La Cultura dell'Intrattenimento
Benvenuti su Follow The Rabbit, il fumetto che vi costringe a consultare un dizionario per capire le battute.
Nel profilo ufficiale per il chara-design di Gödel (un documento che ovviamente non esiste, non siamo così professionali noi di FTR) si stabilisce chiaramente che il personaggio ha un interesse solo collaterale per il videogioco... è vero che di mestiere programma videogiochi per cellulari, ma resta prima di tutto un Ingegnere. Un Ingegnere Delle Tenebre, per la precisione.
Se questo fosse un sito trendy, adesso mi lancerei in una critica appassionata di Driv3r, tanto per citare il gioco che in questo periodo ha ricoperto di manifesti pubblicitari la vostra città. Invece il discorsetto che segue avrà come argomento giochetti vecchi, o strani, o entrambe le cose.
Il pericolo di passare per bimbi viziati che giocano a fare i Critici D'Arte è grande, e credo che alcuni lettori si siano fatti questa impressione di noi. Ma sono altre le ragioni che spingono Cymon a parlare di un RPG del Signore Degli Anelli di trent'anni fa, invece dei tie-in di Electronic Arts (forti della licenza ufficiale del film!), o le ragioni che spingono me a parlare di picchiaduro 2D per Neo-Geo e action/rpg coreani per GP32. Cymon ha pubblicamente ammesso (suscitando qualche lacrimuccia anche nei cuori più duri) che il suo PC funziona ancora a carbone, e proprio non ce la fa a gestire i titoli più recenti, e oltretutto a lui piacciono generi che solo i nostri nonni si ricordano ancora: avventure punta-e-clicca e gestionali ultra-complessi.
Da parte mia, i miei gusti mi spingono spesso fuori dai confini del mondo civilizzato, in lande selvagge come il mercato d'importazione, l'emulazione o il settore coin-op. Ma non lo facciamo apposta, giuro.
Come dicevo una settimana fa, sono ripiombato nel tunnel di FF Tactics Advance: è un potente antidoto contro le avversità della vita, ma induce assuefazione. Il mio obiettivo è completare tutte le 300 missioni (e oltre!), e non mi fermerò fino a quando non lo avrò raggiunto, a costo di bruciare la mia giovinezza e rovinare la mia intera esistenza.
Già di per sè FFTA è notevole, ma il fatto che Final Fantasy XII ne condividerà in parte l'ambientazione lo rende irresistibile. Posso giocarlo a occhi chiusi, facendo finta che sia Final Fantasy XII (spero non si offenda). Quando ci gioco senza audio, mi pare di udire ogni singolo effetto sonoro, ma so che si tratta di allucinazioni prodotte dalla mia mente.
L'altro giorno ero nel roseto (ho mai detto che vivo dentro una specie di roseto?), e camminando per i sentieri piastrellati mi sembrava naturale contare le caselle per lo spostamento. C'è chi si dà all'alcool, e chi tira avanti così.
A questo punto non posso fare a meno di citare un articolo di Insert Credit su CastleVania: Aria Of Sorrow. Anche su quel sito la gente scrive sui giochi che ha sottomano al momento, senza badare alle date di uscita nei negozi, e difatti questo terzo CastleVania per Gameboy Advance è di quasi un anno fa. L'autore dell'articolo fa spesso il saputello, e si bulla un pò per il fatto di essere andato a vivere in Giappone... ma se riuscite a sopportarlo, è una lettura comunque interessante. Non si tratta di una recensione, sono pensieri a ruota libera sul gioco. Castlevania mi ha sempre affascinato, soprattutto per le illustrazioni, anche se non ho mai capito davvero come mai ha un seguito di fanatici assolutamente ossessionati, come solo poche serie nella storia dei videogiochi: non riesco a vederci una vera profondità, al di là della trama incasinata e dell'azione platform.
Forse mi sono fatto troppo contagiare dall'approccio accademico di certa Critica, e mi sto scordando di cosa sono fatti, dopotutto, i videogiochi. Castlevania è una serie longeva con un'infinità di titoli per tutte le console, una trama assurda messa insieme con la colla che cerca disperatamente di mantenere un minimo di coerenza tra seguiti, prequel, gaiden e remake... ed è divertente da giocare. C'è tutta l'azione che si può volere, con un contorno RPG perfettamente equilibrato, che aggiunge profondità senza diventare pesante. C'è Dracula, e un mucchio di riferimenti oscuri ai precedenti giochi della serie. L'arte promozionale è veramente ottima, e anche le musiche sono notevolissime.
Voglio dire, c'è bisogno di aggiungere altro?
Se tutto questo non ci soddisfa, se da un gioco chiediamo di più, il problema sta in noi, che non abbiamo più l'innocenza per apprezzarlo.
Tanto per restare in tema di vampiri e avventure dei nostri nonni, pare che alcuni ex di LucasArts stiano facendo un'avventura punta-e-clicca nel puro stile di quella softwarehouse: A Vampyre Story. Sulla carta è un progetto interessante, ma mi occorre qualche informazione in più per superare la soglia minima dell'entusiasmo.
Lo-Rez: arte, storia, web design“This is the goal of his quest: to go to the throne room, just because. Kookily warped inside of a Romanian castle inside of a solar eclipse, a white-haired South-American girl-boy with some vague interest in Japanese linguistics and really nice jeans launches himself toward a vampirès throne room.”
column'o'matic
A bordo di questa fragile barca chiamata libertà ci facciamo cullare dal rollìo mentre lo sciabordìo delle onde ci solletica l'orecchio e il sole picchia forte anche se siamo già stesi, come lucertole, a prenderlo, da bravi crotali masochisti che hanno smarrito i sonagli o che hanno deciso di metterli da parte, usciti dall'età infantile.
Come? Cosa? Che farnetico? Tacete, profani! Questo è un editoriale fiume senza capo né coda, mancandogli il capo non ha grattacapo (a che gli servirebbe), non è un capolinea e non è un capolavoro, ma se non altro, mancandogli coda, è meglio di tante autostrade di questo paese, ora che comincia l'esodo. Comincia l'esodo...e pensare che sono rimasto indietro, sono ancora al capitolo quattro della genesi.
Giù per la profonda tana del coniglio, dove le carote stanno sul soffitto, dove il mondo è capovolto e sono tutti delusi, perchè a capovolgerlo si credeva scendesse la neve e invece niente. Qua dentro vi è solo follia, gioia, canti, risate di qualche scemo, scemate di qualche riso. Conoscevo un riso arborio che era proprio un pirla, ma oggi è morto, si faceva di zafferano, non potrei presentarvelo, sebbene chi non muore si rivede, mentre se uno muore deve proprio decidersi qualcuno a fare le repliche se no non lo rivedi più. Le repliche, già, l'ultima puntata di X-Files è andata in onda per la terza volta senza che nessuno avvertisse, ma stavolta l'ho vista, solo che credo sia solo metà. Io so che non ci si deve capire niente dell'ultima puntata di X-Files, sono dieci anni che non ci capisco niente, però voglio non capire quello che loro decidono di non dirmi, non quello che io, per sfiga o altro, non riesco a vedere.
Logica, grammatica, sintassi, semantica, congiunzioni e allitterazioni, qualcosa sta tornando, la nebbia si dirada, riappaiono le forme pure a priori di spazio e tempo che formano questo mondo e miei pensieri, i quali pensieri, però, formati, se ne vanno a un concerto dei Pooh. E io tutta notte a casa ad aspettarli, e loro non tornano, alla fine sto molto in pensiero per i miei pensieri e penso, quindi sono. Sono quindi ho, ma quello che non ho mi interessa di più. Perchè l'erba del vicino è sempre più verde? Vale anche per i beduini del sahara? Ma già, loro stanno lontani da tutti, non hanno vicini. Ecco che il cerchio si chiude, il quadrato si apre, il triangolo no (l'ho già fatta, l'ho già detta, ma non la ritroverà nessuno...tempus fugit) e io mi chiedo perchè sono qui a battere i tasti come un pianista di pianobar giunto al suo ultimo cocktail, all'ultima dedica, quando si mette a cantare e suonare per la cameriera che spazza per terra e di cui è segretamente innamorato, mentre tutti hanno voglia di andare a dormire e per lui la vita è appena cominciata. Suonala ancora Sam, oppure non suonarla più, ormai ho la cassetta, ho l'MP3, ho il DVD con tutto il concerto e alla fine la tua arte si riduce a una sequela di zeri e uni e se consideri che la tua canzone più bella è composta da 5 megabyte che sono 5000000 di byte, che sono 40000000 di bit, di zeri e uni, capisci che, provando a caso, un computer ha due alla quarantamilioni di possibilità di riscrivere la tua stessa canzone e che quindi, con un po' di culo, domani a fare i concerti potrebbe esserci lui.
Editoriale fiume, fiume in piena, fiume fuori dal suo letto e che forse ha bisogno di dormire. Bruciatelo, cancellatelo, dimenticatelo, ho la tesi, ho gli esami, ho il caldo, ok, ok, ok, ho pure American McGee Alice da finire, ma sono troppe cose, il buffer se ne è andato a un buffet vestito buffo con le maniche a sbuffo e sbuffando che non ci voleva andare e ormai la mia mente bruciata funziona a caso, girando a vuoto sui denti arrugginiti e cariati dei miei ingranaggi, impiastrati di dentifricio e lubrificati a colluttorio. Sempre che quel solito rompipalle di un medico dentista su dieci non voglia anche stavolta dire la sua.
Cala il sipario sull'autore fallito che scrive senza sapere cosa sta scrivendo e pensando che basti pensare per pensare qualcosa. Oggi mi leggerete e scoprirete solo qui che avete buttato via il vostro tempo perchè nulla, veramente nulla, stavolta avevo da dire. Tornate alle vostre occupazioni, guardatevi le strip, sollazzatevi dentro e fuori da internet. E tutto il resto? Tutto il resto è noia (grazie Califfo, avevo bisogno di una chiusura).
Bye bye