uomo, e quindi per vendere dovevano puntare sul gameplay... Questo Nina Williams è un'operazione analoga, un gioco d'azione originato da un picchiaduro 1 vs 1, ma il fatto che lo stiano riempiendo all'inverosimile di topine mi fa temere il peggio.
Sempre a proposito di arte promozionale, stavolta occidentale, mi ha colpito Oddworld: Stranger's Wrath. Davvero originale e anche ben fatta. Ci tengo a sottolinearlo perché non capita spesso.
Tornando a Takuji Kawano, il nuovo progetto in cui è ingaggiato è di quelli che mandano i fan in visibilio, Namco X Capcom. Il gameplay sembra un impasto confuso di strategia isometrica e RPG, di quelli che piacciono tanto ai nipponici, ed è il pretesto per riunire un cast di personaggi semplicemente mostruoso, che raggiunge quota duecento, tratti dagli archivi storici di Namco e Capcom, appunto. Il fatto più sconcertante è che, per la prima volta in un decennio, lo sprite di Morrigan sarà ridisegnato! Nell'ambiente dei giochi arcade, lo sprite di Morrigan è ormai entrato nella leggenda, è diventato un modo di dire, è uno scherzo ricorrente come nel mondo PC la data di uscita di Duke Nukem Forever. Ora finalmente Capcom si è decisa a rifare in alta risoluzione i personaggi che continua a riciclare senza pudore da anni...
Il nostro eroe, Kawano, ha il compito di realizzare illustrazioni a tutto schermo che rappresenteranno le supermosse negli scontri, oltre alle scene di dialogo: sì!

Chiudiamo con il personaggio della settimana, Ken Kuturagi. Che il presidente di Sony sia fuori di testa era risaputo, ma stavolta ha superato se stesso. A chi gli faceva notare che i tastini della nuova PSP si rompono (o meglio affondano in profondità nello schermo, da cui distano 1/10 di millimetro), lui ha risposto "la PSP è l'oggetto più bello mai creato dall'uomo". Ovvero il problema del tasto quadrato è una caratteristica, non un difetto. Il grande Ken ci ha già abituati a caratteristiche del genere nei suoi prodotti, come il sensore ottico della PS2 (e di molti altri prodotti Sony) che si rovina col tempo, giusto per minare il mercato dell'usato. Di questi fatti parla la strip di domenica... in teoria.

“Finchè esisterà la luna i Fiori non moriranno, e con loro anche i lupi.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
05 . 02 . 2005

Foreste

Abbiamo ripreso jobs con delle battute terribilmente ingegneresche. Spero che il nostro pubblico ormai abbia imparato come apprezzarle.
L'altro giorno stavo rovistando negli archivi reali delle mie cose digitali (i miei CD) affaccendato in un blando cazzeggio e mi sono ritrovate davanti nientemeno che l'intera mia produzione di programmi QuickBasic. Il QuickBasic è il primo linguaggio di programmazione a cui mi sia mai avvicinato, lo scelsi per inerzia, nel senso che, essendo distributi assieme alle vecchie versioni di DOS, ne possedevo già l'editor senza bisogno di procurarmelo. E' anche l'unico linguaggio di cui possegga effettivamente un libro cartaceo, un lussurreggiante volume McGraw-Hill dal prezzo esorbitante (come tutti i volumi McGraw-Hill), ma fatto molto bene (come tutti i volumi McGraw-Hill). Tale libro è anche facilmente reperibile su una mensola della mia cameretta nonostante sia ormai un'anticaglia inutile, perchè lo considero un po' un mio totem, una specie di mia personale Numero Uno o altro oggetto con attributi feticistici sentimentali. Andando all'università scopri che il Basic è un linguaggio piuttosto malvisto a causa del suo abuso di GOTO e della mancanza di puntevirgola a fine riga, ma non mi importa, rimane comunque l'ambiente in cui ho scoperto l'esistenza di parole come variabili, stringhe, loop come anche porcapalettacosacavolovuoleperfunzionare.
Le mie esperienze di programmazione Basic, naturalmente, vertevano sui videogiochi e, naturalmente, riguardavano la realizzazione di prodotti smodatamente avanti per la loro epoca, cose che avrebbero rivoluzionato il mondo eccetera eccetera. Ai tempi, però, avevo limiti tecnici stringenti che riguardavano la mia incapacità (dai, ero piccino) ad afferrare come si potesse comandare in tempo reale qualcosa mentre il gioco funzionava e la noia che esercitavano su di me i discorsi relativi alla grafica. Da questo discesero le caratteristiche principali dei miei videogiochi QB: giochi a turni costituiti di linee e quadretti, che probabilmente avrebbero stentato ad essere accettati persino se fossero stati sviluppati per ATARI2600. Eppure, a suo modo, è stata una grande epoca, un'epoca in cui si usavano ancora programmi rudimentali che, non potendo colorare le parole, le rendevano maiuscole alla bisogna, un'epoca in cui "compilare" era un'attività mistica (ricordate, il QB è interpretato...) e in cui ero giovane e bello (bhe, insomma, sono ancora sicuramente bello e persino piuttosto giovane, nonostante tutto). Di tutto il marasma che produssi all'epoca, nel mio sconfinato egocentrismo, ho deciso di proporvi quello che considero il mio risultato migliore, un gioco a turni costituito di linee e quadretti che chiamo amichevolmente Caccia, qui distribuito senza licenza per la prima volta con tanto di sorgenti (sempre che riusciate a recuperare un editor QB). Non so quanto una cosa del genere possa suscitare interesse in tutti voi, comunque sia si tratta di uno dei miei più avanzati tentativi di implementare un'intelligenza artificiale decente, stranamente piuttosto riuscito nonostante, all'epoca della realizzazione, di intelligenza artificiale non sapessi niente (vi assicuro che, soprattutto in certe parti, soluzioni più furbe esistevano eccome...). In verità, mentre lo realizzavo, finivo per tifare per il computer che effettivamente è smisuratamente potente, ma anche prendendo seriamente le parti del giocatore, a mio parere, ci si può trovare di fronte a una sfida stimolante.
La seconda foresta (dopo quella in cui è ambientato il mio giochino) in cui mi sono perso questa settimana è senza dubbio quella dei pugnali volanti di Zhang Yimou. Ho sempre sentito una predisposizione naturale nei confronti dei wuxia o, più prosaicamente, film di cappa e spada (+magia) all'orientale, ma prima della succitata pellicola non ero ancora riuscito a trovarne una che potessi approvare in toto. "La tigre e il dragone" non è mai riuscito ad affascinarmi mentre "Hero" è sicuramente un capolavoro dal punto di vista dell'immagine, ma lascia per strada troppo in quanto a equilibri e trama. La foresta dei pugnali volanti, invece, possiede la visionarietà di Hero (un po' attenuata, ma comunque ben fatta) e, assieme, riesce a proporre una storia lineare, ma solida, costruita con personaggi dotati della sacra luminescenza del carisma. I tre protagonisti, infatti, ognuno a suo modo, godono di una buona caratterizzazione che permette, nel momento in cui combattono, di apprezzare veramente quello che fanno, anche al di sotto della patina di delicate evoluzioni poetiche che compiono. Come se questo non bastasse, poi, tutto è fortemente contestualizzato storicamente in una Cina antica, sfumata nel mito, ma che comunque possiede una coerenza interna e una solidità che aiuta, soprattutto quando si tratta di definire i bordi dell'azione (si pensi ad esempio alla figura del Generale, mai visibile, ma comunque facilmente inquadrabile in funzione del momento storico presente). A questo si aggiunga questa opposizione un po' Starwarsiana tra alleanza ribelle e impero, costumi curati al solito fin nei dettagli, pugnali che svolazzano come dotati di vita propria, diabolici e mortali nonchè una protagonista che è un gran pezzo di gnocca. Insomma, cominciavo a disperare di trovare veramente un film epico orientale dove samurai, ninja e personaggi similari potessero muoversi in modo convincente, ma finalmente ho un punto di riferimento, un approdo, una pietra di paragone positiva per tutte le opere a venire (tra le opere a venire, naturalente, Kunoichi Clara - the movie). Film consigliato, consigliatissimo a tutti i conigli in ascolto, anche se forse oramai è prossimo il momento in cui lascerà le sale. Se avete voglia di qualcosa di maledettamente cinese e allo stesso tempo spettacolare acchiappatelo.
Giunge la fine dell'editoriale, la citazione consueta (lo avete notato che è da luglio che riesco praticamente sempre a infilare una citazione?), i saluti e i sacrifici umani di buon auspicio per la settimana a venire.

"Potete chiamarli Guardie di Palazzo, Guardie Cittadine o Guardie e basta. Qualunque nome abbiano, in ogni opera di genere fantasy-eroico il loro scopo è lo stesso: più o meno al capitolo 3 (o dopo dieci minuti di film) irrompono nella stanza, attaccano l'eroe uno alla volta e vengono massacrati.
Nessuno chiede mai se sono d'accordo.
Questo libro è dedicato a quei nobilissimi uomini."
Terry Pratchett - A me le guardie!

Credo di aver citato all'incirca tutti i libri di Pratchett che ho letto...vorrà dir qualcosa...

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